Come insegnare a un pappagallo a parlare

Come insegnare ad un pappagallo a parlare

Se ne abbiamo acquistato uno, certamente vogliamo sapere come insegnare ad un pappagallo a parlare. Non è impossibile e non è nemmeno troppo difficile, in teoria, anche se molto dipende poi dalla razza e dall’indole del singolo esemplare. Esistono dei trucchi e dei metodi universali che possiamo provare, ovviamente il risultato non è assicurato e gioca un ruolo di fondamentale importanza anche il fattore umano e animale. La nostra pazienza, la nostra propensione all’insegnamento e anche il feeling che si crea tra maestro e allievo.

Come insegnare ad un pappagallo a parlare: razze

Come abbiamo premesso, il carattere e le esperienze vissute dall’animale influiscono in modo molto pesante su quelle che saranno le sue performance future, legate al linguaggio. Gli esperti hanno poi identificato delle razze che hanno più o meno la capacità di parlare e di imparare. Se vogliamo avere maggiori possibilità di dialogare, botta e risposta, con il nostro amico piumato, scegliamo un pappagallo cenerino oppure alcune specie provenienti dall’America del Sud che mostrano una particolare propensione a parlare.

Al di là della razza e del carattere, armiamoci di pazienza e speriamo di essere fortunati.

Come insegnare ad un pappagallo a parlare: rapporto da creare

La prima cosa a cui badare è la relazione con l’animale. Se non si instaura un rapporto di confidenza, se non c’è feeling, è davvero difficile che si realizzi il nostro sogno. Concediamo al nostro pappagallo un po’ di tempo per fidarsi di noi, non mettiamogli pressione. Deve comprendere che il nostro affetto non è legato al numero di parole che pronuncerà e che il fatto di parlare è un qualcosa in più, un gioco, un extra, non legato al rapporto tra voi.

Può essere decisivo anche il nome che scegliamo per il nostro amico, meglio è se ne troviamo uno simpatico e con un suono vivace.

Quando iniziamo le “lezioni”, ricordiamoci di non sgridarlo mai, men che meno di usare violenza, perché l’idea di farlo parlare è nostra e se lui non ci riesce o non vuole, per il momento, non deve portarci a punirlo. Né fisicamente né verbalmente. Un gesto di questo genere non porterebbe altro che ad un crollo di fiducia, compromettendo per sempre l’idea di insegnargli a parlare.

Man mano che vediamo dei progressi, non acceleriamo ma assicuriamoci che tutto risulti chiaro programmando dei ripassi, tornando sulle parole che già conosce e ripetendole con lui. Se ne dimentichiamo alcune, usciranno dalla mente anche a lui, conviene quindi tenere le tracce dei progressi su un taccuino dedicato che potrò restare un ricordo, un diario della vostra avventura.

Prima di cominciare a imparare noi i trucchi, meglio mettere subito in chiaro che non si può fare una stima generale di quando tempo serva per insegnare ad un pappagallo a parlare. Alcuni mesi, un solo mese, molti mesi? Portate pazienza e, soprattutto, mentre lo fate divertitevi e godetevi i momenti speciali con la fianco il vostro pennuto. Frustrazione e nervosismo non aiutano affatto.

Come insegnare ad un pappagallo a parlare

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Come insegnare ad un pappagallo a parlare: consigli

Mettiamo il pappagallo a suo agio garantendogli una gabbia sufficientemente grande e con tutti gli accessori necessari. Meglio se è luminosa e calda. Sistemiamola in una zona da cui il pappagallo possa sentire le nostre voci durante la giornata, non solo per le parole che potrebbe imparare nel mentre ma anche solo per non farlo sentire troppo solo. Coccoliamolo un po’ e offriamogli pezzetti di frutta e snack a lui dedicati per conquistare la sua fiducia.

Quando vediamo che è più rilassato in nostra presenza, cominciamo ad aprire la gabbia e a farlo uscire. Dopo questa prima fase di avvicinamento, procediamo con quella dell’insegnamento vero e proprio. Individuiamo due o tre parole, le prime che desideriamo pronunci, e associamole a dei precisi momenti della giornata. Ad esempio “ciao” al mattino quando usciamo, “buonanotte” alla sera, “buon appetito” a pranzo. Ovviamente potete essere anche più fantasiosi di me, l’importante è che ci ricordiamo di ripetere la parola giusta al momento giusto per addestrare il pappagallo.

Oltre a questo, fissiamo delle sessioni di insegnamento tete à tete, di una decina di minuti, in cui iniziare a ripetere delle parole e, con il tempo, anche delle piccole frasi. Mi rendo conto che non è il massimo del divertimento, ma è necessario avere costanza come quando alle scuole elementari anche noi abbiamo imparato a scrivere scrivendo centinaia e centinaia di volte le singole lettere sui nostri quaderni.

Per invogliare il nostro alunno, premiamolo con della frutta quando pronuncia a voce alta e scandendo bene le sillabe, delle parole. Durante le lezioni il pappagallo è molto ricettivo, non facciamoci quindi scappare dei termini proibiti e che non vogliamo che ripeta. E’ difficile, una volta che li ha memorizzati, toglierglieli dalla testa.
Può essere di stimolo alla memoria anche la musica. Non importa se siamo o meno stonati. Cantiamogli delle canzoni o delle cantilene ma associamo una musica alle parole, utilizzando anche diversi accenti ed intonazioni. Non lo confonderà, anzi, lo aiuterà.

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