Quello dei Dendrobium è un genere di piante che trova le sue origini quasi sempre nell’Asia orientale, dal Pacifico all’Himalaya, Australia e Nuova Zelanda. Si chiama così perché deriva dal greco, dalle parole “dendro”, che significa “tronco, albero” e dalla parola “bios” che significa “vita”. Si tratta di orchidee epifite ma che a volte possono comportarsi anche come litofiti o come terrestri.
Ci sono quasi mille specie che fanno parte di questo genere di piante, uno dei più numerosi della grande famiglia delle orchidee, e per questo vi si può trovare una grande varietà. Ci sono alcune piante che crescono a livello del mare, altre invece che spuntano ad alta quota, fino a oltre 3.500 metri di altitudine. Non c’è un solo clima adatto ai Dendrobium ma diversi, sempre al variare della specie, alcune preferiscono quelli temperati, altre quelli tropicali.
Anche quando si tratta di coltivare un Dendrobium, è molto importante sapere a che specie appartiene per capire come trattarlo. Ci sono inoltre Dendrobium molto grandi oppure molto piccoli, anche di solo qualche centimetro, e con colori che possono variare in tutta la gamma di sfumature possibili. Non scordiamoci che ci sono anche numerosissimi ibridi di cui tenere conto.
Dendrobium: caratteristiche
Come è possibile descrivere le sembianze delle piante di questo genere quando sono così diverse tra loro? Addirittura ci sono delle specie sempreverdi e altre no, alcune con gruppi di foglie, altre con foglie singole. C’è però un elemento che accomuna tutte queste piante così diverse, si tratta dei keiki che si vanno a formare sia all’altezza dei nodi che alla base dello stelo. Si tratta, per chi non lo sapesse, di nuove piantine di orchidea che possono essere anche staccate e rinvasate, se si aspetta che crescano a sufficienza.
Dendrobium: curiosità
Abbiamo visto che questo termine arriva dal greco ma non abbiamo detto che ad assegnarlo a questa pianta è stato Olaf Swartz nel 1799 che all’epoca annoverò in questo genere solo 19 specie.
Un altro personaggio che lega il suo nome a quello di questo genere di orchidee è Jiro Yamamoto, un bravissimo ibridatore. E’ un appassionato giapponese che lavora alle Hawaii e crea ibridi molto famosi e apprezzati, soprattutto per i colori stupendi che riesce ad ottenere.
Il Dendrobium cresce in Australia, anche, ed è diventato perfino l’emblema floreale del Queensland (Australia) dal 1959. Lo ritroviamo anche sul francobollo da 25 centesimi dell’Australia pubblicato il 10 luglio 1968, progettato dal R. e dal P. Warner ed in quello da 1,20 $, sempre australiano progettato da Cathleen Cram con le illustrazioni dall’artista Clare Kaegi.
Dendrobium: coltivazione
Anche se hanno la fama di essere delle orchidee difficili da coltivare, vale la pena di provarci perché non è un’impresa impossibile e, se si impara come farlo, si possono ottenere delle grandi soddisfazioni.
La prima cosa da fare è informarsi sulla specie di appartenenza e da essa partire per individuare le esigenze colturali. Trattandosi di piante che arrivano da climi ben diversi sai nostri, ci toccherà riprodurre delle condizioni climatiche ad hoc all’interno del nostro appartamento per far sentire le piante a proprio agio.
Nella maggior parte dei casi i Dendrobium hanno un periodo vegetativo molto rapido quindi crescono molto in fretta per quanto riguarda foglie e rami, mentre se si tratta di fiorire, sono molto più lenti. Lo stesso vale per la produzione di semi.
In inverno queste orchidee vanno in riposo vegetativo e utilizzano le riserve immagazzinate negli pseudobulbi durante la fase di pieno sviluppo. Per capire meglio come comportarsi nel coltivare i Dendrobium, sono stati creati 6 gruppi, ciascuno con delle esigenze particolari, esistono però delle indicazioni di carattere generale che qui di seguito accenniamo.
Il momento migliore per annaffiare questi fiori è il mattino, in modo che ci sia tempo per le foglie di asciugare prima della notte. E’ importante non fare formare dei ristagni idrici ma allo stesso tempo assicurarci che l’ambiente resti umido, ad esempio utilizzando un sottovaso con argilla espansa o ghiaia e spruzzando le foglie una volta al giorno.
La concimazione è essenziale perché fornisce alla pianta gli elementi nutritivi necessari. Meglio unire il concime all’acqua di irrigazione e bagnare bene il substrato prima di procedere. Prima o poi arriva anche il momento del rinvaso ed è un’operazione molto delicata, da eseguire con attenzione. Prima di spostare la pianta, bagniamone le radici in modo che sia più facile spostarle senza romperle. Quando spostiamo la pianta, approfittiamone per pulirla dalle radici e dai rami morti ma ogni superficie di taglio va trattata con polveri fungicide per evitare che sopraggiungano parassiti o malattie.
Quando spostiamo la pianta, facciamo in modo che ci sia un po’ di spazio tra i bordi del vaso e le radici in modo da non dover fare un rinvaso ogni anno. Nel nuovo vaso l’orchidea deve essere posizionata dove non verrà colpita dalla luce diretta del sole e dove non rischia di subire degli sbalzi di temperatura.