Mobilità sostenibile: definizione e problematiche connesse
“Mobilità sostenibile: definizione e problematiche connesse” è il nuovo articolo frutto della collaborazione tra la Sezione Valorizzazione della Ricerca e Public Engagement – Agorà Scienza – e dal Green Office UniToGO dell’Università di Torino con la IdeeGreen S.r.l. Società Benefit.
L’articolo riprende i testi del prof. Andrea Scagni e della dott.ssa Micol Maggiolini pubblicati nell’opera “Lessico e Nuvole: le parole del cambiamento climatico”, la seconda edizione della guida linguistica e scientifica per orientarsi nelle più urgenti questioni relative al riscaldamento globale, curata dalla Sezione e dal Green Office.
La versione gratuita di Lessico e Nuvole, sotto forma di file in formato .pdf, è scaricabile dalla piattaforma zenodo.org.
La versione cartacea e l’eBook sono acquistabili online sulle seguenti piattaforme di distribuzione:
– Amazon
– Mondadori (anche con Carta del Docente e 18app)
– IBS
– Libreria Universitaria (anche con Carta del Docente e 18app)
Tutto il ricavato delle versioni a pagamento sarà utilizzato dall’Università di Torino per finanziare progetti di ricerca e di public engagement sui temi dei cambiamenti climatici e della sostenibilità.
Definizione di mobilità sostenibile
La mobilità è l’insieme di azioni che permettono alle persone di spostarsi sul territorio per varie finalità.
Lo sviluppo tecnologico ha ampliato enormemente le opportunità di mobilità, con la diffusione di massa di mezzi di trasporto che hanno incrementato la velocità degli spostamenti e ne hanno diminuito il costo.
Oggi, soprattutto nelle aree a elevata densità abitativa delle società industrializzate, l’individuo dispone di una notevole varietà di “modi” di spostarsi.
I parametri di utilità individuale nelle scelte di mobilità sono legati alla velocità e al comfort dello spostamento, a cui si aggiunge la piacevolezza in caso di mobilità per turismo e svago.
La mobilità richiede un consumo di energia e l’utilizzo di mezzi di trasporto implica occupazione di spazio, fattori con un impatto molto diversificato in relazione al mezzo adottato.
Tali fattori generano le esternalità negative della mobilità sul benessere collettivo derivanti dall’azione individuale di spostarsi e, con la mobilità di massa, sono divenuti problemi di grande rilevanza.
La sostenibilità degli stili prevalenti di mobilità è quindi messa in discussione, sia per il consumo di fonti non rinnovabili di energia, sia per l’indisponibilità di spazi sufficienti a permettere a tutti l’utilizzo di mezzi di trasporto ingombranti.
Inoltre, i veicoli non sono in grado di tradurre completamente l’energia consumata in propulsione: sebbene la loro efficienza sia cresciuta grazie alle tecnologie costruttive, parte dell’energia consumata si trasforma comunque in sottoprodotti non desiderati, in termini di inquinamento atmosferico e acustico, dannosi per la salute e per l’ecosistema del Pianeta.
Mobilità e Incidentalità
Un ulteriore problema è l’incidentalità. Gli incidenti, tanto più gravi in relazione alla combinazione tra velocità degli spostamenti e massa dei mezzi di trasporto, sono maggiormente pericolosi per chi usa mezzi meno ingombranti, che offrono meno protezione.
Si delinea quindi la problematica di “sostenibilità della mobilità”, in termini di esaurimento di fonti energetiche non rinnovabili, congestione, emissioni di gas inquinanti e climalteranti, rumorosità e incidentalità. In particolare, la combustione di carburanti immette in atmosfera di diossido di carbonio (CO2), il principale gas la cui eccessiva presenza porta al riscaldamento globale. Il ruolo della mobilità nella produzione di CO2, anche se non esclusivo, è rilevante e indiscutibile (vedi la figura).
Anche se non è ipotizzabile azzerare tale esternalità, esperti e la maggioranza dei policy makers condividono la necessità di una transizione verso forme di mobilità più sostenibili, in particolare, ma non solamente, rispetto all’inquina-mento atmosferico.
Le forme di mobilità di cui è auspicabile incrementare il modal share (quota di spostamenti sul totale) sono quelle più efficienti in termini di CO2 prodotto per persona trasportata/unità di distanza coperta, ma anche più sostenibili rispetto agli altri parametri citati.
In cima alla piramide di priorità si trova la “mobilità attiva”, in cui lo spostamento avviene grazie allo sforzo muscolare dell’individuo e la massa del mezzo di trasporto è limitata (es. spostamento a piedi, in bicicletta), poi la “micromobilità”, nuova categoria di mezzi che combinano la propulsione muscolare a quella di motori elettrici su mezzi leggeri e compatti (es. e-bike e monopattini elettrici). Sfruttando un’altra dimensione di efficienza, quella dello spostamento concomitante di un elevato numero di individui, emerge il trasporto pubblico soprattutto se elettrico (treni, autobus, tram, metropolitane, ecc.).
La multimodalità
In molti casi, peraltro, la sostenibilità si associa alla “multimodalità”, l’impiego di più mezzi combinati nel tragitto.
Recentemente, alla sostenibilità intrinseca al mezzo di trasporto si è affiancato un altro piano di sostenibilità, legato al modo in cui i mezzi vengono utilizzati: è la sharing mobility, che implica l’uso condiviso ma non contemporaneo dello stesso mezzo, fornito da società specializzate. A tale modalità si affianca anche l’uso condiviso contemporaneo di mezzi di trasporto privati (es. car pooling).
Infine, grazie alle funzionalità degli smartphone, si sta sviluppando il concetto di MAAS (mobility as a service): in ambito urbano prevede la piena integrazione tariffaria e informativa che permette spostamenti efficienti e convenienti sfruttando i mezzi di trasporto più adatti al tragitto, pubblici e collettivi o in sharing, prescindendo dall’idea di possesso personale di mezzi di trasporto.
prof. Andrea Scagni, Dipartimento di Economia e Statistica “Cognetti de Martiis” – Università di Torino; Gruppo Mobilità UniTo Green Office UniToGO
dott.ssa Micol Maggiolini, Area Sostenibilità, Direzione Edilizia e Sostenibilità – Università degli Studi di Torino; Coordinamento UniTo Green Office UniToGO
Bibliografia
– Latini Gianni, Bagliani Marco, & Orusa Tommaso. (2020). Lessico e nuvole: le parole del cambiamento climatico – II ed., Università di Torino. Zenodo. http://doi.org/10.5281/zenodo.4276945
– Banister D., 2007, “The sustainable mobility paradigm”, Transport Policy 15 (2008) 73–80.
– Censis, “Verso la mobilità 2.0. La gestione del cambiamento”, Roma (2016).
– Donati A. Petracchini F., Gasparini C., Tomasetti L., Cozza V., Scarpinella M.S. “Mobilitaria 2020. Politiche di mobilità e qualità dell’aria nelle città italiane 2020. Analisi e proposte al tempo del Covid-19”. Terzo rapporto Kyoto Club – CNR-IIA (2020).
– Donati A., Petracchini F., “Muoversi in città. Esperienze e idee per a mobilità nuova in Italia”. Edizioni Ambiente (2015).
– Holden E., Banister D., Gössling S., Gilpina G., Linnerud K., 2020, Grand Narratives for sustainable mobility: A conceptual review, Energy Research & Social Science, 65 (2020) 101454.
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