Ridurre la propria impronta ecologica è un obiettivo a cui noi tutti dovremmo aspirare per offrire un contributo concreto nella lotta contro la sovra-immissione di gas serra in atmosfera, e di conseguenza, contro il riscaldamento globale e il correlato cambiamento climatico. I gas serra vengono infatti emessi attraverso la produzione e il consumo di beni e di servizi.
L’impronta ecologica è un concetto usato per l’appunto per quantificare l’impatto di una qualsiasi attività, di una persona o di un Paese sul Pianeta. Più esattamente si tratta di un indicatore complesso utilizzato per valutare il consumo umano di risorse naturali rispetto alla capacità della Terra di rigenerarle, con tutte le conseguenze che ne derivano sotto il profilo ambientale.
Sono molteplici le azioni e le buone abitudini che si possono intraprendere ogni giorno per ridurre la propria impronta ecologica. Nel ventaglio di queste prassi da adottare per salvaguardare il nostro Pianeta rientra anche la creazione di un orto sostenibile. Scopriamo perché.
Quanta CO2 si risparmia coltivando il proprio cibo personalmente
Come accade in molti altri contesti, sono i dati a evidenziare il cospicuo quantitativo di CO2 che si può risparmiare coltivando il proprio cibo in maniera autonoma. La ricerca di Shopalike.it condotta sul tema dell’orto sostenibile parla con estrema chiarezza a tale proposito.
Oltre a essere divertente, coltivare le verdure, gli ortaggi e la frutta che vengono portati a tavola giornalmente rappresenta un contributo di rilievo a tutela del nostro ambiente. Vediamo un esempio concreto per comprendere l’entità della questione.
Una famiglia composta da tre persone consuma mediamente 1.200 Kg di alimenti all’anno che a loro volta corrispondono a un furgone pieno di cibo. Un furgone totalmente colmo di prodotti emette in atmosfera 150 grammi di anidride carbonica per ogni chilometro percorso. Il tutto si traduce nell’emissione di ben 150 Kg di CO2 per un tragitto di 1.000 chilometri, che equivale al quantitativo prodotto da un aereo per un volo di tre ore. Il dato è lampante. Se tutti coltivassero in maniera autonoma creando un orto sostenibile, l’ambiente ne gioverebbe enormemente. Piccoli gesti che fanno la differenza, soprattutto se si considera che dal trasporto su strada deriva il 72% di tutte le emissioni di anidride carbonica nel territorio dell’Unione Europea.
Coltivare un orto sostenibile aiuta l’economia domestica
Al chiaro beneficio ambientale si unisce quello economico. Decidendo di coltivare il proprio cibo personalmente, si riesce a ottenere un risparmio di un certo peso, che risulta molto apprezzabile in qualsiasi nucleo domestico, soprattutto in quelli composti da più persone.
Ma quanto si riesce a risparmiare coltivando un orto? Una semplice quanto efficace infografica permette di farsi un’idea precisa a riguardo.
Il calcolo è stato effettuato sul consumo medio di alcuni prodotti tipo con l’ausilio di un calcolatore di semina, ossia uno strumento di progettazione disponibile online che permette di decidere cosa seminare in modo pratico e veloce. Il periodo di coltivazione preso in esame nella stima è quello compreso tra la primavera e l’autunno, su un lotto di terreno di 60 metri quadri.
Ancora una volta, i dati emersi dal calcolo lasciano spazio a pochi dubbi. Una famiglia di tre persone che coltiva le dieci verdure incluse nella stima (pomodoro ciliegino, zucca, carote, insalata, cipolle, aglio, sedano, basilico, aneto e cavolo) arriva a risparmiare fino a 974 euro in totale. Una bella cifra che può essere quindi messa da parte o investita in altri beni e servizi di utilità familiare.
Coltivare un orto è salutare: diminuisce lo stress e rafforza il sistema immunitario
Le ragioni appena elencate sono già di per sé più che valide per motivare a intraprendere una esperienza di coltivazione autonoma di un orto. Non va tuttavia dimenticato un altro aspetto altrettanto importante: il contatto diretto con la natura che offre dei benefici enormi al benessere del nostro organismo, portando effetti positivi sul fisico, sull’umore e sulla salute. Trattandosi di una attività svolta all’aperto, la coltivazione di un orto permette innanzitutto di fare il pieno di vitamina D, fondamentale per il rafforzamento del nostro sistema immunitario.
La stessa scienza ha dimostrato i benefici che ha sull’umore avere un orto, coltivarlo e tenerlo curato per poi raccoglierne i frutti. Un recente studio olandese, presentato in occasione dell’Assemblea Generale elettiva della Federpensionati Coldiretti, ha ad esempio evidenziato come coltivare e poi nutrirsi di prodotti maturati attraverso il nostro lavoro sia molto salutare per il nostro organismo. In primo luogo, perché impone un’attività che rafforza braccia e gambe, poi per i benefici apportati al sistema cardiovascolare.
Lavorare alla luce del sole stimola per di più la produzione di endorfine e abbassa i livelli del cortisolo, l’ormone responsabile dello stress. Non a caso, eccellenti risultano anche gli effetti che si ottengono sulla mente, rappresentando un’ottima distrazione capace di allontanarci dai carichi di tensione emotiva tipici della vita contemporanea.
Se ridurre la propria impronta ecologica è il primo obiettivo che deve spingerci a coltivare un orto, è comunque bene non dimenticarsi degli ulteriori vantaggi che una simile attività è in grado di assicurarci.