Comodato d’uso: definizione, normativa e durata
E’ un termine che forse vi suona famigliare, “comodato d’uso”, ma avete mai approfondito il suo significato? Se non ce n’è stata necessità, molto probabilmente no anche perché se non si è del mestiere, il tema non per nulla facile e nemmeno particolarmente affascinante, con tutto il rispetto per chi se ne occupa per lavoro. Senza la pretesa di fare un corso breve in questo articolo, andiamo a capire meglio quando e perché si parla di comodato d’uso.
Comodato d’uso: definizione
Proprio nel nostro codice civile, per la precisione negli articoli 1803 e seguenti, troviamo definito questo contratto. Vediamo come. Si tratta del contratto che viene utilizzato “quando una parte consegna all’altra una cosa mobile o immobile, affinché se ne serva per un tempo o per un uso determinato, con l’obbligo di restituire la stessa cosa ricevuta”.
Stranamente è abbastanza chiara questa definizione, non fa altro che precisare che questo contratto fa in modo che una persona possa permettere ad un’altra di utilizzare un bene mobile o immobile senza farsi pagare e mantenendone la proprietà. Senza farsi pagare, esatto, ed è importante precisare che questa condizione è intrinseca nel comodato d’uso, non va quindi precisato e non si può parlare di comodato d’uso se è previsto uno scambio di denaro. Questo è un errore che si fa spesso e che crea confusione.
Ci sono altre casistiche che prevedono che una persona permetta ad un’altra di utilizzare un bene mobile o immobile ma in cambio ad esempio di una prestazione. Vediamo un esempio pratico: io, padrona di un appartamento al mare, posso permettere ad un estraneo di utilizzarlo per un certo periodo senza che mi paghi ma pretendendo che vi faccia dei lavori di manutenzione. Sono cose che accadono e che possono essere molto comode e pratiche. Sembra un accordo che si può fare a voce ma è invece bene precisare tutto con un contratto. In questo caso si parla di contratto oneroso come anche quando chi usufruisce di un certo bene, in cambio paga una somma periodica come rimborso di determinate spese. Quest’ultima è però da considerare un’eccezione alla regola generale.
Comodato d’uso: obblighi
Come in ogni accordo, o quasi, ci sono dei doveri per i firmatari, quindi degli obblighi soprattutto per chi beneficia del bene gratuitamente. Sono previsti dal codice civile, si leggono nell’articolo 1804.
“Il comodatario è tenuto a custodire e a conservare la cosa con la diligenza del buon padre di famiglia. Egli non può servirsene che per l’uso determinato dal contratto o dalla natura della cosa. Non può concedere a un terzo il godimento della cosa senza il consenso del comodante. Se il comodatario non adempie gli obblighi suddetti, il comodante può chiedere l’immediata restituzione della cosa, oltre al risarcimento del danno”.
Viene spontaneo chiedersi come ci si deve comportare nel caso in cui il bene dato in custodia gratuitamente si rovini. In questo caso consultiamo l’articolo 1805 del codice civile che ci suggerisce che il comodatario il responsabile se il bene perisce per un caso fortuito a cui poteva sottrarlo sostituendolo con un bene proprio o se, potendo salvare uno dei due beni, ha preferito salvaguardare il proprio.
Ci sono anche dei casi in cui chi ha in custodia il bene lo utilizza in modo diverso da quello stabilito oppure per un periodo maggiore di quello previsto nel comodato d’uso. In questo caso è sempre sua la responsabilità a meno che non provi che la cosa sarebbe perita anche se non l’avesse impiegata per l’uso diverso o l’avesse restituita a tempo debito.
Se la cosa è stata stimata al tempo del contratto, il suo perimento è a carico del comodatario, anche se avvenuto per causa a lui non imputabile (articolo 1806 del codice civile). Ci sono diverse precisazioni da fare perché le casistiche possono essere davvero molto diverse l’una dall’altra e non facili da approfondire in questo articolo. Possiamo ad esempio dire che se si ha in usufrutto un bene ed esso si deteriora per solo effetto dell’uso per cui è stata consegnata e senza nostre responsabilità, allora non rispondiamo noi del deterioramento.
Chi da in uso un certo bene deve agire a sua volta con molta attenzione perché anche lui ha dei doveri da rispettare. Uno dei più ovvi ma regolamentato, riguarda il caso in cui il bene dato in uso abbia dei difetti. Se tali difetti danneggiano la persona che lo sta utilizzando, scatta un risarcimento
Comodato d’uso e denaro
Abbiamo precisato con insistenza che nel Comodato d’uso non è previsto un passaggio di denaro e non ci vogliamo ora contraddire. Ci sono però delle situazioni in cui è necessario un rimborso spese.
Se ad esempio diamo in comodato d’uso un appartamento ad un’altra persona, possiamo trovarci a dover sostenere per lei delle spese ordinarie per garantire l’uso dell’immobile. Molto banalmente, le spese condominiali. Certo non deve trattarsi di grandi cifre altrimenti è necessario cambiare inquadramento legislativo e parlare di contratto di locazione. Ci sono però delle spese che non devono essere rimborsate, a partire da quelle che il comodatario deve sostenere per servirsi della cosa a meno che non si tratti di spese straordinarie che riguardano ad esempio interventi finalizzati alla conservazione della cosa, necessarie e urgenti.
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Pubblicato da Marta Abbà il 15 Maggio 2019