Composti organici volatili

Composti organici volatili

Composti organici volatili, detti COV e anche VOC a seconda che se ne parli in Italia o nel mondo. Un nome vale l’altro, l’importante è sapere che si tratta di molecole che vanno guardate con diffidenza, molecole organiche molto spesso presenti in ambienti gassosi che non provengono per forza da attività umane ma possono avere anche origine biogenica ovvero provenire da fonti naturali.

Quando i composti organici volatili arrivano da fonti naturali, sono tendenzialmente prodotte da delle piante o comunque da dei vegetali. Il metano (CH4) può ad esempio provenire dalla decomposizione anaerobica di substrati organici, una classe di idrocarburi insaturi denominati terpeni e altre categorie di composti organici, quali esteri, aldeidi, chetoni e perossidi.

Questi composti organici volatili sono in un certo senso inevitabili, quelli invece evitabili sono le molecole che hanno origine antropica, risultato di processi e prodotti industriali. Meglio quindi conoscerli e cercare di limitarne la presenza con azioni quotidiane e costanti, regolari.

Composti organici volatili

Composti organici volatili limiti

Essendo delle molecole dannose, i composti organici volatili possono essere presenti nell’atmosfera in quantità che non devono superare la soglia oltre la quale diventano dannose per la nostra salute. Non solo per la nostra, di noi umani, ma anche per quella delle piante e degli animali ospiti come noi su questo pianeta.

Per definire dei limiti, cerchiamo di capire prima quando possiamo parlare di COV. Se abbiamo una sostanza organica pura in un serbatoio, in contatto con l’atmosfera (a 20°C), essa è composto organico volatile se si misura in fase gas una concentrazione superiore a circa 100 ppm. In Italia si parla di COV quando i composti organici alla temperatura di 293,15 K si trovano in fase gas oppure, se in fase liquida, hanno una tensione di vapore superiore a 0,01 kPa.

Perché si parla di “organici” e di “volatili”? Perché le molecole di cui stiamo parlando sono caratterizzate da insiemi di atomi che ne governano il comportamento chimico-fisico e la reattività e che sono volatili per via della loro tendenza a transire in fase vapore.

Composti organici volatili

Composti organici volatili: elenco

Nell’elenco dei composti organici volatili vogliamo mettere in evidenza quelli di origine antropica che, essendo evitabili, sono di maggiore interesse per noi e per il pianeta.

Tra i COV prodotti da processi umani possiamo annoverare gli idrocarburi alifatici, utilizzati in modo massiccio nel campo dei combustibili, gli Alcheni, derivanti da processi produttivi dell’industria petrolchimica, e gli idrocarburi aromatici, molecole molto stabili, utilizzate in prodotti come vernici, pitture, colle, smalti, lacche….

Tra i COV ci sono anche gli aldeidi, soprattutto nel settore chimico e dell’industria agraria, gli alcoli, usati come solventi, gli eteri, tra cui il THF (tetraidrofurano), solvente industriale, e il MTBE (metil-tertbutil-etere), antidetonante nelle benzine verdi. Restano da citare in questa categoria, come degni di nota, i composti organici alogenati, i composti organici solforati e i composti organici azotati.

Composti organici volatili non metanici

I non metanici sono una classe di composti organici che di varie tipologie, troviamo infatti idrocarburi alifatici, aromatici (benzene, toluene, xileni), ossigenati (aldeidi, chetoni), ecc. Si presentano in uno stato di aggregazione e con una reattività che può dipendere dalla loro struttura molecolare, è quindi davvero difficile dare una descrizione semplice ed esaustiva di questa tipologia di COV.

Focalizziamoci su una sottosezione, gli NOx, da tenere sott’occhio perché precursori dell’ozono troposferico e prodotti dall’evaporazione dei carburanti che ha luogo nelle stazioni di servizio, quando qualcuno fa benzina, oppure nei pressi di serbatoi. Possono anche essere originati a seguito dell’emissione di prodotti incombusti dalle auto o dai sistemi di riscaldamento domestico, sono invece da ritenere fonti secondarie di NOx i solventi da attività di grassaggio, lavaggio a secco e tinteggiatura con le loro emissioni nocive.

I CVO non metanici sono piuttosto dannosi per l’uomo e l’ambiente, alcuni più, alcuni meno. Tra quelli più, c’è il benzene, cancerogeno per l’uomo.

Composti organici volatili: normativa

La normativa di riferimento è il Decreto Legislativo del 27 marzo 2006 (n.161) che indica le limitazioni delle emissioni di VOCs dovuti all’uso di solventi organici in alcune vernici e pitture chiarendo anche i quantitativi consentiti in merito all’immissione sul mercato delle pitture e dei i rivestimenti utilizzati in edilizia. Per ogni diversa categoria di COV viene indicato un contenuto massimo ed è obbligatorio riportare i quantitativi presenti sull’etichetta, sono previste sanzioni e relativi metodi di valutazione.

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Composti organici volatili: piante

Anche le piante danno il loro contributo nell’emettere composti organici volatili, lo ha confermato uno studio che ha messo in luce le 7 varietà di Terpenoidi in questione a cui aggiungere, in alcuni casi, anche il salicilato di metile.

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