Comunità energetiche: cosa sono e come funzionano

Comunità energetiche: cosa sono
Unirsi per produrre e per condividere energia elettrica a partire da fonti pulite come il fotovoltaico: è questa la filosofia da cui parte il concetto di “comunità energetiche”. Allo stato attuale i numeri di queste particolari comunità nel nostro paese risultano ancora bassi.

Si stima tuttavia che negli anni a venire, complice anche la crescente sensibilità nei confronti dell’uso di energie pulite, lo scenario è destinato ad ampliarsi sensibilmente, raggiungendo con ogni probabilità una quota di mercato compresa trai 50 e i 160 miliardi di euro.

Ma come funzionano esattamente le comunità energetiche e cosa occorre fare per prendervi parte? Le risposte in questo nostro nuovo articolo…

Cosa sono le comunità energetiche

Partiamo cercando di fornire una definizione più dettagliata. Con l’espressione “comunità energetica” o “Energy Community”, si indica un insieme di consumatori che si associano a livello locale per condividere energia rinnovabile e pulita, in uno scambio tra pari. Siamo quindi di fronte a un modello innovativo di produzione, distribuzione e consumo di energia che si basa su valori di sostenibilità, di lotta allo spreco energetico e sul concetto di condivisione di un bene comune ed essenziale a un prezzo concorrenziale.

Il progressivo affermarsi delle comunità energetiche si deve in larga parte anche all’innovazione che sta interessando il mercato dell’energia nel suo complesso.

Come funzionano le comunità energetiche

Per poter comprendere appieno il significato di Energy Community, occorre tuttavia tenere in considerazione anche il concetto di Smart Grid, ovvero reti intelligenti che, tra le varie funzionalità, rendono possibile la partecipazione attiva dei singoli cittadini.

Grazie alle Smart Grid qualsiasi consumatore può diventare parte di una comunità energetica. Chiunque possieda un impianto fotovoltaico connesso in rete può cioè condividere con altri consumatori la propria energia in eccesso. In quest’ottica l’utente finale assume un ruolo di centralità. Non si limita più al semplice ruolo passivo di “Consumer” ma partecipa attivamente alle diverse fasi del processo produttivo. Nasce così la figura di “Prosumer”.

Qualsiasi cittadino può essere parte integrante delle Energy Community, contribuendo così ad abbattere gli sprechi energetici, a ridurre la propria impronta in termini di emissioni di CO2 e, non ultimo, a diminuire i costi delle bollette con un chiaro beneficio per l’economia domestica o aziendale.

Come partecipare a una comunità energetica

Quali requisiti occorre possedere per poter partecipare a una comunità energetica? Sia nel caso in cui si abiti in un condominio sia nell’ipotesi in cui si risieda in una casa singola o abbinata, per essere parte attiva di una Energy Community, occorre possedere un impianto fotovoltaico con accumulo. Questo tipo di impianto consente infatti di immagazzinare quella parte di energia elettrica autoprodotta che non viene utilizzata nell’immediato. Lo stoccaggio dell’energia elettrica all’interno delle batterie di accumulo permette, di conseguenza, di usare tale energia in un momento successivo.

come funzionano le Energy Community

Questo di verifica nel caso in cui si voglia partecipare occupando un ruolo di Prosumer. In caso contrario, esiste anche la possibilità di partecipare come semplice Consumer.

La partecipazione alle Energy Community deve infatti essere aperta a tutti, anche a chi non è in possesso di un impianto, purché i punti di immissione e di prelievo siano ubicati su reti elettriche sottese alla stessa cabina di trasformazione media/bassa tensione.

Possono far parte delle comunità energetiche non solo i cittadini ma anche le PMI e gli stessi enti locali. Di fatto, una comunità energetica è un soggetto giuridico autonomo:

  • che si basa sulla partecipazione aperta e volontaria di membri che sono situati nelle vicinanze degli impianti di produzione;
  • i cui partecipanti sono persone fisiche, piccole e medie imprese, enti territoriali o autorità locali, incluse le amministrazioni comunali, a condizione che, per le aziende private, la partecipazione alla comunità non costituisca l’attività commerciale principale;
  • il cui obiettivo principale è quello fornire non tanto profitti finanziari quanto benefici ambientali, economici o sociali a ai propri membri o alle aree territoriali in cui è attiva.

I rapporti di condivisione vanno regolati mediante un contratto di diritto privato. I Consumer possono decidere in qualsiasi momento di lasciare la comunità energetica, onorando quanto concordato in precedenza con i Prosumer.

Vantaggi delle comunità energetiche

I buoni motivi per creare delle comunità energetiche sono molteplici. Dalla condivisione dell’energia prodotta attraverso fonti rinnovabili possono del resto scaturire svariati vantaggi. Ecco di seguito i più significativi.

Vantaggi ambientali

L’energia condivisa e prodotta con fonte rinnovabili aiuta ad abbattere in maniera esponenziale le emissioni di CO2 in atmosfera, consentendo così di contribuire attivamente alla lotta contro il riscaldamento globale e i cambiamenti climatici a esso correlati.

Vantaggi economici

Le Energy Community permettono di risparmiare sui costi di importazione poiché assicurano al territorio una maggiore autosufficienza energetica.

Risparmio in bolletta

Grazie all’autoproduzione e alla distribuzione interna di energia, i membri della comunità energetica hanno l’opportunità di godere di grandi vantaggi in termini di abbattimento dei costi in bolletta.

Esempi di comunità energetiche

Un esempio pratico di comunità energetiche applicato ai singoli edifici si può trovare nei condomini. In un simile contesto, a livello normativo, si fa riferimento all’art. 21 della Direttiva Europea RED II, che si riferisce all’insieme dei consumatori ubicati nell’immobile in cui sono presenti uno o più impianti alimentati a energia rinnovabile.

Un ambito del genere si rivela molto interessante sotto il profilo delle potenzialità, poiché si inserisce in un quadro che prevede già la presenza di una comunità sociale, rendendo più semplice la gestione dei rapporti tra i vari membri auto-consumatori e l’amministratore dell’impianto.

Beneficiari di un modello analogo a quello condominiale possono essere anche altre realtà come ad esempio uffici, hotel e centri commerciali.

Futuro delle Energy Community in Italia

Quali sono i possibili scenari che si prospettano per il futuro delle comunità energetiche nel nostro paese? In base a quanto stimato dal Politecnico di Milano, lo scenario base prevede una penetrazione del 5% che potrebbe comportare una diminuzione delle emissioni di CO2 di 3,6 milioni di tonnellate.

Per i membri delle Energy Community il beneficio economico complessivo potrebbe invece essere di 2 miliardi euro all’anno.