Al genere cordyline australis (famiglia delle Laxmanniaceae) appartengono circa venti specie di arbusti e alberelli sempreverdi, diffusi in Asia, Australia e Sud America.
Nei prossimi paragrafi scopriremo le principali caratteristiche di questa pianta insieme ad alcuni accorgimenti pratici per poterla coltivare senza problemi anche nelle nostre case.
Caratteristiche della cordyline
In natura queste specie possono raggiungere altezze di 15 metri formando un unico flessibile fusto, arricchito da folti ciuffi terminali di foglie piatte, verdi e con una nervatura centrale colorata. Molto belle sono alcune varietà coltivate del tipo Red Star, dalle foglie coriacee sfumate di rosso, o Sun Dance, caratterizzate da moltissime foglie di un bel verde acceso. Queste tipologia di piante si trovano generalmente coltivate in vaso con un’altezza che varia tra i 60 / 100 cm.
Il fusto del cordyline , inizialmente diritto, si dirama all’estremità ed ogni ramo sviluppa un proprio gambo floreale. Le foglie a forma di spada, lunghe 40–90 cm e larghe alla base 3–7 cm, presentano numerose venature parallele. I fiori, color crema o biancastri, di circa 1 cm di diametro tepali inclusi, si sviluppano in un fitto grappolo di 50–100 cm di larghezza. Il frutto appare sotto forma di bacca globosa.
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Come coltivare la cordyline
Ecco una serie di semplici quanto pratiche accortezze per poter coltivare questa pianta anche nelle nostre case, per poter così godere della sua bellezza.
Esposizione ideale della cordyline
Gli esemplari di cordyline australis temono il freddo ed in genere prediligono temperature superiori ai 15°C. Si coltivano in serra o in ambiente al chiuso, preferendo posizioni piuttosto luminose; di fatto le cordyline crescono senza difficoltà in luoghi semi bui, ma il colore delle foglie tenderà a sbiadire velocemente in situazioni di scarsa luce. Questo tipo di inconveniente si riscontra maggiormente nel tipo a variegatura rosata o porpora. Durante i mesi estivi le cordyline si potranno collocare all’esterno, in aree luminose, ma mai sotto il sole a picco.
Terreno idoneo per la messa a dimora della pianta
Per la messa a dimora della nostra cordyline , avvalersi di un terreno ricco e ben drenato; sarà utile preparare un substrato bilanciato, miscelato a piccole quantità di sabbia fluviale – perlite o lapillo. Questa tipologia di pianta sviluppa un apparato radicale ridotto a crescita lenta.
Come annaffiare l’arbusto
Da marzo a ottobre è buona norma annaffiare gli esemplari di cordyline con una certa frequenza, lasciando asciugare il terreno tra un’annaffiatura e l’altra; nella stagione più fredda, procedere con sporadiche irrigazioni calibrate, alternate a ripetute vaporizzazioni di acqua demineralizzata, meglio se piovana. Per tutto il periodo vegetativo somministrare concime per piante verdi.
Concimazione della cordyline
La concimazione dovrà avvenire una volta ogni 20/25 giorni, utilizzando fertilizzanti poco azotati, ma ricchi di fosforo e potassio.
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Moltiplicazione della pianta
Per la riproduzione della pianta, andranno recisi i polloni basali nei mesi di marzo o aprile e gli stessi andranno rinvasati in piccoli contenitori. Questi ultimi dovranno quindi essere posti in un ambiente protetto ad una temperatura costante intorno ai 10°C; trascorso un anno si metteranno a dimora in esterno.
Il metodo migliore di moltiplicazione è per talea, prelevata dalle piante adulte, praticando il classico taglio obliquo sotto un nodo; si andranno a legare le foglie con un elastico e le si metteranno a radicare in un composto di sabbia e torba ad una temperatura di 22-25 °C. Non appena le talee avranno sviluppato piccole radici, si trasferiranno nei vasi di 10 cm di diametro colmi di terriccio organico ben areato.
Parassiti e malattie della cordyline
Le tipiche macchie brune presenti sulle pagine inferiori delle foglie, indicano la presenza della cocciniglia. In simili casi è opportuno intervenire con tempestività, strofinando la parte colpita con un batuffolo di cotone impregnato di alcool o sapone neutro. Nel caso in cui le macchie appaiano di forma irregolare circondate da un alone giallognolo di tipo oleoso, siamo di fronte al tipo di malattia fungina da Phitophtora; effettuare sin da subito i trattamenti a base di Fenilammidi.
Curiosità sulla pianta
Grazie all’alto contenuto in Carboidrati, le foglie di cordyline risultarono commestibili dopo la cottura e divennero un’importante fonte di cibo durante i primi secoli dell’occupazione Maori in Nuova Zelanda. La tecnica del radiocarbonio indica il loro utilizzo già dall’anno mille. Nella Penisola di Otago, alcuni reperti archeologici hanno dimostrato l’uso dell’ «albero cavolo» come alimento completo. Le foglie costituiscono anche una valida fonte di fibre; il tronco e le radici possono essere intrecciati per realizzare corde, mentre il fogliame viene tessuto per ricavarne abiti e calzature.
Il succo della pianta è adatto a curare le infezioni. Con il succo della pianta, i primi missionari preparavano una sorta di birra dal gusto gradevole. La fantasia popolare ha rinominato la cordyline come pianta portafortuna (pianta “Ti”), o alberello della Polinesia. Le specie dette comunemente “Ti” hanno le tipiche foglie verdi che compongono i gonnellini indossati dalle fanciulle hawaiane durante la caratteristica danza di benvenuto.