Quando a scuola si parlava di “economia domestica“, in aula, si insegna a coltivare l’orto come passo preliminare al programma. Coltivare l’orto a scuola può essere un’esperienza altamente istruttiva, si parla infatti di “orto didattico” per insegnare agli alunni la cultura ortista educandoli all’autoproduzione degli alimenti. Tra gli ortaggi che si prestano bene per la coltivazione tra i banchi di scuola figurano i pomodori, assai consumati nelle famiglie degli italiani e molto facili da coltivare. E’ proprio il caso di dirlo, coltivare i pomodori è un gioco da ragazzi, soprattutto a scuola!
Difficilmente la gioventù odierna ha la possibilità di giocare in un campo di pomodori. I bambini vivono distanti dalle terre coltivate e molto spesso non sanno neanche l’origine del cibo. Lo scorso maggio ho partecipato a un percorso didattico destinato agli alunni delle scuole elementari, mi ha stupito vedere alcuni bambini disegnare, tra l’albero di mela e quello di pera, anche l’albero del pomodoro. Insomma, non avevano mai visto una piantina di pomodori! Certo, i bambini di oggi hanno molte più conoscenze in ambito tecnologico ma hanno bisogno di un approccio diretto con la terra soprattutto per comprendere la stagionalità e l’importanza del cibo.
Quando andavo alle elementari io (non posso credere di aver scritto questa frase! Sembro una vecchia bacucca…!), la Maestra di scienze ci faceva fare un esperimento molto semplice: ci chiedeva di mettere un fagiolo fresco in un batuffolo di ovatta imbevuto e di tenerlo al riparo dal freddo ma accanto alla finestra per assorbire luce. Così la maestra di scienze ci spiegava come germogliavano i semi e ci trasmetteva le nozioni base della fotosintesi.
Perché questa premessa? Ci arrivo subito!
I docenti che intendono allestire un orto didattico possono intersecare la coltivazione con il classico programma scolastico così da conferire all’orto un carattere multidisciplinare. Se nel primo semestre i bambini possono far germogliare un qualsiasi seme e apprendere nozioni di scienze, nel secondo semestre possono iniziare a coltivare i pomodori e apprendere nozioni di sensibilità ambientale, di educazione alimentare e di consumo consapevole. I bambini devono essere educati al consumo così da diventare adulti più consapevoli. Vi sembrano concetti troppo elaborati per un bambino? Vi assicuro che i ragazzini ci mettono davvero poco a capire che acquistare a km zero è più sano per l’ambiente o che comprare i pomodori sfusi è più conveniente perché non si paga l’involucro ne’ si produce spazzatura!
Per non parlare di tutti i punti di riflessioni che si intersecano con il programma di educazione civica (a proposito! Si fa ancora a scuola? A vedere il comportamento degli adolescenti di oggi… mi viene da dubitarne!): coltivare la terra è il miglior modo per insegnare ai più piccoli di prendersi cura di un bene comune!
In termini più pratici, per coltivare i pomodori a scuola si può iniziare a metà aprile. Se nel primo semestre i bambini hanno fatto germogliare un fagiolo, nel secondo semestre potranno trapiantare una piantina di pomodori dalle dimensioni già discrete. Se la scuola dispone di poco spazio verde, meglio impiegarlo per la ricreazione e destinare all’orto grossi contenitori da tenere in classe oppure è possibile realizzare un “solco” lungo il perimetro del cortile. Ogni spazio ha le sue esigenze e sarà compito delle Maestre sfruttare al meglio le risorse della scuola.