Crosta lattea adulti: caratteristiche e trattamento
La crosta lattea è un’eruzione cutanea grassa, giallastra e squamosa, che appare a chiazze sul capo dei neonati. La condizione è molto comune, e generalmente appare entro i primi 3 mesi di vita. È una condizione non preoccupante, e raramente causa al bambino qualsiasi disagio.
Sicuramente più rara è invece la crosta lattea adulti, le cui cause non sono ancora ben chiare in modo univoco. Cerchiamo di saperne di più!
Che cos’è la crosta lattea?
La crosta lattea, che alcuni definiscono anche come malattia del favo, o pitiriasi capite, o ancora dermatite seborroica infantile, è una condizione non contagiosa, che non rispecchia in alcun modo il livello di igiene del bambino, potendosi infatti ben verificare anche quando le massime condizioni di benessere e di pulizia vengono garantite al piccolo.
Per certi versi, la crosta lattea è simile alla forfora mentre quando appare su bambini più grandi o su adulti, è ben possibile che si tratti proprio di forfora.
Tra i bambini, si ritiene che la crosta lattea colpisca il 10% dei neonati fino all’età di 1 mese, e la prevalenza raggiunge il 70% entro i 3 mesi di età. Nei neonati di età compresa tra 1 e 2 anni, la prevalenza è solo del 7%, con una percentuale che poi decresce gradualmente fino ad arrivare all’età adulta, in cui la condizione è ben più rara, e generalmente è ricondotta ad altre caratteristiche dermatologiche.
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Come si cura la crosta lattea?
In genere, i casi lievi di crosta lattea spariscono senza alcun intervento in un tempo relativamente breve. Mettere oli o lozioni prima dello shampoo può comunque essere una scelta utile per poter prevenire il problema.
Nel frattempo, è naturalmente fondamentale, anche per accelerare il processo di guarigione, mantenere ottime condizioni di igiene, lavando delicatamente la testa e la zona colpita, ogni giorno, con uno shampoo delicato, e spazzolare delicatamente il cuoio capelluto con una spazzola morbida per sciogliere e rimuovere le squame. Esistono altresì degli specifici pettini che potrebbero essere utilizzati solo a tal fine.
Dopo la scomparsa delle squame, il delicato processo di lavaggio deve essere ripetuto ogni pochi giorni per evitare che il problema si riformi.
Evidentemente, se questi brevi suggerimenti non aiutano a risolvere il problema, occorrerà consultare il proprio medico di riferimento o uno specialista come un dermatologo.
È molto probabile che il personale sanitario possa suggerire l’uso di uno shampoo più forte come, ad esempio, uno shampoo anti-forfora per adulti, o l’applicazione di un olio o di una lozione sulla zona interessata per ammorbidire le squame. In ogni caso, come in parte abbiamo già avuto modo di rammentare, qualsiasi olio o lozione dovrebbe essere applicata prima dello shampoo, poiché lasciare l’olio dopo lo shampoo potrebbe agevolare la formazione di altre scaglie.
In caso di infiammazione o infezione, il medico potrà invece prescrivere antibiotici, una crema leggera a base di steroidi o uno shampoo o sapone antimicotico.
In ogni caso, è bene non lasciarsi scoraggiare: la crosta lattea adulti è raramente grave e, generalmente, si può procedere con il suo trattamento con prodotti da banco, con ottimi tassi di efficacia.
Cause della crosta lattea
Attualmente, non è chiaro cosa causi la crosta lattea, ma non è certamente determinata da allergie, infezioni batteriche o cattiva igiene.
Può invece derivare da ghiandole sebacee iperattive, da un’infezione fungina o da entrambe le condizioni.
Ricordiamo che le ghiandole sebacee si trovano nella pelle e producono una sostanza oleosa, nota come sebo. Le ghiandole sebacee iperattive possono produrre però troppo sebo e questo potrebbe impedire alle vecchie cellule cutanee di seccarsi e cadere dal cuoio capelluto. Invece, tenderanno ad attaccarsi al cuoio capelluto.
Si tenga altresì in considerazione che quando la crosta lattea è frutto di un’infezione fungina, questa potrebbe essere il risultato dell’assunzione di antibiotici da parte del soggetto interessato da questo fenomeno. Gli antibiotici possono infatti distruggere i batteri che causano danni al proprio organismo, ma possono anche distruggere i batteri utili che impediscono l’infezione fungina.
Come prevenire la crosta lattea
Come più volte sottolineato, la crosta lattea adulti è una condizione piuttosto rara. In ogni caso, quando si verifica, di norma non è niente di cui preoccuparsi, e tenderà a sparire da sola. Inoltre, poiché nessuno può dire con certezza quali siano le cause della crosta lattea, ne consegue che non è nemmeno possibile prevenirla.
Naturalmente, un lavaggio delicato con spazzolatura, come descritto in precedenza, impedirà alle squame di ripresentarsi.
Complicazioni della crosta lattea adulti
Nel caso in cui il medico dovesse riscontrare un livello di gravità maggiore nella crosta lattea adulti, tenderà a monitorarla per evitare che peggiori.
È in particolar modo fondamentale contattare tempestivamente un medico se le aree interessate dalla crosta lattea adulti iniziano a diventare rosse, se la pelle è molto irritata, se la crosta si diffonde sul viso o inizia a comparire su altre parti del corpo, se si sviluppano infezioni fungine all’orecchio o se compaiono segni di altre infezioni.
È anche vitale informare il medico di qualsiasi altro problema, come la diarrea, che potrebbe essere collegato a qualche altra malattia che ha nei suoi sfoghi anche la crosta lattea.
I sintomi della crosta lattea adulti
I sintomi della crosta lattea adulti sono molto simili a quelli che si sperimentano nella forma per neonati, ben più diffusa. In particolare, si manifesteranno delle zone di cuoio capelluto che sono gialle e grasse, squame di pelle simile alla forfora sul cuoio capelluto, eventuale arrossamento lieve della zona interessata dal fenomeno. È inoltre possibile che la crosta lattea negli adulti, così come la crosta lattea nei bambini, possa iniziare tipicamente sul cuoio capelluto ma anche diffondersi fino all’area dietro le orecchie. Può anche comparire in chiazze sul naso, palpebre, inguine, ascelle e retro delle ginocchia.
Per maggiori informazioni è naturalmente importante parlarne con il proprio medico di riferimento, per poter valutare il da farsi e i migliori trattamenti per scoraggiare un peggioramento della condizione.
Pubblicato da Anna De Simone il 4 Novembre 2019