Sembra uno scherzo sapere come annaffiare le piante ma non lo è e se pensate che basti dare un po’ di acqua ogni tanto vi sbagliate di grosso. Vedrete i risultati e cambierete idea. Ci sono molte cose da sapere quando si innaffia un giardino o anche solo un balcone, ora ne vedremo solo alcune che potrete iniziare ad applicare per migliorare il vostro pollice verde.
Prima di prendere un foglio per segnare le indicazioni principali è bene sapere una cosa: non esiste una formula del successo valida sempre e comunque, quando si coltivano le piante. Molto dobbiamo mettercelo noi con il nostro intuito, con il nostro amore, con una forte attenzione ai segnali che la natura ci manda.
Anche se noi facciamo sempre gli stessi gesti nell’innaffiare, infatti, ci sono tanti fattori che entrano in gioco come ad esempio il luogo di coltivazione, l’esposizione, la stagione dell’anno, il tipo di coltivazione e le modalità.
Come capire se annaffiare le piante
Proviamo a capire come interpretare le nostre piante in modo da rispettare i loro ritmi e i loro desideri. Non parlano, nel senso che non emettono suoni, ma ci raccontano tanto della loro salute con colori e forme. Tra i segnali da guardare per capire se dobbiamo annaffiare le nostre piante ci sono ad esempio il possibile afflosciamento degli apici e dei fiori, il cambiamento di colore delle foglie, il calo di fioritura sia come colori che come volume, il raggrinzimento delle foglie e così via.
Oltre alla vista possiamo utilizzare anche il tatto, mettendo un dito nella terra in cui le piante sono ospitate. In questo modo possiamo avere una indicazione di massima sulla loro necessità di acqua. E’ importante lasciar affondare il dito nella terra per qualche centimetro altrimenti le piante ci possono ingannare.
Utilizzando l’olfatto possiamo capire se la pianta sta marcendo perché abbiamo sbagliato la quantità di acqua da darle. E’ importante non esagerare ma se ormai è capitato, lasciamola per un po’ senza acqua e al sole aspettando che si riprenda.
Come annaffiare le piante
Ci sono vari modi per annaffiare le piante, tecnicamente, vediamo quali sono. Quando si procede per immersione significa che si prende la zolla di terra in cui vive la pianta e la si immerge in un recipiente con acqua per qualche minuto. Come potete immaginare questo non è il modo migliore per piante di grandi dimensioni ma si adatta perfettamente a quelle piante coltivate in ceste pensili e in vasi piccoli e alle orchidee.
Possiamo più classicamente innaffiare dall’alto versando l’acqua direttamente sul substrato con un annaffiatoio dal collo stretto in modo da evitare le foglie per non danneggiarle. Nel sottovaso ne rimarrà un po’ che dobbiamo eliminare per evitare che la pianta marcisca. Questo metodo è perfetto per Dracene, Schefflera, Kentia, Chamaedorea ed Edera, solo per citarne alcune. Si può innaffiare anche dal basso riempiendo il sottovaso con l’acqua che verrà assorbita dalla terra attraverso i fori di drenaggio. Il ciclamino viene annaffiato così come anche piante come la Violetta africana e la Maranta.
Indicazioni per annaffiare le piante
Ci sono alcune informazioni che è importante avere prima di procedere, soprattutto se siamo alle prime armi e possiamo sbagliare qualche dettaglio compromettente. Si tratta di regole generali anche un po’ di buon senso che chi si occupa di piante da anni sa certamente.
Osserviamo il materiale del contenitore perché influisce sul risultato dell’annaffiatura. La terracotta assicura un più rapido assorbimento dell’acqua da parte del substrato, quindi possiamo abbondare, mentre a plastica mantiene un alto livello di umidità, quindi mai eccedere per evitare di far marcire la nostra pianta. Sempre guardando il vaso, valutiamone le dimensioni perché più è grande più acqua va data perché non si disperda nello spazio. Le piante coltivate in piccoli vasi richiedono innaffiature frequenti.
E’ sempre un a buona idea munirsi di un sottovaso riservando alle piante a rischio di marcitura la tecnica dal basso. Ricordiamoci che anche le piante grasse devono essere annaffiate perché il fatto che siano “grasse” non ci deve portare a trascurarle. Ovviamente è necessaria una valutazione a parte con quantità minori ma anch’esse devono avere delle riserve per vivere e fiorire. A volte la cosa migliore è vaporizzare dell’acqua dall’alto e in ogni caso non intervenire più frequentemente di una volta ogni due settimane, in estate, e ogni 3, in inverno.
Ricevendo una corretta quantità di acqua anche le piante grasse possono sviluppare le proprie radici e crescere in modo sano, molto spesso fiorendo e sviluppandosi. Non illudiamoci, l’acqua piovana non basta e soprattutto non è prevedibile per cui siamo noi che dobbiamo dettare il ritmo e addomesticare la nostra pianta.
Due parole anche per il prato, per finire, perché è certamente un punto critico per chi ha un giardino. Il prato necessita di una quantità maggiore di acqua ed è meglio fornirla nel tardo pomeriggio affidandosi ad un sistema di irrigazione a pioggia per permettere all’acqua di non evaporare velocemente.
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