Come addestrare un cane

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Come addestrare un cane non è cosa banale da scoprire, soprattutto perché ogni cane è fatto a modo suo, e anche noi padroni, siamo un insieme svariato di caratteri. Dipende quindi dalle situazioni e dalle combinazioni, il come addestrare un cane. Un consiglio, però: prima di prendere una certa razza cerchiamo di informarci delle sue caratteristiche almeno in modo che siano compatibili sulla carta con noi.

L’imparare il modo per fargli capire ciò che ci aspettiamo da lui è uno dei primi passi del come addestrare un cane, è necessario poi anche rivolgerci all’animale con il tono e tempi giusti per fargli capire immediatamente ciò che vogliamo che facciano. Una cosa è certa: non servono grandi discorsi per cercare di spiegarglielo.

Come addestrare un cane: preliminari

Ci sono delle basi sulle tecniche del come addestrare un cane di cui non si può fare a meno anche se non si sta pretendendo di avere un cane “secchione”. Si tratta di pochi comandi di base ma che gli vanno inculcati a suon di “stimoli”, cioè input, verbale o gestuale, al quale il cane deve imparare a risponde come riflesso condizionato.

Questo stimolo nel come addestrare un cane suppone la presenza di un rinforzo positivo: si dà il comando, si osserva il cane e ogni volta che risponde con il comportamento richiesto, lo si premia. Ecco come di giorno in giorno, se si fa tutto ciò con costanza e coerenza, suoni e gesti da noi scelti per il “caso” diventano comandi. Questo “stimolo” che poi diventa comando è importante che sia semplice, recepibile all’istante e univoco.

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Come addestrare un cane: i 4 comandi fondamentali

Da insegnare subito al proprio, al di là del fatto che si sappia già come addestrare un cane, ci sono quattro comandi. No, seduto, fermo e vieni. Il “no”, così breve e immediato, va associato a un tono e a un’espressività che segnalano che qualcosa non ci piace. Simile a questo comando c’è “zitto” per farlo smettere di abbaiare: è una alternativa ma spesso meno efficace nel trasmettere disapprovazione al cane.

Il comando “seduto” non è un “vezzo” estetico comportamentale o di etichetta: facendo sedere il cane si vuole frenare curiosità, entusiasmi e voglia di fare, si vuole interrompere il flusso di azioni del nostro animale rendendogli più semplice il non proseguire su una strada che noi disapproviamo. Anche il comando “terra” è tremendo ma forse da seguire.”Terra” indica una sosta più lunga o un “seduto” rafforzato, ma non è una espressione facile da captare.

Quando si esce a fare una passeggiata, torna molto utile il comando “ferma” (o “resta”) in aiuto di chi sta cercando di capire come addestrare un cane. Questo segnale indica al cane di non perdere l’occasione e di mostrarsi innocuo ma determinato. Con “vieni” o “torna” si richiama il cane, si usa quando è necessario, spero raramente, metterlo in sicurezza ma se è libero e senza guinzaglio.

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Come addestrare un cane: come chiamarlo

Per fare in modo che il cane obbedisca gli va dato un nome, che, bando alla fantasia, sia pronunciabile facilmente. Per il cane e per sapere come addestrare un cane, è necessario un nome semplice e pratico, non più lungo di due sillabe, con suoni chiari e forti, riconoscibili dal cane ma diversi dai “soliti” rumori umani.

Il nome deve essere semplice e pratico così lo impara facilmente, ancora più facilmente se ci aggiungiamo l’impegno di chiamarlo frequentemente creando una associazione positiva. L’idea è di lodarlo quando risponde al suo nome e dagli una ricompensa.

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Come addestrare un cane: consigli

Con costanza e determinazione, le tecniche sul come addestrare un cane danno  risultati se vengono applicate in sessioni da 15-20 minuti un paio di volte al giorno. Così si crea continuità anche se è importante ricordarsi che, “suonata la campanella” di questa manciata di minuti, bisogna restare coerenti con ciò che abbiamo insegnato.

E’ un classico che le cattive abitudini si sviluppano fuori da momenti addestramento quindi nei doveri del come addestrare un cane ci sta il fatto che non va perso mai di vista e l’attenzione non deve calare. Nel rivolgersi al cane è importante anche il come, il nostro stato d’animo che lui percepisce benissimo Dobbiamo mostrarci, ed essere veramente, entusiasti e ottimisti.

Questo rende l’addestramento divertente e non è questione di come addestrare un cane ma del nostro rapporto con lui. Educandolo, il legame può stringersi, a patto che lo rendiamo una cosa piacevole e non militaresca o punitiva. Non se ne parla, quindi, di sottometterlo, bensì addestrare un cane significa l‘instaurare un rapporto di comunicazione.

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Come addestrare un cane: attrezzatura e ricompense

Abbiamo detto che il dispensare ricompense gustose fa pienamente parte del come addestrare un cane. I bocconcini quindi, ben preparati, pronti all’uso, fanno parte dell’attrezzatura assieme a un guinzaglio di quasi 2 metri e un collare semplice. Se l’animale – alunno è di taglia grossa e noi non siamo pratici sul come addestrare un cane, ci si può preparare anche un collare a cavezza, una pettorina, un collare di acciaio: si può chiedere consiglio anche al veterinario, il solito, quello che conosce il cane e la sua indole.

Le ricompense vanno date subito, tempestivamente, altrimenti il cane non sa associare il gesto al vostro riscontro positivo. Il cane addestrato bene impara in fretta, va lodato e premiato entro 2 secondi dal comportamento desiderato o richiesto da noi. Può entrare a far parte dell’attrezzatura anche il clicker, per applicare questo metodo di lode immediata con questo dispositivo “che fa click”, più veloce che dare una ricompensa o una carezza sulla testa.

Questa strategia sul come addestrare un cane è basata sul creare un’associazione positiva tra il suono del clicker e le ricompense. Al buon risultato del cane si collega un click e il click collegato nella mente del cane ad una ricompensa, perché è ciò che noi gli abbiamo fatto capire. Ina volta stabilita questa connessione, il come addestrare un cane è cosa facile. Un ”click”.

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Come addestrare un cane: cosa non fare

Oltre al come addestrare un cane c’è anche il come non si riesce ad addestrare un cane. E qui arrivano le cose da non fare. Non cambiare continuamente versione e compiti, ma restiamo coerenti con le richieste e la condotta. Ad esempio: se un cane non deve salire sul divano, non è che se una sera ci sono amici o un nipote, la regola non vale, altrimenti si trasmette anarchia, confusione, mancanza di riferimento.

Non lasciarlo abbaiare per attirare la tua attenzione. A volte serve anche ignorarlo, addirittura: non dico di fare sempre così ma non cediamo al fatto che se lui ci stordisce abbaiando a più non posso noi diventiamo ai suoi comandi. Viceversa anche noi è bene che evitiamo di urlare.

Imparare come addestrare un cane non vuol dire diventare dei tiranni o dei pazzi che urlano ordini a più non posso: meglio tenere le grida per le emergenze. Il comando va pronunciato con voce ferma e convinta, non troppo alta, e va ripetuto ogni 2-3 secondi, fino a quando il cane non esegue, poi va lodato.

Non bisogna mai lasciare che il cane ci morda, neanche per gioco, ma spesso lo vedo fare. Non è il caso, ci sono tanti alti modi di giocare meno fraintendibili. Anche lasciare che il cane si appoggi con il suo peso alle nostre gambe non è buona cosa: per lui significa diventare padrone del nostro spazio. Altro che noi addestrare lui! Il “non” più importante però è questo: non essere crudeli e non colpirlo, altrimenti si avvilirà e imparerà a temerci. E addio al cane migliore amico dell’uomo.

Se volete leggere un testo valido che spiega in modo dettagliato come addestrare il vostro cane, con comandi ed esercizi specifici, e che vi suggerisce anche la soluzione a tanti piccoli problemi quotidiani vi consiglio “Addestramento del Cane – La guida completa per educare e capire perfettamente il tuo cane” di Nicola Ruggero.

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