D3CO non fa divani, fa accomodare la natura con stile
Credito agevolato per le imprese green? “Si tratta di processi davvero lunghi e macchinosi, incompatibili con la velocità di crescita di una start-up. Andrebbero riviste le procedure per evitare di soffocare le idee che a breve potrebbero risollevare il paese”. Parola di Davide Barzaghi, di D3CO, che con Disfatto (di Denis Guidone) ha conquistato il premio del Design dello Stupore allo Young & Design Award 2012, ma soprattutto che ha creato una piccola azienda virtuosa intrecciando natura, tradizione e design.
1) Quali sono le caratteristiche peculiari di D3CO ?
Natura, tradizione, design, questi sono i valori di D3CO che si propone come primo sviluppatore di imbottiti di design completamente naturali. Collabora con giovani designer italiani e si affida a un processo produttivo completamente artigianale, realizzato in loco senza avvalersi di alcun tipo di delocalizzazione.
2) Quando e come è nata l’idea?
L’idea è nata lo scorso anno, a cena con la mia compagna Christine e Lydia, un’amica fotografa. Stavamo cercando di immaginare cosa effettivamente mancasse nei nostri rispettivi settori lavorativi e l’accento cadde sulla effettiva possibilità di realizzare un divano completamente naturale, senza poliuretani, plastiche e altri componenti dannosi per la salute e per l’ambiente. Stavo già facendo ricerche in questo campo e una riflessione di questo tipo diede lo stimolo per decidere di intraprendere al più presto questa avventura.
3) Come scegliete i vostri designer? Chi sono?
Non ricordo di aver accettato nessun progetto sulla base del mero disegno. Il rapporto umano è molto importante. Ho contattato inizialmente Paolo Cappello, eravamo compagni di corso all’università e mi piaceva il suo stile, poi sono arrivati Mario Ferrarini, Sara Ferrari, Denis Guidone, Brian Sironi e i CTRLZAK.
Ho conosciuto parecchi professionisti quest’anno, molti hanno proposto idee, ma devo dire che sono stato catturato principalmente dalla personalità del soggetto: ho trovato persone capaci di comunicare attraverso il prodotto da loro concepito tanto che ormai, per abitudine, chiamo i diversi prototipi direttamente con il nome del designer che li ha ideati. É questo che cerco: affinità stilistica. Inoltre i nostri designer sono tutti professionisti sotto i trentacinque anni: è così che ho voluto creare un gruppo da cui poi partire con il progetto D3CO.
4) Come scegliete i materiali ? Quali certificati di garanzie “pretendete”?
Ogni singola componente, dal tessuto alle schiume di imbottitura, ai filati per le cuciture, presenta almeno una certificazione che viene fornita alla consegna. Le certificazioni più importanti provengono da organismi internazionali come Oeko-tex, per l’analisi dei materiali tessili, e la HCCO-E0, per l’ assenza di formaldeide all’interno dei multistrati utilizzati per le strutture in legno o bambù. Ogni divano, inoltre, per massima trasparenza, è interamente ispezionabile tramite un sistema di cerniere zip che permettono di osservarne la struttura interna e le componenti utilizzate per la costruzione.
5) Le scelte compiute quanto incidono sui costi dei vostri prodotti?
Le materie prime e i semilavorati che utilizziamo sono quanto di meglio si possa trovare sul mercato, questo incide già di per sé sul costo finale di un nostro prodotto, inoltre garantire un prodotto comporta costi aggiuntivi per l’azienda che lo produce e noi lavoriamo solo con materiali certificati. Per divani e complementi interamente artigianali, non esistono logiche di delocalizzazione o industrializzazione della produzione e le ore dedicate ad ogni singola creazione sono molte. Per questo ci poniamo completamente al di fuori delle logiche di mercato e adottiamo anche principi per un commercio etico.
6) Nel vostro settore sono aumentate le aziende attente alla sostenibilità dei propri prodotti?
Sembra di sì, ma devo dire che spesso si trova il concetto di ecosostenibilità invece che il nostro, di naturalità. D3CO propone un prodotto artigianale di design e naturale, non ecosotenibile. La differenza è veramente marcata. In un contesto artigiano parlare di Life Cycle Assestment sarebbe poco credibile, meglio puntare su un modello di più semplice interpretazione e più vero in cui il prodotto è la somma delle sue componenti: se tutte le componenti sono certificate come naturali lo sarà anche il prodotto finito.
7) I clienti mostrano interesse a questo aspetto? E le istituzioni?
Ho notato un interessamento molto più marcato da parte dei mercati del nord Europa, generalmente più attenti alle tematiche proposte dal nostro marchio ma abbiamo anche ricevuto un riconoscimento al Salone del Mobile di Milano: il premio del Design dello Stupore allo Young & Design Award 2012 con Disfatto di Denis Guidone.
Per quanto riguarda le facilitazioni … non ce ne sono! Stiamo cercando di accedere a misure di credito agevolato per le imprese, ma si tratta di processi davvero lunghi e macchinosi, incompatibili con la velocità di crescita di una start-up. Capisco il momento e le difficoltà economiche, ma credo che sarebbe bene rivedere le procedure per evitare di soffocare le idee che, a breve, potrebbero permettere al nostro paese di creare nuova ricchezza a beneficio di tutti.
Intervista a cura di Marta Abbà
Pubblicato da Marta Abbà il 10 Maggio 2012