Come riconoscere una zecca da un neo
Non è così banale sapere come riconoscere una zecca da un neo ma è un problema che mi auguro non vi troverete mai a dover affrontare. Ad ogni modo cerchiamo di fare chiarezza su ciò che è opportuno fare in queste situazioni, in modo da non andare in panico e togliersi il dubbio agendo per il meglio.
Come riconoscere una zecca da un neo
Cominciamo dalle zecche, animali detti artropodi appartenenti alla classe degli aracnidi proprio come i ragni e gli scorpioni anche se pensarlo fa venire i brividi. Chi ha un po’ di confidenza con questi animali saprà che esistono zecche dure e zecche molli, rispettivamente chiamate Ixodide e Argaside. Le prime hanno uno scudo rigido e sono più difficili da confondere con un neo, le altre invece non hanno questa protezione e possono tranquillamente sembrarlo.
In entrambi i casi stiamo parlando di animaletti di pochi millimetri, dalla forma ovale e appiattita, muniti di otto zampe, non molto visibili, altrimenti non le scambieremmo per un neo. Per quanto riguarda il colore, maschi e femmine sono diversi, una zecca rosso-marrone scuro è un maschio, se è invece grigiastra è femmina. Le zecche più facilmente scambiabili con un neo sono quindi quelle di sesso maschile.
Zecche: caratteristiche
Se ancora abbiamo dei dubbi, andiamo ad approfondire la conoscenza con le zecche. Questi artropodi hanno un apparato boccale pungente e succhiatore e si attaccano, per nutrirsi, agli animali domestici e selvatici a cui succhiano il sangue. Più che all’uomo puntano soprattutto a piccoli roditori, lepri, volpi, cervi e uccelli, ma anche a ricci, tassi, cani ed altri mammiferi, anfibi e rettili.
Se proprio arrivano ad attaccare l’uomo, cosa rara, mirano soprattutto ad alcune zone come testa, collo, gambe e spazi interdigitali. Una zecca può restare attaccata alcune ore o anche giorni ma non è certo come un neo che è eterno, a meno che non si tolga chirurgicamente.
Neo: caratteristiche
Quando si parla di un neo, oltre a volerlo distinguere da una zecca è molto importante approfondire per capire se si tratta di un neo pericoloso oppure innocuo. Non è una valutazione banale e la cosa migliore è una visita medica, ma ci sono dei criteri che ci permettono di farci un’idea e capire se siamo a rischio, se farci venire il dubbio.
Vediamo come deve essere un neo sano, non a rischio di sviluppare un melanoma. Deve avere un colore uniforme, marrone o nero, contorni ben separati dal resto della pelle, una forma rotonda o ovale e dimensioni non superiori ai 6 mm di diametro. Questo è un neo non pericoloso, ma come sono quelli che invece vanno tenuti sotto controllo?
Asimmetrico, con bordi irregolari e con delle colorazioni anomale: blu, rosa oppure a chiazze. Un neo a rischio può essere anche più grande di 6 mm e a quel punto non può nemmeno sembrare una zecca! Un neo pericoloso, potenzialmente, prude e sanguina, cambia colore. Se avete notato almeno uno di questi segnali, meglio farsi controllare di corsa per appurare la tipologia del neo che abbiamo.
Zecche, come difendersi
Torniamo alle zecche. Se non è un neo ciò che abbiamo sulla pelle, allora è una zecca molle che vuole succhiare il sangue e a nutrirsi per alcuni giorni. Può capitare di incontrare questi animali soprattutto in campagna, in un bosco o nei prati con erba alta, per cercare di evitarli è meglio indossare cappello, pantaloni lunghi, scarpe chiuse e calze spesse, camicie o maglie a maniche lunghe. Se vogliamo essere più tranquilli possiamo anche utilizzare dei repellente per insetti, gli stessi che si utilizzano contro le zanzare.
Se tornando da una gita all’aperto abbiamo il dubbio di aver incontrato una zecca e di averla portata a casa, controlliamo bene tutto il corpo, concentrandoci soprattutto nelle zone dove le zecche tendono ad insediarsi maggiormente. Se passiamo una mano sulla pelle dovremmo accorgerci della presenza della zecca, cosa che non accade se si tratta di un neo. Già che ci siamo, meglio controllare anche i vestiti e lavarli ad alte temperature. Se troviamo la zecca, dobbiamo liberarcene al più presto, rivolgendosi ad un medico che può togliere il parassita senza schiacciarlo.
Non è affatto banale eliminare le zecche, infatti, e farlo da soli non è consigliato. Sono necessarie delle pinzetta a punte sottili con cui afferrare questi animale imprimendo un leggero movimento di rotazione per distaccarlo senza creare lesioni. Può capitare spesso che resti sulla pelle una porzione dell’animale e serve un ago sterile per rimuoverlo definitivamente.
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Prima di togliere la zecca è necessario evitare di cospargerci con sostanze oleose o irritanti che potrebbero indurre un rigurgito del parassita. Dopo la rimozione, invece, è meglio disinfettare la zona interessata con acqua ossigenata, alcool o soluzioni a base di iodio. Se nei giorni seguenti compare un alone rossastro che tende ad allargarsi oppure febbricola, mal di testa, dolori articolari, ingrossamento dei linfonodi e debolezza, è necessario avvertire subito il proprio medico.
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Pubblicato da Marta Abbà il 1 Maggio 2019