Concimi azotati: quali sono, come funzionano e rischi per l’ambiente
I concimi azotati sono quelli ricchi di azoto. Quest’ultimo è uno dei tre macroelementi nutritivi, gli altri sono il fosforo e il potassio, di cui le piante hanno particolare necessità per il loro accrescimento. In questo articolo vedremo in quali sostanze è contenuto l’azoto usato come concime: per conoscere questo elemento e capire meglio le etichette dei prodotti.
Vedremo anche come l’utilizzo di concimi azotati è pericoloso per l’ambiente in quanto porta all’acidificazione del suolo, all’inquinamento atmosferico, in particolare a causa del rilascio di ammoniaca nell’atmosfera e alla perdita di biodiversità.
Azoto: dove si trova e cosa fa
L’azoto arriva alle piante in vari modi. Per esempio attraverso la pioggia e il vento che trascinano l’azoto presente nell’atmosfera; oppure per ‘cattura’ dall’atmosfera da parte di particolari microrganismi detti azoto-fissatori di cui sono provviste molte specie vegetali (in particolare le leguminose); o ancora attraverso la decomposizione di foglie o altre sostanze organiche che raggiungono naturalmente il terreno. Un altro modo è la somministrazione di concimi azotati sia organici sia minerali da parte dell’uomo.
L’azoto stimola l’accrescimento delle piante e il segnale della sua presenza equilibrata in una pianta è il bel colore verde scuro dell’apparato fogliare. Se però l’azoto è presente in quantità eccessiva e in una forma subito assimilabile (come nel caso dell’azoto nitrico) le piante risultano eccessivamente stimolate allo sviluppo e ciò diminuisce la loro resistenza alle malattie.
Concimi azotati artificiali e naturali
I concimi azotati sono utilizzati soprattutto nella concimazione primaverile del prato e per nutrire le pianta di appartamento che hanno limitate possibilità di intercettare l’azoto in modo naturale.
Urea
È un concime azotato artificiale o naturale, in base alla sua produzione. Presenta un contenuto particolarmente alto di azoto (circa il 45%). Si usa sia in granuli sia disciolto in acqua (nella dose di 10 grammi per 10 litri d’acqua) facendo attenzione a distribuirlo solo sul terriccio. Il contatto dell’urea con foglie, fusti e fiori va evitato perché potrebbe causare ustioni.
Calciocianammide
È un concime artificiale particolare che, oltre a fornire azoto, si usa per diminuire l’acidità del terreno e come coadiuvante nella lotta a funghi e insetti. È prodotto a partire da calcare, carbone e azoto puro ottenuto per separazione dall’aria. Contiene circa il 15% di azoto, il 15% di carbone in polvere e il 30% di calce viva e carbonato di calcio.
Solfato ammonico
Ha l’aspetto di un sale bianco e contiene il 20% circa di azoto. La sua caratteristica è quella di essere trattenuto con facilità da alcune componenti del terreno, il che lo rende assimilabile lentamente dalle piante e disponibile più a lungo. Per questo motivo è usato nella ‘concimazione a cessione lenta’, anche in anticipo rispetto al periodo ottimale di utilizzo dell’azoto da parte delle piante. Un classico è la concimazione invernale di piante da frutto e da orto.
Nitrato di sodio
Contiene il 15,5% di azoto e, al contrario del solfato ammonico, viene prontamente assorbito e assimilato dalle piante. E’ utilizzabile per un risultato immediato, ma va fatta grande attenzione per due motivi. Primo perché un’assimilazione eccessiva e troppo rapida può indebolire le piante; secondo perché lo ione nitrico si disperde facilmente nel terreno e il sodio in eccesso lascia residui dannosi per alcune piante oltre che inquinante per le falde idriche.
Nitrato di calcio
È ottenuto industrialmente dalla lavorazione della calce con acido nitrico. Il contenuto di azoto è lo stesso del nitrato di sodio ed è di norma preferibile a quest’ultimo perché non lascia residui nocivi nel terreno. Anche il nitrato di calcio è un concime azotato a pronto effetto, di cui però le piante utilizzano anche il calcio. Questa caratteristica lo rende inadatto alla concimazione delle piante acidofile.
Nitrato ammonico
È un concime a doppio effetto, rapido-lento, perché composto da azoto nitrico (immediatamente assimilabile) e azoto ammoniacale (ad assimilazione lenta. Rispetto ai nitrati di sodio e di calcio va distribuito in dosi maggiori e più di rado perché l’effetto è meno intense e più prolungato nel tempo. Contiene azoto in percentuali che, a seconda dei prodotti, vanno dal 15% al 26%.
Perché i concimi azotati sono inquinanti
I concimi azotati sono utilizzati per aumentare la produttività dei campi ma sono le conseguenze negative per l’ambiente sono gravi: acidificazione del suolo, inquinamento atmosferico e perdita di biodiversità sono le principali conseguenze negative di questa tipologia di fertilizzanti.
In particolare gli studi più recenti, come quello del dott. Pan Yuepeng dell’Istituto di fisica atmosferica (IAP) dell’Accademia Cinese delle Scienze, pubblicato sulla rivista Atmospheric and Oceanic Science Letters, hanno dimostrato come i concimi azotati hanno portato a una crescita esponenziale di particelle di ammoniaca presenti nell’atmosfera, tanto che oggi il 95% delle particelle di ammoniaca presenti nell’aria che respiriamo deriva proprio dall’utilizzo di concimi azotati.
Già nel 2017 il rapporto rilasciato Fondazione per lo sviluppo sostenibile relativo alla qualità dell’aria nelle città italiane aveva accertato che il 35% delle polveri sottili rilevate nella città di Milano sono dovute all’utilizzo di fertilizzanti azotati nella pianura padana.
Le alternative ai concimi azotati
Eliminare i concimi azotati dall’agricoltura senza abbassare la resa dei campi è una sfida difficile ma che dobbiamo sicuramente affrontare con convinzione.
Il nostro paese per fortuna è all’avanguardia nella pratica dell’agricoltura bio, che punta alla qualità del raccolto senza rinunciare al rispetto dell’ecosistema.
Nell’agricoltura bio non sono ammessi prodotti chimici inquinanti come i fertilizzanti azotati e gli antiparassitari che contengono composti chimici.
Si punta quindi a sfruttare le potenzialità degli insetti antagonisti e a utilizzare esclusivamente concimi naturali, come si faceva un tempo.
Pubblicato da Michele Ciceri il 24 Agosto 2015