Il colorante E120 scritto in questo modo può sembrare uscito da un laboratorio ed in parte lo è ma le sue origini sono diverse. E’ prodotto partendo da alcuni insetti, insetti che tra l’altro danneggiano anche le nostre piante.
In passato era molto più utilizzato di ora che è stato in molti casi sostituito da altri. Non tanto per delle controindicazioni o dei danni alla salute quanto perché, saputo che il colorante E120 veniva dagli insetti, molti non hanno più voluto comprare prodotti che lo contenessero.
Colorante E120: cocciniglia
L’insetto la cui polvere si trova alla base del colorante E120 è la cocciniglia. Troviamo questa sostanza utilizzata nel campo alimentare ma anche in prodotti di cosmesi, a volte anche per tingere i tessuti ma quello è forse il settore in cui questo colorante viene meno impiegato.
Dal punto di vista chimico, l’additivo E120 è un sale di alluminio dell’acido carminico che viene a sua volta estratto dagli insetti dalle cocciniglie. Questi insetti appartengono alla stessa sottoclasse delle coccinelle, la polvere che poi riesce a dare colore viene estratta dai piccoli corpi delle femmine di due particolari specie, entrambe, cocciniglie americane.
I nomi scientifici sono Dactylopius coccus e Kermes vermilio, il colorante E120 viene estratto anche da altri insetti come la Porphyrophyra hamelis, il Kermes ilicis, il Margaroides polonia e la Kerria lacca.
Prese le femmine della specie Dactylopius, Dactylopius coccus, e della specie Kermes vermilio, è necessaria una procedura particolare da cui si ricava l’acido carminico che è di fatto la molecola colorata che ci serve per colorare. E’ colorato anche il liquido che secernono questi animali, molto denso, in natura ha lo scopo di proteggere gli animali stessi dai predatori. Ce ne vuole in grande quantità, come si può immaginare: sembra che per ottenere un chilogrammo di colorante ci vogliano circa 80-100 mila insetti.
Se da un lato le cocciniglie possono rovinare alcune piante, dall’altro lato vengono richiamare e allevate per via del loro liquido in grado di colorare. Di solito troviamo degli allevamenti di cocciniglie ospitato in piantagioni di cactus, in Spagna, soprattutto, oppure fuori dall’Europa.
Il massimo rendimento per quanto riguarda il liquido, viene dalle femmine di insetto gravide, per ottenerlo questi animali vengono raccolti con spatole metalliche prima della deposizione delle uova e lasciati morire e seccare al sole. Solo dopo questo iter, si macinano per ottenere la polvere che, trattata con acqua calda, ci regala l’acido carminico, la molecola colorata con cui si produce il colorante E120.
Come abbiamo accennato, questo acido viene trattato con sali di alluminio perché in tal modo si riesce ad ottenere una lacca dal colore più brillante poi precipitata per aggiunta di etanolo. La polvere che si ottiene a questo punto è solubile in acqua.
Questo tipo di processo produttivo risulta essere costoso, il colorante E120 non è quindi molto economico da scegliere ed ha anche un’origine animale che molti non apprezza. Alcuni per via del fatto che si tratta di insetti, alcuni per via del fatto che gli animali non dovrebbero essere uccisi per ricavare del colorante, nemmeno se sono degli insetti non troppo simpatici.
Colorante E120 alimentare
Un tempo, un paio di decenni fa, quasi tutti i più famosi prodotti alimentari in Italia contenevano questo colorante ma oggi li troviamo con altre sigle in etichetta come l’E122 (azorubina) e l’E124, detto Cocciniglia A perché è una sorta di versione artificiale. Ciò che fa la differenza, e li fa preferire ai clienti, è il fatto che si tratta in tutti i casi citati, di coloranti azoici, ottenuti per via sintetica in laboratorio.
Prima che si riuscissero ad ottenere e che fossero all’altezza del colorante E120 ci è voluto tempo ma appena così è stato, l’E120 è stato messo da parte. Prima lo si trovava anche in prodotti di pasticceria e in bevande rosse che sono molto utilizzate per gli aperitivi: bitter, vermuth. Anche molte bevande gassate come numerosi salumi, caramelle e hamburger, il colorante E120 era contenuto, ora molto meno.
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Colorante e120: fa male?
Non ci sono effetti collaterali pesanti legati a questa sostanza che può causare in qualche caso, ma non spesso, delle allergie. In realtà ciò a cui si può risultare allergici sono le proteine degli insetti. Per ovviare al problema si è cercato di produrre il colorante E120 riducendo però la presenza di proteine utilizzando un metodo che prevede l’idrolisi enzimatica e che porta alla rimozione delle proteine con PM maggiore di 6000.
In passato la letteratura scientifica ha messo alla luce anche alcuni casi di asma tra chi lavorava alla produzione di questo colorante tuttora sconsigliato ai bambini come i corrispettivi creati in laboratorio e che servono per dare una tinta rossa ad un prodotto, cibo o trucco che sia.
Colorante e120: dove si trova
Notoriamente è il colore di rossetti e fard, di yogurt e di succhi ai frutti rossi. E’ stato quello dei frullati alla fragola di Starbucks fino al 2012, fino a quando i clienti non hanno fiutato la presenza degli insetti e hanno manifestato il desiderio di non “berli”.
Un altro prodotto in cui c’è il colorante E120 è il liquore alchèrmes. Il suo nome, dall’arabo القرمز, al-qirmiz, significa proprio cocciniglia ed è di color cremisi. Viene usato per dolci, per preparare le creme nella pasticceria e contiene alcol, zucchero, acqua, cannella, chiodi di garofano, cardamomo, acqua di rose, oltre al colorante rosso. Prima era l’E120, oggi può essere l’E122, l’E124 o l’E132.