Come sono organizzate le api

Come sono organizzate le api

E’ affascinante e anche istruttivo capire come sono organizzate le api. L’alveare è infatti tuttora una delle strutture sociali più avanzate in natura, sono al pari dei formicai e pochi altri animali sono in grado di sfoggiare un livello di organizzazione e praticità così elevati.

Come andremo a scoprire in questo articolo, ciascuno ha il proprio ruolo nell’alveare, sa cosa deve fare e lo fa senza troppo discutere, c’è un senso di appartenenza alla propria famiglia e la consapevolezza che ci si debba riprodurre per non estinguersi. Questi animali possono senza dubbio insegnarci molto e mostrarci quali difetti della nostra società umana possiamo correggere e come. E pensare che si tratta di una struttura affatto studiata a tavolino, mi riferisco all’alveare, ma nata così, spontaneamente. Osservandola dall’esterno sembra che sia tutto stato calcolato da un pc di ultima generazione.

Come sono organizzate le api: geometria

Anche la forma stessa dell’alveare non segue le regole estetiche, pur essendo molto bella, ma segue quelle della logica e dell’efficienza. Questa struttura è composta da favi dalla forma esagonale proprio perché l’esagono perfetto è la figura geometrica dove il rapporto tra perimetro e area è più vantaggioso. Solo il cerchio la batte. Come mai tanta attenzione a queste proporzioni? Perché le celle devono essere il più grandi possibili ma allo stesso tempo non devono far sprecare troppo materiale in fase di costruzione, visto che il favo viene costruito con la cera che le stesse api devono produrre. Ecco quindi che l’esagono assicura la massima efficienza, il minor spreco. E’ una lezione di geometria che dobbiamo imparare.

Gerarchie delle api e ape regina

Non è solo la forma dell’alveare ad essere molto organizzata ma è proprio la società che ci vive ad avere una rigida gerarchia necessaria per assicurare che tutto proceda per il meglio. Nel “popolo” delle api esiste una vera e propria gerarchia sociale, una piramide sulla cui cima svetta naturalmente l’ape regina ma tutta la struttura sociale è organizzatissima, nulla è lasciato al caso.

Può capitare che l’ape regina, per motivi di salute o altre ragioni, sia costretta a lasciare il suo alveare assieme a tutta la famiglia. Un vuoto di potere che nella società umana potrebbe portare ad un vero e proprio momento di crisi o di violenza. Cosa accade nella società delle api? La regina fa la “sciamatura”, ovvero lascia nello stesso alveare un discreto numero di uova, anche un paio di migliaia.

In assenza della regina, le api che non hanno fatto parte della sciamatura sanno per istinto che devono “ricreare” una regina. Non hanno una grande alternativa, se non lo fanno muoiono, perché la loro vita media è di circa 30 giorni. Se non arriva un successore della regina, la famiglia si estinguerebbe perché non ci sarebbe più il ricambio generazionale. In tutto questo ragionamento ho dato per scontato una cosa che è meglio io chiarisca. In tutto l’alveare, l’unica in grado di deporre le uova.

Come viene gestita l’assenza dell’ape regina

Le api rimaste senza regina, per crearne un’altra che assicuri il proseguimento della loro famiglia scelgono qualche decina di uova tra le migliaia che hanno e iniziano ad alimentarle a pappa reale, e non solo a miele e polline, già prima che nasca il bruco, più precisamente a tre giorni dalla loro deposizione. Questa alimentazione speciale renderà le api potenziali regine perché è la qualità del cibo che segna il loro destino.

Si ragiona per classi sociali: un bruco che mangia solo miele e polline diventerà un’operaia, quelli che mangia pappa reale diventerà una regina. Non esiste un ascensore sociale nella società delle api, questa è una delle poche cose che è meglio non imitare da questi animaletti.

Il bruco alimentato con pappa reale lo fa sviluppare molto meglio e lo rende in grado di deporre le uova, perché permette lo sviluppo degli organi atti alla deposizione. Questi bruchi regali dopo dieci giorni di vita diventano dei “giganti”, molto più sviluppato di tutti gli altri che si sono nutriti a polline.

cosa mangiano le api

La selezione naturale nella società delle api

Non è uno solo ma sono parecchi i bruchi così nutriti, arriva poi quindi il momento per selezionare la futura regina. Le uova non vengono deposte contemporaneamente ma a distanza l’una dall’altra, ogni volta che se ne schiude una le api nutrici verificano le condizioni dell’insetto che nasce e valutano se è degno di diventare la regina dell’alveare. Può capitare che non sia perfetto, allora viene ucciso e si aspetta di vedere cosa esce dalle uova che si schiudono nei giorni successivi. Appena viene fuori un insetto perfetto, quello diventa l’ape regina. La selezione naturale è quindi il criterio che determina la scelta dell’ape regina.

Non sarà subito in grado di deporre uova, però, perché è necessario che abbia dei rapporti con l’ape maschio. Ciò avviene di solito nel giro di massimo 10 giorni. Il momento dell’accoppiamento è caratterizzato dal volo nuziale e vi partecipano almeno 100 maschi, tutti che si accoppiano con la sola regina che è in grado di trattenere il loro seme per tutta la sua vita all’interno di un organo che ha solo la regina e che si chiama “spermateca”. In un secondo organo invece può trattenere le sue uova.

Dopo questo rituale nuziale, l’ape regina resterà “chiusa in casa” per deporre le uova decidendo se fecondarli o meno. Quelle fecondate diventeranno femmine, le più importante perché fanno tutto per l’alveare, le altre, non fecondate, saranno maschi, i più bassi nella gerarchia sociale e più inutili.

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