Come coltivare il cappero
ll cappero è un arbusto sempreverde tipico dell’area mediterranea che può crescere in diverse condizioni: lo troviamo su pendii rocciosi, a lato di prati verdi e nei giardini come pianta ornamentale. La parte edile della pianta che tutti noi apprezziamo, per l’appunto i capperi, sono i boccioli ancora chiusi, che conservati sotto sale o sottoaceto sono un eccellente completamento di numerose pietanze. Ecco come procedere se decidete di coltivare un cappero nel vostro giardino. Prima di procedere sappiate che un cappereto dura circa 20-30 anni.
Coltivare il cappero, l’impianto
Il periodo migliore per impiantare una coltivazione di capperi è tra gennaio e febbraio, il terreno è ancora molto umido e pertanto diventa più semplice l’attecchimento delle giovani piantine.
- Preparare adeguatamente il terreno in modo da consentire le opportune lavorazioni annuali. E’ importante Realizzare una buca profonda circa 50-60: le radici del cappero si spingono molto in profondità.
- Arricchire il terreno con del concime a base di ossido di potassio
- Collocare le piantine a una profondità di circa 35 cm, con una distanza tra le file di 2 metri e lungo le file di circa 1 metro: prima però dovrete alleggerire un pò l’apparato radicale e liberare tutta la parte aerea con una drastica potatura, partendo a circa 3 cm al di sopra del colletto della pianta
- Irrigare all’incirca 3 volte durante il primo anno d’impianto: non necessita di grande innaffiatura, è una pianta abituata a resistere anche in ambienti esterni piuttosto secchi
Coltivare il cappero, indicazioni utili
- E’ preferibile coprire del tutto la piantina con uno strato leggero di terra (circa 1 cm) per proteggerle da eventuali gelate e dai venti freddi.
- Effettuare la raccolta prima della fase in cui la pianta inizia la fioritura: i capperi più piccoli sono quelli qualitativamente migliori e ogni 10 giorni la pianta del cappero produrrà nuovi tapini (capperi).
In estate è possibile fare la riproduzione per talea: basta utilizzare la parte dei rami legnosi della pianta per interrarli in un miscuglio di torba, terriccio e sabbia.
Pubblicato da Anna De Simone il 1 Novembre 2013