Quando si parla di perdono, si pensa ad un vecchio torto che ancora non ci è andato giù oppure ad un senso di colpa di cui non riusciamo a liberarci. Difficile che si riesca subito ad accorgersi che molto spesso la prima persona che ha bisogno di essere perdonata da noi siamo…. noi! Piccole cose, magari, o modi di fare, che in un certo senso condanniamo o auto-critichiamo come magari non tolleriamo di non aver raggiunto certi risultati al lavoro o di non essere in piena forma come vorremmo.
Piccole cose che però alimentano un senso di insoddisfazione continuo, ci costringono a vivere in continua tensione sapendo di avere un giudice dentro di noi pronto a mettere il dito sul nostro stesso errore. Si può imparare a perdonare sé stessi, certo che si può, e non vuole affatto dire perdere la grinta o la voglia di fare sempre meglio. Perdonare riguarda il passato, ciò che è stato e che non si può cambiare, quindi è inutile che ci aggrappiamo ad esso rovinandoci il presente e il futuro.
Per capire come imparare a perdonarsi esistono tanti trucchi, non dobbiamo per forza utilizzarli tutti ma scegliere quelli che ci sembrano più adatti al nostro modo di essere.
Vedrete che già dopo una settimana di lavoro avvertirete calare il rimuginare continuo che ci accompagna, avremo meno pensieri giudicanti e sentimenti di rabbia e rancore contro noi stessi, oppure di frustrazione perché non siamo mai al livello in cui ci aspettiamo di essere e pensiamo di dover essere per venire giudicati in gamba.
Come imparare a perdonarsi
Per imparare a perdonare sé stessi è importante capire qual è il nostro obiettivo. Non dimenticare e nemmeno abbassare le pretese, ma contestualizzare ciò che ci sembra essere una nostra colpa o pecca, guardandola con equilibrio e lucidità e lasciando andare le emozioni negative del momento. Possono capitare picchi di rabbia ma col tempo possiamo diluirli e non permettere che ci scatenino un crollo di autostima o un senso di autodistruzione.
Quando cominciamo a giudicare ciò che abbiamo fatto e non è mai abbastanza, dobbiamo cambiare punto di vista e metro di valutazione, mettendo l’accento su ciò che abbiamo fatto per arrivare a quel risultato. Ce l’abbiamo messa tutta? Abbiamo giocato tutte le carte a nostra disposizione? Allora basta, stop, abbiamo dato il meglio possibile e anche di fronte ad un risultato imperfetto, non abbiamo nessun motivo di punirci o di sentirci delusi. Invece di perdere tempo con questi pensieri possiamo più lucidamente analizzare come sono andate le cose per imparare dall’esperienza con un atteggiamento da principiante invece che da giudice.
Come imparare a perdonarsi: tecniche
Ecco sei passi per imparare a perdonarsi.
- Stop alla ruminazione mentale. Rimuginare continuamente su ciò che è accaduto è una pessima ma molto diffusa abitudine e che non è affatto facile da interrompere. Più si rumina più si ha l’impulso di ruminare, è un vortice che ci risucchia e che prende sempre più spazio nelle nostre giornate succhiandoci energie e serenità. Cerchiamo di concentrarci sul presente e sul futuro prossimo, senza porci obiettivi irraggiungibili per non firmare una condanna all’autofrustrazione.
- Accettare il perdono. È essenziale, è un presupposto che non può non esserci. Sembra banale precisarlo ma ci sono persone che non hanno alcuna intenzione di perdonarsi davvero e vivono sempre pronti a cercare un errore o un motivo per dimostrare a sé stesse e al mondo che hanno qualcosa che non va. Prima di tutto chiediamoci quindi se siamo disposti a ricevere e accettare il perdono, nostro e altrui. Pensiamo ad esempio a quando perdoniamo un altro, a come ci sentiamo e a come desideriamo che l’altro reagisca, per comprendere come comportarci con noi stessi. È un rovesciamento di ruoli utile.
- Coltivare relazioni. Stare con le persone a cui teniamo e mantenere con esse dei rapporti vivi e ricchi di emozioni è molto importante per imparare come perdonarsi. La solitudine favorisce la ruminazione e ci pone in una condizione in cui non abbiamo riferimenti esterni e restiamo in balia dei nostri severi giudizi.
- Trovare un rituale di perdono. Per favorire uno switch emotivo che ci riesce difficile, sono molto utili i rituali. Non immaginate chissà che cerimonia ma un gesto simbolico che per noi e solo per noi significhi “okay, mi perdono, guardiamo avanti”. Possono essere 5 minuti di meditazione con la respirazione, un bagno caldo, una cioccolata fumante, una pagina di diario o… quello che nella nostra testa può costituire una boa attorno a cui svoltare.
- Accettarsi nel presente. A volte non si riesce a perdonare sé stessi perché ci si intestardisce a voler cambiare qualcosa che è invece immodificabile. È una lotta che non vinceremo mai, che ci condanna alla tristezza e ci fa vivere rabbiosi. Meglio pensare a ciò che davvero si può migliorare di noi stessi e rimboccarsi le maniche invece che sbattere la testa contro un muro duro e inamovibile.
- Perché perdonarci. È importante non per principio, non sempre possiamo e dobbiamo perdonare gli altri ma noi stessi si. È una questione anche legata alla salute perché chi si guarda con disprezzo e si punta il dito contro finisce per vedersi aumentare il rischio di contrarre malattie cardiovascolari e calare delle difese immunitarie. Molto probabile avere depressione o ansia o attacchi di stress. Dal punto di vista sociale i benefici sono enormi: chi si perdona si pone verso gli altri in modo maggiormente empatico, è più positivo e capace di comprendere le situazioni senza andare in cerca di un capro espiatorio.
Come imparare a perdonarsi: consigli
Per chi è pronto a questa sfida, a questa svolta, consigliamo un libro che può accompagnarlo con consigli ed esperienze “il potere e la magia del perdono”. Da accompagnare con un po’ di autoironia, in un DVD spassoso ma intelligente: “Nessuno mi può giudicare”