Come si trasforma un rifiuto in materia prima plastica

bottiglie plastica usate

Non tutti sanno come si trasforma un rifiuto, anche coloro che più si accaniscono, in senso positivo, per riciclarli facendo ordinatamente la raccolta differenziata, spesso quando si chiedono cosa accade poi, ai propri rifiuti, non sanno rispondere con precisione.

E’ invece molto importante conoscere come si trasforma un rifiuto in materia prima quando si parla di plastica perché ciò ci può aiutare anche a differenziarla meglio non commettendo i classici errori ingenui di chi non conosce il contesto ma si limita ad agire ubbidendo alle regole.

Il processo di riciclo della plastica ci consente di trasformare un rifiuto di imballaggio in una nuova materia che dobbiamo chiamare “materia prima-seconda”. Con questo termine infatti possiamo indicare la plastica che ricaviamo dai nostri rifiuti e che può essere utilizzata nuovamente come se fosse una materia prima per creare nuovi oggetti. In Italia ad occuparsi di questo riciclo, a vegliare su di esso c’è un importante ente, il CONAI, il Consorzio Nazionale Imballaggi. Non si occupa solo del recupero e del riciclo della plastica ma anche e oggi è questo ciò che ci interessa

Come si trasforma un rifiuto: l’esperienza di Montello

Per spiegare come si trasforma un rifiuto in plastica in una materia prima-seconda la cosa migliore è prendere un esempio, partire dai fatti, senza troppo inoltrarsi in complessi passaggi chimici. Pragmaticamente proseguendo varchiamo le porte dello stabilimento Montello Spa, una delle aziende che in Italia si occupa del recupero, della selezione e del riciclo degli imballaggi in plastica dopo che i prodotti sono stati consumati. E’ una realtà molto attiva e che registra dei volumi notevoli sul mercato, si parla infatti di 120 mila tonnellate di rifiuti in plastica da imballaggi, tutti che arrivano dal sistema Conai attraverso un ciclo virtuoso che oltre che restituirci una materia prima-seconda molto preziosa, è in grado di dare lavoro anche a 400 addetti alla produzione.

Un’azienda di questo genere è la dimostrazione che è possibile gestire in maniera ecologica, sostenibile e produttiva, i rifiuti quindi senza dover scegliere tra la sostenibilità economica o ambientale ma portando avanti entrambe. E allo stesso tempo dando una mano in termini di occupazione. Perché queste pratiche per la trasformazione di un rifiuto in plastica per essere scalabili devono risultare conveniente, il riciclo deve essere un processo virtuoso. Il nostro obiettivo dovrebbe essere quello di valorizzare al 100% i rifiuti di plastica post-consumo assicurando una elevata percentuale di riutilizzo del materiale riciclato e la trasformazione degli scarti non riciclabili restanti.

Come si trasforma un rifiuto: il ciclo della plastica

Per parlare di un circolo virtuoso e di come si trasforma un rifiuto in materia prima dobbiamo ottenere che almeno il 75% dei rifiuti di plastica da imballaggi venga trasformato per prima cosa in materia prima-seconda e poi riciclato diventando un nuovo prodotto o manufatto. E ciò che resta? Quel 25% di materia va buttata? Questa parte è composta da degli scarti eterogenei provenienti sempre dagli imballaggi e che purtroppo spesso risultano più riciclabili. Non possiamo quindi ricavare materia prima-seconda e poi produrre un nuovo oggetto ma ciò non significa nemmeno che non ce ne possiamo fare nulla. Ciò che accade in questa azienda come in molte altre è che vengano trasformati in CSS, sigla con cui si indica un combustibile solido secondario, che viene utilizzato nei cementifici in sostituzione del carbone.

  1. Andiamo ora ad esplorare fase per fase il processo di riciclo della plastica e come si trasforma un rifiuto.
    Il consorzio provvede alla raccolta della plastica presso i Comuni convenzionati. Una volta collezionati, i rifiuti vengono portati verso i centri di raccolta di ogni Regione e poi verso i veri e propri stabilimenti per il riciclo, luogo in cui si valuta la qualità del materiale da consegnare per la trasformazione e di quello per cui non ne vale la pena.
  2. Abbiamo a che fare con bottiglie di plastica, shopper e flaconi del detersivo e molti altri oggetti di simile tipologia. Vengono tutti infilati all’interno di un impianto in cui vengono suddivisi e selezionati e poi vengono preparati per il processo di riciclo vero e proprio, in cui c’è un ciclo per ogni tipo di prodotto, andando a guardare anche il tipo di polimero e il colore.
  3. Una terza fase del ciclo per trasformare un rifiuto, le nostre bottiglie di plastica vengono lavate con l’acqua calda molto semplicemente per eliminare etichette e anche i residui di sporcizia che possono essere rimasti attaccati. Se si tratta invece che di bottiglie di acqua di flaconi di detersivo, è necessario sottoporli a processi meccanici di eliminazione dei materiali nocivi o ostacolanti il riciclo. Finalmente abbiamo il materiale pronto per essere consegnato, selezionato e preparato viene inviato al riciclo.
  4. Eccoci alla quarta e ultima fase del processo per trasformare un rifiuto in plastica in materia prima. Questo ultimo step di riciclo ci consegna in mano il materiale finale, o materia prima-seconda e possiamo già iniziare a pensa a cosa farne. Si tratta di scaglie, granuli e geo-membrana bugnata.

bottiglie di acqua con tappo

Come si trasforma un rifiuto: il gran finale

Possiamo ricavare da bottiglie di plastica realizzate con scaglie in PET lastre, contenitori, prodotti per l’edilizia, per le auto o per il settore tessile. Nessuno ci vieta anche di ottenere nuove bottiglie d’acqua. Diversi sono i flaconi di detersivo che sono comunque riciclabili ma hanno granuli adatti alla produzione di tubi e geo-membrana bugnata. Passando agli shopper e agli imballaggi composti da scaglie e granuli possiamo creare vasi per fiori, far manufatti per l’arredo urbano, nuovi sacchetti e materiali per l’edilizia, come canaline, distanziatori e guaine bituminose. Il processo al variare del materiale di partenza, può richiedere lavorazioni diverse che comprendono ad esempio certi tipi di lavaggio, la centrifugazione e la triturazione. Tutte le fasi elencate sono molto importanti e non devono essere trascurate se si vuole ottenere una materia prima-seconda davvero valida e quindi un circolo virtuoso efficiente.

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