Abbiamo tutti in mente l’Amazzonia quando si tratta di capire che cos’è la deforestazione, forse per tenere ancora una volta il problema lontano da noi quando invece è dietro l’angolo e molto spesso anche davanti ai nostri occhi. Le foreste, anche quelle delle nostre Regioni, stanno scomparendo.
Se in Amazzonia nel solo 2020 sono stati abbattuti 11mila metri quadrati di alberi secondo il Rapporto dell’Agenzia nazionale di ricerca spaziale (Inpe), negli ultimi anni nel globo siamo riusciti a raggiungere il livello di 30 milioni di ettari di foreste sacrificati con un ritmo di distruzione di pari a un campo di calcio al secondo.
Cos’è la deforestazione
Il termine parla da solo, non c’è molto da aggiungere ma più che altro da agire per opporvisi. Con a parola “deforestazione” si vuole descrivere il fenomeno della distruzione o di una evidente riduzione di boschi e foreste. E’ quasi automatico che la colpa ricada sull’uomo perché questa razzia di alberi avviene quasi certamente a causa principalmente delle attività umane, non abbiamo infatti per decenni fatto molto caso questa situazione di “nulla che avanza” nei nostri boschi sprecando invece il suolo globale come fosse una fonte infinita.
Deforestazione: cause
Una volta compreso che parte tutto da noi umani, trovato quindi il colpevole prima ancora di chiedercelo, possiamo indagare sul suo movente che può essere dei più vari. Esistono infatti molti motivi per cui desiderare la scomparsa di una foresta, soprattutto per il legno che se ne ricava. In molti casi serve il legno, come materia prima ma tra le principali cause di deforestazione c’è anche il bisogno di ricavare terreni coltivabili e pascoli. Tanti e diversificati purtroppo sono i settori che possono trarre vantaggio dalla scomparsa delle foreste come ad esempio quello della cosmetica oppure quello alimentare.
Questo è ciò che avviene nei paesi sviluppati come la nostra Italia ma non va dato per scontato che dove c’è meno industria le foreste vengano maggiormente rispettate. Sono un esempio valido tutti quei casi in cui in Africa, Asia e America del Sud soprattutto, i piccoli agricoltori prendono possesso di terreni ricoperti da foreste per poi dare fuoco agli alberi che ci vivono per poter coltivare i terreni fertilizzati dalle ceneri. Questo metodo rende la terra produttiva solo per un breve tempo, quindi si passa poi presto ad un altro tratto di terreno lasciandosi dietro il vuoto
Deforestazione: conseguenze
Al pensiero delle foreste che vanno in fiamme, subito si pensa all’anidride carbonica rilasciata in atmosfera, un gas setta che impatta fortemente sulle dinamiche climatiche. La scomparsa una foresta inoltre, significa inoltre anche la sparizione di tutte quelle creature che vivono al suo interno e che non si possono adattare ad un altro habitat in tempi brevi. Questo vale per le foreste tropicali con i loro abitanti spettacolari, ma anche per le foreste di casa nostra che custodiscono comunque un importante patrimonio di biodiversità.
La rottura dell’equilibrio, la straniante presenza/assenza di foreste può portare anche a disastri ambientali ben più evidenti e traumatici come ad esempio le frane e i crolli di montagne come anche gli incendi che hanno una potenza devastatrice come pochi altri fenomeni.
Anche vista dall’alto, da Google che ha mappato e studiato la salute di tutte le foreste sparse sulla Terra, la situazione non è affatto delle migliori e va peggiorando. Nei mesi estivi si assiste ad un vero e proprio massacro ad esempio della foresta dell’Amazzonia che è stata torturata con oltre 200.000 roghi con un forte impatto sugli esemplari di fauna selvatica ospitati.
Deforestazione e clima
Nelle conseguenze della deforestazione da citare c’è anche il cambiamento climatico e c’è da dedicargli un intero paragrafo anche per far intendere la vera grande sfida del secolo. Le foreste possono fare la differenza nella lotta per bloccare il surriscaldamento climatico. Un terzo delle azioni per mitigare il clima è strettamente legato anche dalla capacità che abbiamo di preservare le foreste, gli alberi.
Tale consapevolezza sta crescendo e non solo nelle persone ma anche nei governi e nelle aziende che stanno iniziando a capire come la deforestazione selvaggia danneggi l’umanità con forti riscontri anche lato business ma non solo, anche sociale. Il cambiamento però non è così facile non solo a causa dell’impatto sul profitto che nel breve potrebbe avere ma anche alla luce di un’emergenza che va affrontata su scala globale, rilanciando anche i piccoli gesti individuali, come le azioni di singoli e di associazioni specializzate nell’attività di piantare alberi.
Altri rimedi contro la deforestazione
Un passo avanti è certamente parlarne e continuare a farlo anche per far arrivare l’allarme deforestazione alle orecchie giuste, quelle dei decisori come ad esempio chi partecipa al dibattito del G7. E per fortuna si trova traccia di questo problema anche nel quindicesimo punto dei Sustainable Development Goals approvati nel 2015 dall’ONU nel punto 15.2: “Entro il 2020, promuovere l’attuazione di una gestione sostenibile di tutti i tipi di foreste, fermare la deforestazione, il ripristino delle foreste degradate e aumentare notevolmente la riforestazione a livello globale”.
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