Come coltivare funghi nella paglia
Non è ancora stagione di funghi ma si avvicina e possiamo già pregustare il loro sapore e tutti i buoni piatti che cucineremo. Ecco perché iniziamo a spiegare come coltivare funghi nella paglia, in preparazione. I funghi non sono utili solo in cucina, come ingredienti per stufati, sughi e risotti, ma possono essere utilizzati anche per la fermentazione delle bevande alcoliche e per fare il pane. Anche nel campo farmaceutico troviamo alcuni funghi utilizzati per la produzione di antibiotici, antitumorali e vitamine grazie alla loro capacità di produrre molecole naturali.
C’è chi in autunno va per funghi, cercandoli nel bosco, ed è necessario essere molto esperti nel riconoscerli perché non tutti i funghi sono commestibili ed alcuni sono perfino tossici e possono causare dei problemi di salute anche gravi. Se siamo degli appassionati di funghi e desiderate averli a portata di mano, potete imparare come coltivare funghi nella paglia, non è affatto difficile e ci prenderete gusto, per non contare la soddisfazione che si prova quando si mangia un risotto con i funghi che abbiamo prodotto noi stessi.
Come coltivare funghi nella paglia: cosa serve
Prepariamoci per coltivare funghi con tutta l’attrezzatura necessaria. Procuriamoci un sacco di tela e di plastica, miceli di Cardoncello, un nebulizzatore, parecchia paglia, un po’ di terriccio, dell’acqua, un elastico, un paio forbici e il Polyfill.
Come coltivare funghi nella paglia: preparazione
Iniziamo! Iniziamo dalle basi, dalla base, in verità, quindi preparando il substrato che poi dovrà ospitarli mentre crescono. Prendiamo la nostra paglia e riduciamola a pezzetti molto piccoli con le forbici in modo che non restino dei “fili” troppo consistenti. Così ridotta, immergiamola nell’acqua per un giorno intero e poi per due ore pastorizziamola sempre in acqua, portandola a 70 gradi. Una volta pronta possiamo sistemarla in un sacco per farla sgocciolare e aspettare fino a quando non contiene più acqua.
Come coltivare funghi nella paglia: istruzioni
Ora che la paglia è pronta possiamo iniziare a preparare una serie di strati di paglia e di micelio alternati, nel sacchetto di plastica. I Miceli sono le parti vegetative del fungo, abbiamo scelto il Cardoncello, come vedrete, perché è uno dei funghi più semplici da coltivare ma il metodo che stiamo imparando può essere replicato con altri funghi.
Il primo strato di paglia deve essere spesso circa 5 centimetri, poi va messo il micelio, e via via si continua riempiendo tutto il sacco. Facciamo in modo che non ci sia dell’aria nel sacchetto, controlliamo, e poi chiudiamolo con il Polyfill. Questo è il materiale adatto perché permette la traspirazione. Con un elastico lo blocchiamo.
Per aspettare che i funghi nascano e crescano, dobbiamo sistemare il sacchetto che abbiamo preparato in un posto a temperatura di 20 gradi e aspettare circa 30 giorni. Diamo una occhiata ogni tanto, e quando ci accorgiamo che la paglia è stata ricoperta dal micelio, dobbiamo intervenire aprendo il sacchetto e ricoprendo tutto di terriccio creando uno strato di 4 centimetri. Ora dobbiamo davvero solo aspettare che il tempo passi e che i funghi crescano piano piano. L’unica preoccupazione deve essere quella di tenere il sacchetto al riparo dagli agenti atmosferici e sempre in una condizione di alta umidità.
Cardoncello: caratteristiche
Abbiamo citato questo fungo apostrofandolo come uno dei più semplici da coltivare. Oltre a questo cosa sappiamo di lui? E’ uno dei funghi più buoni e prelibati, anche nell’antichità. Nel Medioevo veniva declamato in alcune taverne laziali ed era considerato prelibato e afrodisiaco tanto che il Santo Uffizio lo mise all’indice perché tentava i Cristiani e li distoglieva dall’idea della penitenza
Il Cardoncello ha un colore scuro e una consistenza carnoso e sodo, il sapore è piuttosto unico nel suo genere, non penetrante, ma sottile ed “elegante”. C’è chi lo definisce un fungo “onesto” perché è impossibile scambiarlo con un fungo velenoso.
Ne esistono molti ceppi e ha anche tanti nomi: Cardoncello, Cardarello, Ferlengo, fungo di Ferula. In Italia lo possiamo trovare in varie zone tra cui la Puglia, la Basilicata, la Calabria, la Sardegna e alcune province del Lazio e della Sicilia. Il luogo però in cui possiamo avere la certezza di coglierlo è l’altopiano delle Murge appulo-lucane, dove cresce spontaneo in terreni poveri mescolati con prato.
Dal punto di vista nutritivo, ecco le qualità che questo semplice fungo sfoggia. Se fresco, contiene molta acqua (l’85-90 %) e poi il 4-5% di zuccheri, il 3,8-4% di proteine, lo 0,4-0,7% di grassi. Ha tutti gli amminoacidi principali e le vitamine, viene spesso consigliato nelle diete ipocaloriche perché contiene solo 28 calorie per ogni 100 grammi e pochissimi grassi.
Cucinarlo è piuttosto facile, si può scegliere tra tante alternative senza timore di rovinarne la consistenza. Crudo, arrosto, fritto, gratinato, trifolato e associato a pasta, riso, carne, pesce, legumi e verdure.
Pubblicato da Marta Abbà il 20 Luglio 2019