Cos’è lo smog
Dalla contrazione dei termini inglesi “smoke” (fumo) e “fog” (nebbia) nasce la parola smog e non è solo la mania dell’inglese che ci porta ad utilizzare un termine straniero, il fatto è che lo smog, il concetto di smog, nasce proprio a Londra e il nome è stato creato proprio per descrivere l’atmosfera londinese. Certo, poco dopo di è notato che il fenomeno non era presente solo in quella città ma il nome è rimasto quello. E’ rimasto smog non solo pur cambiando città ma anche andando a variare la tipologia di inquinamento. Oggi non c’è più lo smog di una volta, sono cambiati i nostri modi di inquinare, ci siamo in un certo senso evoluti anche in quello e il caro vecchio smog di un tempo è difficile da incrociare nelle nostre moderne città.
In questo articolo andiamo a conoscere le origini e l’evoluzione dello smog in Italia e nel mondo chiamandolo sempre smog anche se qualcuno ha provato a italianizzare il termine con risultati più buffi che efficaci. E’ stato il linguista Arrigo Castellani che, tra il serio e il faceto, in un articolo critico sull’abuso di termini inglesi nella lingua italiana risalente al 1987 ha provato a proporre il termine “fubbia”, composto appunto di “fu[mo]” e “[ne]bbia. Voi che ne dite? Meglio smog, vero?
Cos’è lo smog
Negli anni Cinquanta, quando è stato coniato il termine, ci si voleva riferire ad un fenomeno ben preciso e ad un anno ben preciso. Siamo nel 1952 quando a Londra si viene a formare una cappa di inquinamento tremendamente velenosa che causa un incremento della mortalità e un aumento delle malattie respiratorie tra la popolazione. Da dove arriva questo smog? Cos’è? Deriva dalle emissioni nocive dovute all’utilizzo di carbone come combustibile.
Questo ha portato alla creazione di polveri incombuste, anidride solforosa e ossidi di azoto che si sono poi scontrati con un periodo piuttosto lungo di inversione termica, ecco perché si è poi andata a formare sopra questa città in questo preciso periodo una cappa, localizzata negli strati più bassi dell’atmosfera.
Cos’è lo smog fotochimico
Come abbiamo anticipato, nel giro di qualche decennio abbiamo imparato a inquinare in modo differente ma di certo non meno nocivo. Lo smog non è più quello di una volta, gli anni Cinquanta sono lontani e anche la cappa non si vede più così come la si vedeva un tempo. Non illudiamoci però che l’aria sia meno inquinata, solo è diversamente inquinata. Al passo coi tempi il termine smog ha cominciato ad essere utilizzato per raccontare l’inquinamento attuale, oggi serve per indicare l’inquinamento fotochimico, un fenomeno decisamente più preoccupante
Questa forma di smog così in voga ai nostri giorni, soprattutto nelle aree metropolitane, si rivela essere completamente diverso da quello tradizionale, diverso ma non meno pericoloso, anzi! Queste polveri, anche se non creano una cappa così visibile come quella degli anni Cinquanta, sono in grado di produrre grandi danni non solo alla nostra salute, ma anche all’ambiente, agli ecosistemi acquatici e agli animali.
Fortunatamente ce ne siamo resi conto e in molti Paesi, in alcuni di più, in altri di meno, sono in atto delle misure create apposta per ridurre questo problema. Come abitanti del pianeta siamo tutti, o quasi tutti, consapevoli, che il rischio legato allo smog fotochimico ed è davvero molto elevato. Le aree più a rischio sono quelle più popolate, industrializzate ed urbanizzate.
Perché lo smog “moderno” viene chiamato proprio “fotochimico”? Per scoprirlo è necessario andare ad indagare nei meccanismi che si nascondo dietro alla sua formazione, meccanismi che coinvolgono ozono, ossidi di azoto e composti organici volatili. Questo particolare inquinamento dell’aria abbiamo notato che si va a creare quando ci sono condizioni meteorologiche di stabilità e di forte insolazione. Niente cappa, come già precisato e notato di persona, ma ciò che possiamo vedere è solo una leggera foschia di colore giallo-marrone, spesso responsabile di irritazioni agli occhi e disturbi respiratori.
Ci sono delle grosse conseguenze anche sull’ambiente: lo smog fotochimico può creare danni alla vegetazione riducendo la produttività di colture, e danni alle cose, andando a causare un rapido deterioramento delle superfici e dei materiali.
Cos’è lo smog: esempi
Vediamo qualche città in cui è stata segnalata la forte presenza di smog fotochimico. Andiamo a Los Angeles dove questo tipo di inquinamento, anche chiamato smog estivo, è una condizione tipica tanto che c’è chi chiama “smog di Los Angeles” questo fenomeno. La sua costante presenza si spiega con il fatto che in questa metropoli americana c’è un clima tipicamente caldo e asciutto. Proprio a Los Angeles sono stati notati i primi casi di smog fotochimico, già intorno al 1940.
Non solo a Los Angeles, il fenomeno è tipico dei mesi estivi, questo per via del ruolo assunto dalla radiazione solare nel sistema di reazioni chimiche di base. In questo contesto risulta più frequente che si superino i limiti di legge per l’ozono, principale tracciante del processo.
Cos’è lo smog: libri
A chi vuole approfondire il fenomeno, soprattutto nell’epoca attuale e futura, consiglio il libro “Cambiamo aria! Come difenderci dai danni dell’inquinamento”. E’ ricco di informazioni ma leggibile anche da chi non è del mestiere, gli autori ci offrono un’analisi ampia delle due facce del problema, quella scientifica e quella “politica”, mettendo a confronto realtà italiane, europee e statunitensi. Ci sono molti numeri ed interessanti riflessioni anche su come combattere lo smog
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Pubblicato da Marta Abbà il 21 Novembre 2018