Come diventare Energy manager
L’energy manager è una figura professionale che negli ultimi anni si sta imponendo grazie alla sensibilità ambientale. La sua presenza è obbligatoria all’interno di aziende ed enti pubblici che misurano annualmente alti livelli di consumo energetico affinchè si eviti che lo spreco possa incidere negativamente sull’ambiente.
Questa figura professionale, di stampo scientifico, è stata introdotta con la legge 10/91 con lo scopo di ottimizzare e migliorare l’uso dell’energia da parte delle amministrazioni pubbliche. Anche se la legge prevede questa figura solo per le industrie di grandi dimensioni, anche le piccole e medie imprese si stanno ultimamente affidando all’energy manager per ottimizzare i propri consumi energetici.
Come diventare Energy manager. Titolo di studio
Per diventarlo, non esistono percorsi specifici a livello universitario, che possono essere orientati alle lauree architettoniche, ingegneristiche o a sfondo ambientale. Tuttavia ci sono diversi master che vertono sulla formazione di questa professione.
Come diventare Energy manager. Corsi di formazione
In alternativa vi sono corsi presso istituti pubblici altamente qualificanti. L’ENEA, ente pubblico italiano che opera nei settori dell’energia, dell’ambiente e delle nuove tecnologie a supporto delle politiche di competitività e di sviluppo sostenibile, offre corsi di formazione e di aggiornamento per l’energy manager. Anche la FIRE, la Federazione Italiana per l’uso razionale dell’energia, si propone in tal proposito. Le due associazioni organizzano corsi in tutto il territorio nazionale e durano 5 giorni, consentendo un utile strumento per trovare lavoro. Coloro infatti che partecipano a questi corsi entrano in un sistema a disposizione delle aziende che sono in cerca della figura di un Energy manager.
Si tratta di un elenco dove viene inserito nome, cognome, titolo di studio, residenza, recapito telefonico ed indirizzo email del partecipante. Non vi è dubbio che nel mondo del lavoro la crisi imperversi, ma è anche vero che la sensibilità ambientale nell’ottica dello spreco energetico stia aumentando. In questa prospettiva vale la pena indirizzarsi verso una professione più che mai in linea con le esigenze dell’offerta.
Pubblicato da Anna De Simone il 12 Ottobre 2012