Crosta continentale ed oceanica, le due possibili varianti di quella che possiamo chiamare nel suo complesso la crosta terrestre, la superficie su cui camminiamo, costruiamo, viviamo. Ha delle particolari caratteristiche che ci portano ad indagare nel passato ma anche a cercare di capirne le evoluzioni future.
Crosta continentale: definizione
La crosta continentale è un parte della terrestre che a sua volta è l’involucro più esterno dei tanti concentrici di cui è costituita la Terra. Questa crosta non si chiama “crosta” per caso ma perché è solida, oltre ad essere limitata inferiormente da una discontinuità detta Discontinuità di Mohorovičić.
La crosta continentale ha uno spessore medio di 70 Km, diversamente da quella oceanica che è decisamente più sottile, è uno strato di circa 4 Km.
Crosta continentale e oceanica
La crosta terrestre è l’unico strato in cui possiamo chiaramente parlare di due varietà, della crosta continentale e di quella oceanica, perché se ne osserva la marcata eterogeneità laterale. La crosta continentale, con spessore minimo di 35 km e massimo di 90 Km, in corrispondenza delle catene montuose, è uno strato caratterizzato da una bassa densità, per via della presenza di rocce cristalline, prevalentemente granitiche.
La crosta oceanica è meno spessa – da 0 a 10 Km – e ha densità maggiore uguale a quella del mantello sottostante perché costituita prevalentemente da rocce ultrabasiche e basiche. Dal punto di vista morfologico, nel passare dalla crosta continentale a quella oceanica, si trova un gradino detto scarpata continentale.
Crosta continentale superiore
Nella sua parte superiore, la crosta continentale essendo appunto lo strato più esterno del nostro pianeta Terra, confina con l’atmosfera o con l’idrosfera. Cosa abbastanza intuibile e banale a dirsi, meno banale è capire cosa c’è sotto alla crosta terrestre.
Crosta continentale inferiore
Sotto la crosta terrestre c’è una superficie ben definita in cui avvengono cambiamenti sia fisici che chimici interessanti e non banali da individuare. Laddove la crosta diventa mantello, sull’interfaccia, avviene dal punto di vista petrografico, un passaggio, quello tra rocce che contengono feldspati, appartenenti alla crosta, e rocce non ne contengono, più tipiche del mantello.
Oltre ad essere l’unica parte della Terra a contenere rocce sedimentarie, la crosta si distingue dal mantello anche per la presenza di rocce cristalline prevalentemente acide o basiche. Il mantello ha invece rocce soprattutto ultrabasiche, poi c’è il nucleo fino al centro della Terra.
Crosta continentale: estensione
Non cadiamo nell’inganno di considerare l’estensione della crosta continentale pari a quella del totale delle terre emerse perché vanno considerati anche tutti i territori sommersi che si trovano però ad una profondità inferiore ai 2500 metri.
Crosta continentale: densità
Per comprendere la densità della crosta continentale va osservata la sua composizione. La maggior parte delle rocce che la compongono sono ossidi, c’è solo un 1% di cloruri, solfuri e fluoruri, in quantità che nella gran parte delle rocce non supera l’1 %. Gli elementi più presenti sono ossigeno e silicio che da soli già raggiungono il 47%, ci sono molti ossidi in generale, ma i più comuni sono la silice (SiO2), l’ossido di alluminio (Al2O3), l’ossido di calcio (CaO), l’ossido di potassio (K2O), l’ossido di ferro (FeO) e l’ossido di sodio (Na2O).
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