La pentola a pressione può essere a buon titolo considerata un accessorio green per il suo contributo alla riduzione dei consumi nella cottura dei cibi. Dal momento del caratteristico sibilo della valvola, basta infatti ridurre al minimo la fonte di calore e iniziare a contare i minuti di cottura. La pressione formata all’interno permette di cuocere in meno tempo esaltando i sapori degli ingredienti cucinati, con un conseguente risparmio di energia.
La pentola a pressione si è diffusa a partire dagli anni Sessanta e la sua comodità d’uso ha fatto sì che in Francia la chiamassero “autocuiser” perché cuoce da sola, senza bisogno di continui controlli. Di norma le pentole a pressione sono costruite in acciaio inossidabile, un metallo igienico e resistente, e hanno uno speciale fondo diffusore che aiuta a non fare attaccare il cibo, grazie a una ottimale diffusione del calore.
La marca più conosciuta dal grande pubblico è la storica Lagostina, un nome diventato sinonimo di pentola a pressione, che ha fatto di questo oggetto un concentrato di tecnologia. Le pentole Lagostina sono tutte dotate di valvola di esercizio, valvola di sicurezza (a doppio funzionamento, meccanico e termico), di un dispositivo di blocco del manico / pulsante che impedisce l’apertura accidentale del coperchio e di una guarnizione, per cucinare ogni volta con la massima sicurezza, anche dopo un utilizzo prolungato.
Per chi non si accontenta, ci sono anche pentole speciali con valvola di esercizio a due pressioni che permettono di scegliere, in funzione del tipo di alimento da cucinare (verdure e pesce o carni), temperatura (110° o 120°) e pressione (o,5 atm o 1 atm): la pressione pià alta è indicata per carni, legumi e minestre a lunga cottura; quella più bassa per verdure alla griglia, pesce delicato e in filetti e frutta.