Come si formano le trombe d’aria
Le trombe d’aria non si formano così per caso e nemmeno per volere degli dei, ci devono essere delle particolari condizioni atmosferiche che per lo meno ne favoriscano la nascita. Solitamente si tratta di situazioni di forte instabilità, con dei venti che hanno direzioni e intensità e anche direzioni molto diverse, a seconda della quota.
Come si formano le trombe d’aria
Perché si scatenino delle trombe d’aria è inoltre necessario che ci sia una massa di aria calda e con alto tasso di umidità che si trovi sotto ad una di aria fredda, e anche secca. Il caldo tende a salire, il freddo a scendere, ci ricorda la fisica, per cui queste masse si vorrebbero scambiare di posto e nel tentativo di farlo, mentre impazzano venti molto variabili e forti, si viene a creare un forte temporale. Le trombe d’aria possono formarsi in associazione con fenomeni temporaleschi di ogni genere ma di solito si verificano in concomitanza con temporali particolarmente violenti come le supercelle.
Siamo arrivati allo scatenarsi di un forte temporale con venti violenti e confusi, in questo contesto possono formarsi anche dei veri e propri vortici che sono all’origine delle trombe d’aria. Quando i vortici si creano per via dello scontro tra la corrente ascensionale calda e quella discendente fredda, essi danno luogo a delle trombe d’aria brevi e non particolarmente violente.
Peggiori sono le conseguenze se i venti nascono con il temporale stesso producendo al suo interno una intensa rotazione. Si parla mesocicloni allora, un fenomeno non frequentissimo e che troviamo quando soffiano venti variabili di intensità e direzione in quota progressiva.
Anche le correnti a getto possono dare luogo ad una tromba d’aria. Si tratta di correnti fredde in quota che contribuiscono alla formazione e alla rotazione del cumulonembo. Si creano così dei temporali che possono prevedere anche delle trombe d’aria, a partire dal settore ascensionale e che mostrano una rotazione in senso antiorario nell’emisfero boreale e orario nell’emisfero australe. Nell’occhio del ciclone, quindi nel centro della colonna d’aria che sta salendo, si forma una depressione, una zona con una pressione molto diversa da quella esterna, e l’aria viene letteralmente risucchiata fino a raggiungere il suolo.
Caratteristiche delle trombe d’aria
Ora che abbiamo compreso come si formano le trombe d’aria, osserviamone meglio le caratteristiche. Dette anche tornado, sono dei vortici d’aria che si creano alla base di un cumulonembo e si scaricano a terra. Quasi sempre sono accompagnati dal verificarsi di temporali molto forti, con venti che soffiano anche a 500 km/h. I temporali che più frequentemente creano tornado sono le supercelle.
Tra tutti i fenomeni atmosferici che conosciamo, certamente queste sono tra i più violenti e con un potenziale distruttivo piuttosto alto. Nell’area mediterranea non sono molto frequenti ma quando ci sono, fanno molti danni.
Forse abbiamo in mente qualche fotografia delle trombe d’aria che si verificano negli Stati Uniti: hanno una forma ad imbuto. Quando si verificano sulla terra ferma, suolo, detriti e massi entrano nel vortice e girano anch’essi vorticosamente rendendo tutto più pericoloso.
Non esiste una misura standard per questi fenomeni, la base può avere un diametro che va dai 100 ai 500 metri, solo in casi davvero straordinari è possibile avere delle dimensioni maggiori, fino a 1 km. Al variare della posizione del cumulonembo, cambia anche l’altezza della tromba d’aria, di solito non è mai meno di 100 metri ma nemmeno più di 1 km.
Per quanto riguarda la durata, è davvero breve, ma in quei pochi minuti si scatena l’inferno. In media i tornado possono durare dai 5 ai 15 minuti e si spostano con una velocità variabile durante il loro percorso che va dai 30 e 100 km/h
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Categorie di trombe d’aria
In un’ottica puramente antropocentrica, classifichiamo le trombe d’aria per la loro distruttività che si calcola considerando la sua durata, la velocità e l’intensità dei venti. Le più terribili sono quelle generate dalle supercelle in certe zone geografiche come gli Stati Uniti dove ci sono condizioni atmosferiche e geografiche pienamente favorevoli. Venti variabili, forti correnti a getto in quota. contrasto termico elevato tra masse d’aria coinvolte.
Valutando empiricamente i danni causati è stata creata una classificazione delle trombe d’aria rappresentata dalla Scala Fujita avanzata che è il corrispettivo della Scala Mercalli per i terremoti. Ecco i vari livelli, con una indicazione della velocità del vento.
- DEBOLE 105–137 km/h
- MODERATO 138–178 km/h
- SIGNIFICATIVO 179–218 km/h
- FORTE 219–266 km/h
- DEVASTANTE 267–322 km/h
- CATASTROFICO > 322 km/h
Per quanto riguarda i danni, che è poi quello che interessa maggiormente, al livello debole si parla di rami di alberi che cadono, tegole fuori posto. Nel caso di tromba d’aria catastrofica, quasi tutto viene raso al suolo, gli alberi sradicati.
Le trombe d’aria più frequenti sono quelle deboli e moderate per fortuna, quelle devastanti sono molto rare e le forti solo il 5% del totale. Esiste un altro modo di classificare le trombe d’aria che si usa in Inghilterra prevalentemente. Si tratta della scala TORRO e va da T0 per tornado estremamente deboli a T11 per i tornado più violenti mai registrati.
Pubblicato da Marta Abbà il 6 Febbraio 2020