La cogenerazione conviene?
Due piccioni con una fava. Il valore aggiunto di un impianto di cogenerazione consiste nella possibilità di produrre elettricità e allo stesso tempo recuperare quel calore che di solito rimane inutilizzato e viene disperso in atmosfera. È il principio base dell’efficienza: ottenere di più dalle risorse a disposizione. Con dei distinguo, però, che ci permettono di capire se la cogenerazione conviene.
La configurazione più comune di un sistema di cogenerazione pevede l’integrazione tra un motore alimentato con un combustibile (generalmente gas metano), un generatore elettrico e un sistema di recupero del calore. Fatta 100 l’energia del combustibile, il 55% si trasforma in energia termica, il 35% in energia elettrica e il 10% va persa. Il ‘circa’ è d’obbligo ovviamente, ma i valori sono questi.
In termini di efficienza, un impianto di cogerazione presenta rendimenti medi complessivi intorno all’80-90%. Rispetto alla produzione separata di calore ed elettricità l’aumento di efficienza è di circa il 30-40%, il che rende la cogenerazione decisamente conveniente, ma per chi? È sulla risposta a questa domanda, pù che sull’efficienza energetica della tecnologia, che ci si divide.
Premesso che valutare la convenienza economica e la fattibilità tecnica di un impianto di cogenerazione significa considerare una serie di variabili complesse che richiedono una progettazione altrettanto complessa, la convenienza della cogenerazione è evidente nei grandi insediamenti industriali, tanto più se sono molto energivori.
Più difficile calare la cogenerazione nella piccola impresa, nel settore del commercio e dei servizi e nel residenziale, via via che le potenze in gioco si fanno più modeste. Esistono anche esperienze di cogenerazione domestica e tecnologie che la abilitano, ma non parliamo dell’Italia. Un caso è quello di Ene-Farm di Panasonic in Giappone.
La connessione alla rete di un impianto di cogenerazione consente di vendere o scambiare elettricità, eliminando così gli sprechi di energia e abbreviando il tempo di ritorno dell’investimento (scambio sul posto o ritiro dedicato). Lelettricità prodotta con la cogenerazione risulta canalizzabile nella rete elettrica con importanti risultati in termini di risparmio e remunerazione economica.
Altrettanto non si può dire per il calore, che in un sistema di cogenerazione è prevalentemente utilizzato nell’ottica dell’autoconsumo. L’accumulo del calore è possibile tramite serbatoi di acqua calda termicamente isolati, ai quali volendo è possibile unire altri generatori di calore come pannelli solari, pompe di calore e caldaie.
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Pubblicato da Michele Ciceri il 17 Giugno 2013