Cottura a induzione, come funziona e come si usa. Ecco una guida pratica per chi si avvicina (o vuole avvicinarsi) al mondo dei piani di cottura a induzione.
Iniziamo con l’affrontare il tema più bollente, come si usa il wok? No, quello dei consumi! Chi vuole comprare un piano di cottura a induzione deve essere consapevole che andrà incontro a un elevata spesa elettrica. La gran parte di modelli presenti sul mercato vedono picchi di assorbimento che superano i 5 kW/h, senza considerare che i piani più completi hanno picchi di assorbimento che si spingono oltre i 7 kWh. Nonostante questo forte assorbimento, un piano di cottura a induzione non funziona a elettricità! Allora come funziona? Scopriamolo subito.
Cottura a induzione, come funziona
Poiché assorbe molta elettricità, quando si parla di piani di cottura a induzioni tutti tendono a credere che sia l’elettricità a cuocere i cibi. Niente di più sbagliato. L’elettricità cuoce i cibi sui piani di cottura in vetroceramica ma, la cottura a induzione sfrutta campi elettromagnetici.
L’induzione magnetica consiste in un forte campo elettromagnetico capace di innescare le molecole ferrose presenti nelle pentole, producendo calore e trasmettendolo agli alimenti. Per questo motivo, il piano di cottura a induzione riesce a cuocere senza fiamma (come nelle cucine a gas), ne’ calore (come nelle cucine elettriche che usano una resistenza o lampade alogene).
In pratica, il fondo della pentola attiva il campo elettromagnetico, così sarà solo la pentola a ricevere calore e surriscaldarsi.
Piano di cottura a induzione, come è fatto
Dopo aver visto come funziona un piano di cottura a induzione, vediamo insieme come è fatto.
Questo dispositivo è composto da una bobbina (una spirale di fili di rame) attorno alla quale viene fatta passare una corrente elettrica alternata. Questo passaggio produce un campo magnetico a sua volta alternato.
La variazione del campo elettro magnetico attira, in modo discontinuo, le molecole ferrose (effetto del “magnetismo”) generando un moto molto rapido (forza elettromotrice).
La forza elettromotrice, a sua volta, genera delle correnti elettriche indotte (conosciute come correnti parassite) che circolando all’interno del materiale della pentola posta sul fornello, riescono a produrre calore. In pratica, le correnti vanno a dissipare l’energia in forma di calore (effetto Joule) provocando il riscaldamento della pentola.
Lo schema di funzionamento del piano a induzione può essere abbreviato così: l’alimentazione elettrica genera un circuito elettronico che, grazie alla bobina a induzione, genera un campo magnetico in grado di dissipare la forza elettromotrice in calore.
Per tutte le informazioni sui pro e i contro da analizzare, vi rimandiamo alla pagina: fornello a induzione, vantaggi e svantaggi.
Piano di cottura a induzione, come si usa
L’uso pratico dipende molto dal modello che abbiamo di fronte. In ogni caso, la zona dei fuochi è la chiave d’impiego del piano da cottura a induzione. Sono molte le funzioni disponibili su un piano a induzione, vediamo le principali offerte dai vari produttori.
- Bridge
Grazie a questa funzione, è possibile collegare due “zone fuochi” ottenendo un’area di cottura molto più estesa. - Chefmode
Il piano di cottura viene diviso in tre zone, ognuna della quale ha temperature differenti. - Flexy
E’ la funzione da ricercare, infatti la zona fuochi è costituita da un’unica superficie ed è il piano di cottura ad adattarsi, di volta in volta, al formato e al numero delle pentole. - Riconoscimento delle pentole
E’ una funzione molto simile alla precedente. - Timer tipo Perfect Cook o simili
Si tratta di timer evoluti che segnalano quando la cottura è terminata.
Quando avete di fronte una cucina a induzione, vi basterà schiacciare il tasto di accensione fin quando non apparirà il pannello comandi composto da luci sensibili al tocco. I tasti touch consentono una regolazione precisa della cottura. A ognuno corrisponde un livello di potenza.