Come coltivare il Giglio di Sant’Antonio

coltivare giglioE’ arrivato il momento di piantare il Giglio di Sant’Antonio, una bulbosa profumatissima dalle candide corolle. Il Giglio di Sant’Antonio è da sempre simbolo di virtù e purezza. La sua coltivazione è semplice infatti non richiede molte cure, basta solo donargli un terreno molto drenante!

Il Giglio di Sant’Antonio è originario del Mediterraneo orientale e adottato in molte zone d’Europa e del Medio Oriente. Ha un profumo dolcissimo ed è facile da coltivare.

Per coltivare il giglio di Sant’Antonio partite dalla selezione del sito: un’aiuola delimitata da una siepe bassa di bosso può fare da cornice a 3-5 esemplari di giglio, così come una combinazione con specie perenni a foglie verde scuro.

Come coltivare il Giglio di Sant’Antonio?
Preparate un terreno fertile, ben drenante e possibilmente calcareo, pianteti i cormi superficialmente, a una profondità di circa 5-6 cm. Piantate a settembre e mettete i cormi a dimora a fine ottobre. In zone moto fredde, dove gli inverni sono caratterizzati da rigide gelate, la coltivazione del giglio va fatta effettuando le dovute cautele: predisponete sull’aiola uno strato di foglie o di paglia, effettuate una pacciamatura naturale con uno dei materiali segnalati in questo articolo. Lo spessore di questa “copertura protettiva” dovrà essere di 3-5 centimetri.

L’unica cura di cui ha bisogno il giglio di Sant’Antonio è l’irrigazione quando la primavera si presenta particolarmente siccitosa. Un altro pericolo può essere dato da alcuni piccoli insetti rossi, si tratta della criocera, un coleottero che nel suo stadio larvale divora le foglie del giglio. Se non vi è una grossa infestazione di insetti, questi possono essere allontanati con delle trappole e con la distruzione delle uova. Se l’infestazione dei coleotteri si è ormai conclamata, dovrà essere combattuta mediante la somministrazione di deltametrina-1,63 , un irritante che va diluito nella proporzione di 8 millilitri per ogin 10 litri d’acqua.