COOU: seconda vita per gli oli usati, green & cheap
Olio lubrificante usato: un vero pericolo, “il cambio della carica di lubrificante di un’auto, arriva ad inquinare una superficie pari a quella di 6 piscine olimpiche”, ma il COOU (Consorzio obbligatorio degli oli usati) si occupa di raccoglierlo, selezionarlo e trattarlo su tutto il territorio nazionale. Con ottimi risultati raccontati da Elena Susini.
1) Di cosa si occupa il Consorzio?
Il Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati (COOU) opera dal 1984 nella raccolta e riciclo mediante rigenerazione dell’olio lubrificante usato, un rifiuto pericoloso. Il COOU, col quale sono consorziate tutte le aziende che immettono lubrificanti sul mercato, coordina l’attività di circa 70 aziende che raccolgono l’olio minerale usato e 5 impianti di rigenerazione che operano su tutto il territorio nazionale.
Parallelamente all’attività di raccolta e riciclo, il COOU svolge una intensa attività di comunicazione tesa ad informare e sensibilizzare l’opinione pubblica sulle tematiche della corretta gestione di questo rifiuto pericoloso.
2) Perché l’olio usato è un rifiuto pericoloso?
Gli oli usati sono il rifiuto pericoloso che si genera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti; se eliminati in maniera scorretta o impropria possono costituire un pericolo per la salute e per l’ambiente. Infatti, a contatto con la pelle, possono provocare malattie molto serie e, se dispersi in mare o nei laghi, formano una sottile pellicola che impedisce l’ossigenazione dell’ecosistema acquatico con sofferenza per asfissia dei pesci e della vegetazione. Pere rendere l’idea: 4 kg di olio, il cambio della carica di lubrificante di un’auto, arriva ad inquinare una superficie pari a quella di 6 piscine olimpiche.
3) Come viene da voi recuperato e in che quantità?
Il Consorzio opera su tutto il territorio attraverso aziende specializzate che effettuano il servizio di raccolta dell’olio usato senza oneri per gli detentori. Sono circa 180 mila le tonnellate di olio usato raccolte lo scorso anno, il 95% del potenziale da poter raccogliere e di queste circa il 90% avviate alla rigenerazione che è il metodo raccomandato in via prioritaria dalla normativa attuale per l’eliminazione di questo rifiuto. Il 5% del rifiuto non intercettato dalla raccolta proviene in buona parte dal fai-da-te, cioè da coloro che cambiano l’olio da sé. Una pratica che scoraggiamo a causa dei rischi che comporta.
4) Quali risvolti economici ha il recupero di olio lubrificante?
Oltre ai benefici ambientali dovuti alla eliminazione di un rifiuto pericoloso, l’olio lubrificante usato costituisce per il nostro Paese una risorsa economica. Infatti poiché viene trasformato in lubrificante nuovo di qualità attraverso sofisticati processi di rigenerazione, consente all’Italia di importare meno petrolio. Pochi infatti sanno che il mercato italiano dei lubrificanti è rifornito per il 25% da prodotti formulati con basi rigenerate. Inoltre la filiera dell’olio minerale usato incide positivamente sul tessuto socio-economico del nostro paese con le sue quasi cento aziende e tremila addetti.
5) Quanto è ampia la vostra rete di raccolta?
La filiera dell’olio usato è una struttura che copre tutto il territorio nazionale, oggi coordiniamo l’attività di circa 70 aziende che raccolgono l’olio minerale usato e 5 impianti di rigenerazione che operano su tutto il territorio nazionale.
6) Come funziona?
Il meccanismo di funzionamento per chi deve smaltire lubrificanti usati è semplice: telefonare al numero verde del Consorzio 800 863 048 o consultare il nostro sito www.coou.it per avere informazioni di carattere generale oppure il recapito del centro di raccolta più vicino.
7) Che differenza c’è tra olio lubrificante usato e l’olio vegetale?
A differenza dell’olio vegetale, l’olio lubrificante subisce forti alterazioni durante il servizio, a causa delle sollecitazioni termiche e meccaniche a cui è sottoposto; inoltre contiene additivi chimici indispensabili per svolgere il suo compito. Tutto questo fa dell’olio minerale usato un rifiuto pericoloso da gestire in modo appropriato con processi piuttosto sofisticati. L’olio vegetale non è un rifiuto pericoloso e viene quindi eliminato con trattamenti meno complessi per essere poi destinato alla produzione di biodiesel.
Pubblicato da Marta Abbà il 11 Giugno 2013