Chi non ha un giardino, molto spesso è costretto a reprimere alcuni desideri botanici che richiedono spazio e terreno. E’ quindi una buona notizia quella che vi stiamo dando, ovvero che si può imparare come creare uno stagno sul balcone e il risultato non è affatto male. Ci vogliono un po’ di ingegno, le piante e l’attrezzatura giusta, oltre al tempo e la pazienza per installare il tutto e farlo funzionare. Vediamo come procedere, mossa dopo mossa.
Perché creare uno stagno sul balcone
L’idea di stagno ad alcuni non piace, a volte è visto come un ambiente negativo e anche un po’ sporco. Se si resta in superficie, si può sostenere questo, ma andando in profondità, prendendosi il tempo di conoscere chi lo popola, sia a livello di flora che di fauna, si scopre che lo stagno è un vero e proprio microcosmo da studiare, osservare, ammirare.
E’ rilassante e stimolante allo stesso tempo uno stagno sul balcone, con specie esotiche e insetti, tanto fermento quasi impercettibile a prima vista ma meraviglioso e complesso. Basta poco, per realizzarlo, e sarà una variante originale alle solite piante che possono comunque convivere con questa nuova presenza.
Contenitore per creare uno stagno sul balcone
Il contenitore è la prima cosa che dobbiamo procurarci per iniziare. Per ottenere uno stagno che abbia un senso, scegliamolo con un diametro di almeno mezzo metro e alto almeno quaranta centimetri. Non deve avere residui di detersivi nocivi che possono compromettere tutta la nostra creazione. Per riempirlo dobbiamo utilizzare ciottoli o ghiaia, creiamo uno strato sul fondo, e poi mettiamo tanta acqua, piovana. Se non è possibile procurarcela, allora prendiamo quella del rubinetto e lasciamola decantare per almeno due giorni interi, il minimo necessario perché possa essere adatta allo stagno che stiamo creando.
Prima di riempirlo, forse è meglio già sistemarlo in quella che sarà la sua posizione definitiva sul nostro balcone, in modo che non sia poi complesso il trasporto, quando sarà colmo di acqua. Cerchiamo di non metterlo dove il sole batte spesso, perché l’acqua potrebbe surriscaldarsi, ma l’ombra totale non va bene allo stesso modo, perché la fioritura potrebbe restare penalizzata. Se l’orientamento del nostro balcone lo rende possibile, mettiamo il nostro contenitore da stagno a est in modo che al mattino sia al sole e poi in mezza ombra per il resto della giornata.
Piante acquatiche per stagno
Siamo pronti per la selezione delle piante che faranno parte del nostro stagno. E’ un po’ come scegliere i componenti di una squadra, è importante che siano diverse l’una dall’altra e ben combinate. Dobbiamo prevedere la presenza di ossigenanti, purificanti e galleggianti, scelte tra quelle che si trovano bene nel nostro clima, in modo che il risultato sia l’equilibrio del piccolo microcosmo di cui ci siamo eletti creatori. Proprio le piante sono le responsabili della pulizia dell’acqua, assieme ai microorganismi.
Per piantarle aspettiamo la stagione di crescita, tarda primavera o inizio estate, così le radici cresceranno subito nel nuovo ambiente. C’è una formula che definisce l’equilibrio per uno stagno: in ogni metro quadrato ci devono essere 1 pianta galleggiante con le radici ancorate al terreno, 3 ossigenanti e 1 o 2 piante marginali. Ci sono delle limitazioni di cui tenere conto anche nell’occupazione della superficie dello stagno, in modo che non manchi ossigeno. Le piante galleggianti non devono mai coprire oltre la metà della superficie, quelle ossigenanti stanno sul fondo e ne devono coprire almeno la metà. Le palustri, che sono filtranti, dovrebbero coprire il 20% della superficie.
Vediamo qualche esempio di pianta che possiamo inserire nel nostro stagno. Le Elodea e Ceratophyllum submersum sono piante sommerse, importanti perché assorbono diossido di carbonio e rilasciano ossigeno, tenendo pulita l’acqua. Fanno anche ombra con le loro foglie, a beneficio di pesci e piccoli insetti. L’elodea è anche ossigenante e tiene lontane le alghe unicellulari. Nello stagno sul balcone possiamo ospitare anche le ninfee nane che fanno ombra e offrono rifugio ai pesci, e sono anche molto coreografiche. Tra le migliori, la Nymphaea Pygmaea alba, rubra e helvola, la Nymphaea tetragona e i fiori di loto nani.
Abbiamo parlato anche di piante galleggianti, possiamo scegliere per questa categoria la lenticchia d’acqua (Lemna minor), la felce d’acqua Azolla caroliniana, il giacinto d’acqua eichhornia crassipes, e il Ceratophyllum demersum.
Passiamo alle piante palustri, che occupano i margini degli stagni, proteggono dal vento e dai predatori che si nutrono di pesci e rane. Tra queste la typha minima, la pontederia cordata, il giaggiolo acquatico, Hydrocotyle vulgaris , il Polygonum odoratum. Le palustri come anche le sommerse, devono stare in vasi di plastica normali, con un miscuglio di terra argillosa, sabbia non calcarea e terriccio organico, una specie per vaso, per evitare che le altre piante possano rubare il loro spazio. Per tenere lontane le zanzare dal nostro meraviglioso stagno dobbiamo popolarlo anche di specie animali, ad esempio di classici pesci rossi e di gambusie, pesciolini d’acqua dolce che si nutrono di larve.
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