Costo di un Impianto Fotovoltaico
Costo di un impianto fotovoltaico e quanto risparmio ci porta: un dilemma in evoluzione, tra leggi che variano di anno in anno, incentivi e detrazioni confermate, massimizzazione di autoconsumo, rientro delle spese. Tutto sembra difficile ma può diventare chiaro come il sole, come il sole che tanto fa bene ai moduli dell’impianto che, ancora oggi, conviene installare.
Il costo di un impianto fotovoltaico c’è, ma non deve scoraggiarsi perché c’è un risparmio, per noi, e un vantaggio per l’ambiente e per l’uomo, impagabile. E ogni anno più importante. Con il costo di un impianto fotovoltaico attuale e le detrazioni fiscali, a spanne e in medie condizioni di consumo e di prezzi, questo resta un buon investimento che raggiunge, nel migliore dei mondi possibili, la possibilità di rientro in meno di 7 anni, al Nord più 8 che 7.
Impianto fotovoltaico domestico: come è composto
Prima di capire il costo di un impianto fotovoltaico, meglio dare una occhiata su come è composto questo “marchingegno” se vogliamo ospitarlo sui nostri tetti. L’elemento principale di un impianto fotovoltaico sono i moduli fotovoltaici che, esposti alla radiazione solare, permettono per primi la produzione di energia elettrica in corrente continua. Sono formati da celle fotovoltaiche, sottilissime “fette” di silicio che, trattate saggiamente, convertono l’energia luminosa in energia elettrica.
A sorreggere questi moduli ci sono strutture apposite che provvedono anche al loro orientamento, le inclinano, in Italia di circa 30°: la misura solitamente ottimale. Come dispositivi elettronici troviamo subito un inverter che, come il nome suggerisce, converte la corrente continua in alternata con una frequenza di 50 Hz. Sempre elettronico è tutto il sistema di controllo e di misurazione di energia, in comunicazione con l’inverter.
In aggiunta solitamente già inclusi nel costo di un impianto fotovoltaico, ci sono sensori per misure meteorologiche ed elettriche, importanti anzi, proprio a proposito di costo di un impianto fotovoltaico, per tenerne sotto controllo il funzionamento.
Costo di un impianto fotovoltaico : le spese da tenere presenti
Nel valutare il costo di un impianto fotovoltaico, mettiamoci nell’ottica che i tempi di rientro possono variare dai 7 ai 10 anni, dipende dai prezzi, dalle zone in cui abitiamo, e il Sud è favorito, dalle tariffe e di consumi che la nostra famiglia ha. E poi c’è la questione delle detrazioni, e di quanto si paga l’elettricità. Ma l’arco temporale non è “un paio di anni” ma neanche decenni e decenni da dimenticarci che abbiamo un giorno affrontato il costo di un impianto fotovoltaico.
Per ragionare sul costo di un impianto fotovoltaico e delle spese da tenere presenti, con rispettivi rientri, prendiamo in considerazione due famiglie tipo, sempre pensando ad un prezzo di fascia media, un compromesso tra qualità e giusta volontà di non dissipare denaro, oltre che energia. Pensiamo a un impianto al kWp installato chiavi in mano di 2.200 € (IVA 10%).
La prima cavia per il nostro ragionamento sul costo di un impianto fotovoltaico ha consumi attorno ai 4.000 kWh all’anno, quindi medio alti, e paga l’elettricità 0,23 euro/kWh. Se abita al Nord servirà un impianto da 3,5 kWp (8.500 euro e chiavi in mano), al Sud invece uno da 2,75 kWp (scendendo a 6.600 euro). Al Centro l’impianto sarà da 3 kWp con il conseguente costo intermedio di circa 7.300 euro. Più si consuma energia senza farla passare dalla rete, meglio è e minore è l’impatto del costo di un impianto fotovoltaico. Se la famiglia consuma ad esempio il 35% direttamente, i tempi di rientro vanno da degli ottimi 7 anni per il Sud a degli accettabili 8 anni per il Nord.
Passiamo ad una famiglia che consuma meno, e quindi “sente” di più il costo di un impianto fotovoltaico. Sì, funziona così, chi più consuma più lo trova conveniente. Se i consumi si riducono a circa 2.700 kWh all’anno, invece dei precedenti 4.000 kWh all’anno, allora l’elettricità passa al prezzo di 0,19 euro/kWh e al Nord servirà un impianto da 2,5 kWp (6.050 euro), al Sud e al Centro ci si ferma a uno da 2 kWp (4.840 euro). Teniamo sempre come riferimento un consumo diretto di energia del 35%, ecco i tempi di rientro: ben 9 anni già al Sud e al Centro, al Nord arriviamo a 10.
Impianto fotovoltaico: massimizzare l’autoconsumo
Giochiamo ancora con le nostre due famiglie, spostandole non solo da Sud a Nord, ma provando a far loro massimizzare l’autoconsumo per vedere cosa accade al costo di un impianto fotovoltaico. Avremo, già vi dico, la conferma che più il consumo dell’energia ottenuta è diretto, meno si passa dalla rete, più conviene.
Infatti, sempre con occhio attento al costo di un impianto fotovoltaico, se passiamo dal 35% al 60% di autoconsumo, allora per a famiglia con consumi più alti si guadagna addirittura un anno. Al Sud quindi si rientra in 6, al Nord in 7. Tutto questo se si consuma più energia direttamente piuttosto che facendola passare per la rete, questo lo si ottiene con un po’ di attenzione e organizzazione e volontà di ottimizzare il costo di un impianto fotovoltaico. Basta concentrare i consumi nelle fasce orarie in cui il fotovoltaico produce.
Lo stesso discorso, e vantaggi di simili ordini di grandezza, sono riscontrati per la famiglia con consumi più bassi: anche lei, con un autoconsumo al 60%, vede i propri conti migliorare e i tempi di rientro diminuire di 10-12 mesi.
Impianto fotovoltaico: quando conviene ancora
Per capire, noto il costo di un impianto fotovoltaico, quando conviene ancora metterne uno sul proprio tetto, al di là dei benefici ambientali che amo sempre ricordare, è necessario anche tener conto che prezzi di questi “aggeggi” sono in forte ribasso. Negli ultimi 3 anni sono diventati un terzo. Gli incentivi del Conto Energia, la bella vita che si faceva con il quarto Conto Energia, soprattutto, non li possiamo trovare, e rimpiangerli, ormai non serve.
Per quanto riguarda la detrazione al 50% che c’era fino allo scorso dicembre (2015), non possiamo più contarci e ad oggi la situazione non è definita. Il costo di un impianto fotovoltaico ora non può rientra nell’ambito delle spese per il risparmio energetico, come invece accade per il solare termico. Però c’è un però. Se inseriamo i lavori nelle spese di ristrutturazione edilizia e/o recupero del patrimonio immobiliare c’è la speranza di avere una detrazione che è poi sempre del 50%.
E’ una ipotesi per cui tenere sott’occhio la Legge di Stabilità 2016 e su cui vi consiglio di consultare i siti ufficiali aggiornati. Può essere che l’opportunità scompaia, ma anche che ne sorgano altre a sorpresa, spendenti e solari, sul costo di un impianto fotovoltaico.
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Pubblicato da Marta Abbà il 19 Gennaio 2016