Delega fiscale e fiscalità ecologica
Adottare una fiscalità ecologica significa orientare il mercato verso modi di consumo e produzione sostenibili. In questa direzione va la delega fiscale 2014 con cui il Parlamento ha autorizzato il Governo a introdurre nuove forme di fiscalità energetica e ambientale (Art. 15 della delega fiscale) con lo scopo, si legge nel testo, di ‘contribuire alla diffusione e innovazione delle tecnologie e dei prodotti a basso contenuto di carbonio e al finanziamento di modelli di produzione e consumo sostenibili’.
Certo poi l’efficacia della delega fiscale dipende dalla linea dei Decreti Legge del Governo, e qui comincia un’altra partita, ma le premesse per qualcosa di interessante ci sono e altro è in arrivo anche in materia extra-fiscale.
Nel Collegato Ambientale alla Legge di Stabilità, l’equivalente della vecchia legge finanziaria, sono previsti infatti un Comitato per il Capitale Naturale (che speriamo non sia il solito ‘carrozzone’) e un Catalogo dei sussidi ambientali dannosi e favorevoli. Tanta roba, stiamo a vedere.
Fiscalità ecologica significa anche e soprattutto la riduzione della tassazione sui redditi, in particolare sul lavoro generato dalla green economy. Non ci sarebbe niente di strano, anzi sarebbe perfettamente normale se venisse fatto anche in Italia, visto che la materia è tema della revisione della Direttiva europea sulla tassazione energetica. La fiscalità ecologica, di cui sentiremo sempre più spesso, è dunque una cosa perfettamente normale e con la delega fiscale l’Italia si pone tra i Paesi che hanno le carte (per ora solo le carte) in regola.
Di recente la Commissione europea ha anche presentato uno studio in cui si evidenziano gli impatti positivi di una riforma fiscale ambientale in 12 Stati membri, tra cui l’Italia. La sintesi dell’indagine è che misure di fiscalità ecologica adottate a livello europeo sono utili sia per migliorare l’efficacia delle politiche ambientali sia per alleggerire la pressione fiscale sul lavoro e sulle imprese. Nello stessa direzione vanno le proposte che il Consiglio Nazionale della Green Economy ha avanzato al Governo per il semestre del Consiglio Europeo a presidenza italiana iniziato a luglio.
Pubblicato da Michele Ciceri il 2 Agosto 2014