Cucine a induzione, consumi
Cucine a induzione, consumi: quanto consuma un piano di cottura a induzione? Quali sono i costi energetici legati al suo impiego e conviene? Tutte le info.
Come funziona la cucina a induzione
I piani di cottura a induzione sfruttano le correnti elettromagnetiche generate dalle bobine poste sotto la superficie del piano. Grazie al campo elettromagnetico si riesce a riscaldare solo la pentola e non il piano di cottura che resta freddo.
Per generare il campo magnetico le bobine necessitano di pentole metalliche come acciaio e ghisa; una pentola in alluminio o in ceramica, non andrebbe ad avviare il piano cottura perché incapaci di attivare il campo elettromagnetico. Per ovviare a questo problema, in commercio esistono pentole per cucine a induzione realizzate in ceramica, alluminio e terracotta che racchiudono sul fondo uno strato metallico (ferro o acciaio) così da consentire alle bobine del piano di cottura a induzione di attivare il campo elettromagnetico.
Cucine a induzione, consumi
Arriviamo alla nota dolente delle cucine a induzione, i consumi. Tra i pro e i contro di un piano di cottura a induzione i consumi gravano fortemente sul piatto della bilancia dei contro.
Attenzione!
In termini energetici, una cucina a induzione consuma meno di una cucina con il classico fornello a gas ma il consumatore ha dalla sua il fatto che il metano costa molto meno dell’energia elettrica.
Le cucine a induzione sono elettriche e obbligano il consumatore a stipulare un contratto ad hoc con il fornitore di energia. Ciò significa che sarebbe *quasi impossibile soddisfare il fabbisogno energetico di una casa e alimentare una cucina a induzione con un contratto da 3,3 kw.
Chi vuole comprare un piano di cottura a induzione dovrà *quasi sicuramente aumentare la capacità del contatore portandola a 4,5 kW o addirittura 6 kW.
Maggiorando la capacità erogativa, va a salire anche il prezzo per kW: il gestore energetico ha una politica dei prezzi per kW molto chiara, più si consuma e più aumenta il prezzo per kW.
**Dico quasi impossibile perché molti produttori stanno lanciando sul mercato dei piani di cucina a induzione ad alta efficienza che vedono picchi di assorbimento di 2,4 – 2,6 kW. I picchi di assorbimento si verificano solo quando l’intero piano di cottura è sfruttato al 100%, ciò significa che la cucina a induzione in questione potrebbe funzionare con il normale contratto da 3,3 kW prendendo le dovute precauzioni. In ogni modo, anche a chi sceglie di limitare la potenza di una cucina a induzione a “soli” 2,4 kW converrà di aumentare il contratto elettrico portandolo a 4,5 kW.
N.B. in alcuni noti blog si legge che la bolletta energetica con un contratto da 4,5 kW e un piano di cottura a induzione limitato a 2,4 kW non andrebbe a superare i 120 euro a bimestre anche usando lavatrici, asciugatrici e tutto ciò che una famiglia di tre o addirittura 4 componenti utilizza in casa. Questa affermazione è molto dubbia e vi consiglierei di non prenderla come riferimento. Per un riferimento economico effettivo fate una semplice stima calcolando i costi moltiplicando le ore di utilizzo dell’apparecchio (calcolate nell’arco del mese) per i kW assorbiti. Moltiplicate poi i kW complessivi al prezzo dell’energia elettrica del vostro gestore. Sommate i costi ottenuti al prezzo ordinario della vostra bolletta elettrica. Solo così riuscirete a capire quanto vi peseranno nella bolletta elettrica i consumi generati da un piano di cottura a induzione.
Quanto consuma una cucina a induzione?
Come premesso, un piano di cottura a induzione consuma meno rispetto a una cucina a gas convenzionale, questo perché la cottura a induzione eroga calore esclusivamente sul fondo della pentola. In tal modo, la pentola impiegherà meno tempo a riscaldarsi, il piano di cottura a induzione produce energia solo per surriscaldare la pentola: le altre superfici restano fredde. Il dispendio energetico è minimo e, rispetto a un normale piano di cottura a gas, a parità di energia impiegata (2 kW), un piano di cottura a induzione offre un rendimento maggiore del 90%.
Altro fattore che incide sui consumi di una cucina a induzione sono i tempi di cottura. In un piano di cottura a induzione, tutti gli sforzi termici sono concentrati sulla pentola metallica, questo abbassa di molto i tempi di cottura.
Per esempio, i tempi di cottura a induzione si riducono a 3 minuti per portare a ebollizione un litro d’acqua mentre un piano di cottura a gas ne impiega 5.
Per abbassare i costi di gestione di un piano di cottura a induzione è necessario leggere attentamente l’etichetta energetica del prodotto al momento dell’acquisto. Scegliete una cucina a induzione che abbia picchi di assorbimento compatibili con il vostro contatore elettrico e con il resto dei consumi della casa. Per abbassare ulteriormente i costi legati ai consumi energetici, l’ideale sarebbe usare il piano di cottura a induzione per sfruttare al meglio l’energia elettrica prodotta da un impianto fotovoltaico domestico.
Molti altri aspetti da considerare sono stati annoverati nella pagina intitolata Fornello a induzione, vantaggi e svantaggi.
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Pubblicato da Anna De Simone il 19 Aprile 2016