Malattie degli ovini come la brucellosi, la blue tongue, l’echinococcosi, la cenurosi e la scrapie non possono essere curate dall’allevatore ma ci sono alcune malattie delle pecore altrettanto diffuse che possono essere trattate, almeno in parte, in autonomia.
Nell’articolo Malattie delle pecore abbiamo visto come curare e prevenire l’ectima e la pedaina, malattie delle pecore molto comuni e altamente contagiose. Oggi vedremo come prevenire e curare mastiti e blocco ruminale.
Curare le malattie delle pecore, mastite
Colpisce le mammelle che appaiono dolenti, indurite e calde. Il latte prodotto da pecore colpite da mastiti può essere modificato sia in termini di consistenza, colore e odore e non può essere consumato. Per mastite si intende un processo infiammatorio che può andare a modificare sia i tessuti, sia i secreti (latte). La mastite è una malattia molto comune che attacca gli allevamenti di pecore da latte. Spesso la mastite è il risultato di errori dell’allevatore quali:
-scorretta alimentazione
-traumi alla mammella per cattive prassi di mungitura
-scarsa igiene nell’allevamento
-lettiere mal impagliate
La mastite richiede un intervento nelle fasi iniziali della malattia. La prima cosa da fare è comprendere quale comportamento ha innescato la mastite e correggerlo. Occorre poi mungere la mammella almeno 4-5 vole al giorno e alimentare l’animale esclusivamente con fieno grossolano e indotto a bere il più possibile, anche se ciò significa somministrare acqua in modo forzato con una grossa siringa o bottiglia a collo lungo e stretto. Sulla mammella colpita vanno operati impacchi di argilla e aceto così da favorire il processo di guarigione, l’argilla va inumidita spesso perché in poche ore si secca. Se la mastite non migliora entro 24 ore è necessario chiamare il veterinario.
Curare le malattie delle pecore, blocco ruminale
Non si tratta di una vera malattia ma se non riconosciuta e tratta può condurre l’animale alla morte. Di solito il blocco ruminale insorge quando le pecore hanno pascolato troppo a lungo in terreni dove la trebbiatura di mais, orzo o altri cereali, ha lasciato residui appetitosi, oppure se l’animale è riuscito ad accedere al deposito dei mangimi. In altre parole si presenta quando le pecore ingeriscono un’eccessiva quantità di cibo.
Il primo campanello d’allarme si ha quando la pecora gira il capo insistentemente verso il fianco sinistro, manifestazione di dolore ruminale. Inoltre i movimenti ruminali appaiono ridotti di frequenza: l’allevatore può poggiare la mano o l’orecchio sulla fossa del fianco sinistro e percepire, ogni minuto, un gorgoglio simile a uno scorscio d’acqua accompagnato da un rigonfiamento.
La pecora può apparire apatica e in fase avanzata potrebbe rimanere immobile con la stesa appoggiata sul fianco sinistro. Per curare questa condizione bisognerebbe cercare di far camminare la pecora il più possibile (qualche minuto ogni ora) e facendogli ingerire del fieno grossolano.
Potrebbe essere utile somministrare all’animale (tramite siringa senza ago o bottiglia) 50 grammi di idrossido di magnesio sciolto in 1 litro di acqua calda. Quando la pecora avrà ingerito la soluzione bisognerà procedere a un vigoroso massaggio del rumine.In seguito bisognerà somministrare un ruminativo vegetale (si compra presso le farmacie che commercializzano prodotti veterinari).
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