Demenza senile nel cane e demenza senile nel gatto

Demenza senile nel cane e demenza senile nel gatto

Tutti i padroni di animali lo devono mettere in conto, anche se non è un pensiero piacevole. Molto probabilmente il nostro cane e il nostro gatto moriranno prima di noi e potrà capitare che prima di lasciarci soffrano di Demenza senile.

E’ triste pensarlo ma è inutile fare gli struzzi e negare la realtà dei fatti, meglio invece imparare a comprendere come si può stare vicino al proprio animale domestico nel caso che riscontrasse questo disagio. Non è così difficile e il legame che ci unisce ad esso ci può spronare a fare qualche sforzo per andare in suo soccorso. Possiamo parlare sia di demenza senile nel cane che di demenza senile nel gatto, in entrambi i casi rimbocchiamoci le maniche e restiamo al fianco dei nostri amici a quattro zampe.

Demenza senile nel cane e demenza senile nel gatto: cause

In media i cani iniziano a invecchiare dai 6 ai 10 anni, i gatti poco dopo. Queste età dipendono anche dalla razza, soprattutto nel primo caso, ma non ci soffermiamo troppo su queste cifre per non guardare in faccia la realtà. I nostri animali invecchiano prima di noi e questo ha parecchie conseguenze. La vista si abbassa, l’udito cala, anche l’olfatto può perdere qualche colpo anche se è forse il senso che resta più performante.

La causa della demenza senile? Sia nel caso del gatto che in quello del cane è chiaro che è la vecchiaia. La risposta sta nel nome, nella parola “senile” che ben comunica anche il fatto che c’è poco da fare per evitare l’arrivo di questa malattia. Vale lo stesso discorso anche per gli esseri umani.

La demenza senile nel cane e nel gatto si verifica in modo piuttosto frequente se i nostri amici pelosi arrivano ad un’età avanzata senza altri problemi di salute. In generale, quando si parla di demenza senile, ci si riferisce ad una disfunzione cognitiva che si traduce nella perdita della capacità di ragionare. Il cane e il gatto non sono più ludici come prima, diventano più deboli e perdono la memoria.

Demenza senile nel cane e demenza senile nel gatto

Demenza senile nel cane e demenza senile nel gatto: sintomi

Tutti abbiamo almeno una vaga idea del significato di demenza senile e di quale sia l’impatto di questa patologia sulla vita di chi ne è colpito. Forse ci può sorprendere che possa colpire anche i cani ed i gatti perché nella maggior parte dei casi si collega questa disfunzione alle persone anziane.

E’ quindi il caso di osservare nello specifico quali sono i sintomi identificati sugli animali. Il senso di disorientamento, innanzitutto, sia nel cane che nel gatto. Entrambi possono cominciare a mostrare delle difficoltà nel muoversi nei luoghi anche più conosciuti, sbattendo contro gli ostacoli, ad esempio, e sbagliando le direzioni.

Anche la velocità di reazione certamente va a diminuire. Succede in generale con l’età ma nel caso della demenza senile, ciò appare tremendamente invalidante. L’animale diventa quasi apatico perché fatica a rispondere agli stimoli esterni, non riesce a partecipare ai momenti di divertimento insieme a noi, quelli che ci hanno sempre visto protagonisti, e ci si attacca in modo quasi morboso

Sguardo perso, atteggiamento irrequieto, sonnolenza, inappetenza. Anche questi sono sintomi di demenza senile. La qualità della vita senza dubbio crolla ai minimi livelli ed è importante capire come è possibile accompagnare al meglio i nostri amici in questa fase.

Demenza senile nel cane e demenza senile nel gatto: rimedi e farmaci

Anche se la diagnosi non è delle più difficili, è sempre meglio rivolgersi ad un veterinario per una visita. Solo uno specialista può fare una valutazione completa e precisa analizzando sia il comportamento che le condizioni fisiche del cane e del gatto in modo da essere certi che si tratti di demenza senile e non di un altro tipo di disturbo, più o meno grave.

Non esistono poi di fatto delle vere e proprie cure per questo problema, non ci resta quindi che ricorrere a dei rimedi palliativi per alleviare i sintomi e migliorare la qualità della vita del gatto e del cane anziano.

I farmaci, in questo quadro, sono previsti solo e soltanto se il livello di degenerazione non è grave, altrimenti è inutile ricorrervi e si rischia di peggiorare le cose. Tra i farmaci che il veterinario potrebbe prescrivere troviamo la Nicergolina, ad esempio, un principio attivo che aumenta il flusso sanguigno al cervello, diminuendo al liberazione di radicali liberi, fungendo da neuroprotettore. Anche gli inibitori della Monoamino Ossidasi possono essere utili perché riducono l’azione dei radicali liberi esercitando una funzione neuroprotettrice. Un rimedio naturale adatto è il Ginko Biloba, estratto vegetale che migliora l’irrigazione sanguigna al cervello e le funzioni cognitive.

Ci sono altre azioni che possono essere utili in caso di demenza senile nel cane e nel gatto. Ciò che si consiglia è di continuare a stimolare i nostri animali sia nel tatto che nel gusto, in modo che si sentano “chiamati” a rispondere e a essere presenti. L’ambiente domestico dovrebbe essere il più accogliente possibile quindi con il minore numero di ostacoli possibili e senza troppi rumori.

Se vi è piaciuto questo articolo continuate a seguirmi anche su TwitterFacebook e Instagram