5 curiosità sugli squali – Tra i tanti animali che popolano i nostri mari, uno tra i più suggestivi è certamente lo squalo. Non tutti lo sanno ma gli squali vivono nelle acque marine e oceaniche da ben 400 milioni di anni. Sono comparsi persino prima dei dinosauri, ai quali sono sopravvissuti. Attualmente, in tutto il globo le specie di squalo sono più di 465, sebbene molti di questi straordinari predatori siano ormai a rischio di estinzione, a causa dell’azione antropica.
Altrettanto diversificati sono gli habitat in cui vivono gli squali. Determinati esemplari trovano il loro ambienti ideali anche nelle acque dolci. Dietro questi animali si celano molte altre peculiarità, nella maggior parte dei casi poco note. In questo articolo conosceremo allora alcune curiosità sugli squali.
Caratteristiche degli squali
Gli squali sono pesci con lo scheletro composto di cartilagine. Per questo motivo vengono definiti anche pesci cartilaginei. Appartenenti al gruppo degli elasmobranchi, gli squali si contraddistinguono per la testa appuntita, un corpo affusolato e una grande apertura mascellare. Gran parte delle specie di squalo presenta cinque fessure branchiali ai lati della testa. Tuttavia, alcune specie si caratterizzano per la presenza di sei o più fessure branchiali.
Gli squali vivono praticamente in ogni tipo di mare, dalle acque tropicali fino a quelle temperate. Questi predatori prediligono comunque gli habitat con acque fredde, con temperature che si aggirano sugli 11/12 gradi centigradi.
Curiosità sugli squali
1.Gli squali non dormono
Gli squali non entrano mai in una fase di sonno profondo come fanno invece gli altri vertebrati. Restano con gli occhi aperti, muovendosi più lentamente ma continuando comunque a nuotare. In questa fase particolare, riescono a mantenere una parte del cervello a riposo.
2. Anche gli squali hanno dei predatori
Nonostante gli squali occupino una posizione privilegiata nella catena alimentare, essendo ai vertici della stessa, hanno anch’essi dei predatori. Alcuni squali, del resto, sono lunghi solo una decina di centimetri. Possono quindi essere cacciati con facilità da altri pesci di dimensioni maggiori. Si può pensare ad esempio allo squalo gatto, specie che si trova nei mari temperati e tropicali di tutto il mondo.
Anche le specie più grandi possono in taluni casi essere predate. Sono stati ad esempio documentati casi di squali bianchi uccisi dalle orche. Ma il “predatore” per eccellenza degli squali resta l’uomo, a causa soprattutto delle pratiche di pesca intensiva.
3. Alcuni squali cambiano 30mila denti nell’arco della vita
Quelli degli squali sono denti particolari. Non sono attaccati all’osso ma esclusivamente alle gengive. Nell’arco della vita, negli squali file di denti nuovi continuano a crescere dietro a quella principale, determinando un ricambio costante.
Il dente di uno squalo dura in media una settimana prima di cadere. Quando questo si verifica, il dente immediatamente posteriore avanza fino a sostituirlo. Un dente può essere rimpiazzato in meno di ventiquattro ore. La rapidità con cui si produce l’intero processo è tale che alcune specie di squali arrivano a cambiare fino a 30mila denti nel corso della propria esistenza.
4. Non tutti gli squali sono carnivori
Non tutte le specie di squali sono carnivore. Esistono infatti diversi esemplari che per sopravvivere si nutrono esclusivamente di plancton. Queste specie sono di conseguenza del tutto innocue per gli altri animali marini e, naturalmente, anche per l’essere umano.
5. Gli squali non hanno squame
La pelle degli squali si contraddistingue per la durezza. È ricoperta da dentelli dermici che presentano a loro volta uno smalto molto simile a quello dei denti. Questa pelle particolare permette agli squali di ottimizzare il loro movimento in acqua, assicurando loro una straordinaria idro-dinamicità.
Squali: perché sono in pericolo
Si stima che la popolazione mondiale degli squali si sia ridotta di oltre il 70 per cento. Il declino è così elevato da essere ormai prossimo al “punto di non ritorno”. Accanto al cambiamento climatico e all’inquinamento, incluso quello acustico, tra le principali minacce per gli squali, come per il resto della fauna marina, rientra la pesca intensiva. Gli squali vengono cacciati per l’olio di fegato, per la loro carne e in particolar modo per le loro pinne, ingrediente di una zuppa molto apprezzata in territorio asiatico.
Si calcola che ogni anno, 100 milioni di esemplari di squali siano uccisi o rimangano vittime della pesca accidentale. Una vera strage che rischia di far scomparire questi predatori, provocando una serie di conseguenze a catena negli habitat marini.
Tra i posti più pericolosi del pianeta per gli squali c’è proprio il Mediterraneo. Nel bacino del Mediterraneo il consumo diretto della carne di squalo è elevato, soprattutto in Italia, che è tra i principali consumatori. Molto spesso ciò avviene senza che le persone ne siano consapevoli. Molti consumatori non sanno che dietro a nomi comuni quali palombo, smeriglio e verdesca si celino in realtà delle specie di squalo. In molti casi, le persone sono invece vittime di frodi alimentari. Molto comune è ad esempio la frode che vede i tranci di squalo spacciati per pesce spada.
Il quadro, nel suo complesso, ha condotto a dei dati allarmanti. Ben il 50% delle specie di squalo presenti tra le acque del Mare Nostrum è difatti a rischio di estinzione.
Curiosità sugli squali: le App per tutelarli
Il 14 luglio del 2020, in occasione dello Shark Day, la Giornata mondiale degli squali, il WWF ha lanciato l’App Sharkulator. L’applicazione mira a scoraggiare quante più persone possibili a non consumare le zuppe di pinne di squalo. La particolare iniziativa si basa su dati scientifici riguardanti la mortalità degli squali pescati in modo insostenibile.
Un ulteriore esempio di App pensate per tutelare gli squali si trova in SharkApp. Si tratta di un progetto di Citizen Science, a cura dei ricercatori della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, per coinvolgere attivamente pescatori e appassionati del mare nella salvaguardia di questi eccezionali animali.
L’applicazione, disponibile per dispositivi sia iOS sia Android, invita gli utenti a segnalare gli squali incontrati per caso mandando una foto e la posizione in cui è avvenuto l’avvistamento. I dati raccolti costituiscono una fonte estremamente preziosa per i ricercatori che, grazie alla mappatura, hanno la possibilità di realizzare interventi mirati per proteggere gli squali.