Dalla salvezza del pianeta dipende anche la sopravvivenza dell’intera umanità. Ne è ben consapevole il WWF che, attraverso una petizione online, ha lanciato una richiesta precisa al Governo italiano: quella di farsi portavoce presso la Corte penale internazionale per chiedere di inserire i crimini ambientali tra i crimini contro l’umanità, al pari di genocidio, crimini di guerra e crimini di aggressione.
La richiesta dell’Associazione ambientalista muove i propri passi a partire dalle recentissime vicende che hanno interessato l’Amazzonia.
Come spiega il WWF nel testo della petizione, dall’inizio del 2019 ad oggi la percentuale netta di superficie forestale in terra amazzonica è aumentata di ben il 150 per cento rispetto ai trend degli ultimi dieci anni. Ma i danni irreparabili inferti al patrimonio ambientale planetario non si fermano qui. All’elenco si aggiungono le condizioni critiche in cui versano gli oceani, i ghiacci polari, il permafrost e tutti i grandi sistemi naturali che svolgono funzioni cruciali per la salvezza del genere umano.
La petizione
Il pensiero del WWF è chiaro e deciso: distruggere e sfruttare illegalmente le nostre risorse naturali deve essere considerato un crimine contro l’umanità. Per questo motivo, mediante la petizione, l’Associazione invita il Governo italiano ad avviare la procedura per chiedere al Segretario della Corte penale internazionale una modifica dello “Statuto”, in modo da inserire tra i crimini perseguiti dalla Corte i “Crimini ambientali contro l’umanità”.
Come precisa il WWF, infatti, per poter garantire un futuro all’umanità risulta ormai urgente attivarsi a livello mondiale, ottenendo “il mantenimento dei complessi e delicati equilibri dinamici del nostro complesso Pianeta Terra che hanno consentito il raggiungimento della civiltà umana”.
Nel diritto internazionale, la Terra non può di conseguenza essere considerata un semplice “oggetto legale non identificato” ma un “bene collettivo”, la casa comune dell’umanità.
Gli allarmi lanciati globalmente sugli effetti nefasti dell’azione antropica, molto spesso condotta a livello illegale, sono ormai all’ordine del giorno. Beni collettivi come acqua, aria, suolo, foreste, clima e specie viventi sono spesso danneggiati irreversibilmente. Le attività umane stanno ora mettendo a rischio sistemi strategici da cui dipende il corretto funzionamento dell’intera biosfera, tra cui l’Amazzonia. Impattare su questi sistemi vitali per la sopravvivenza dell’intera società mondiale è, secondo l’Associazione, a tutti gli effetti un crimine contro l’umanità.
È perciò ora di cambiare rotta, spiega il WWF, e “di colmare un vuoto normativo che finalmente dia rilevanza a quei disastri ambientali che vanno oltre la giurisdizione nazionale”.
Che cos’è la Corte penale internazionale
La Corte penale internazionale, o International Criminal Court – ICC, è un tribunale per crimini internazionali con sede all’Aia, nei Paesi Bassi. La competenza di questo Tribunale speciale si limita ai crimini più gravi che riguardano la comunità internazionale nel suo complesso, ovvero il genocidio, i crimini di guerra, i crimini contro l’umanità e il crimine di aggressione.
Il trattato internazionale istitutivo della Corte è lo Statuto di Roma della Corte penale internazionale, definito anche Statuto della Corte penale internazionale o, semplicemente, Statuto di Roma.