Codacons: divieto di fumo da estendere a tutte le spiagge

Codacons: divieto di fumo esteso a tutte le spiagge italiane

Il divieto di fumare in spiaggia dovrebbe essere esteso a tutte le spiagge italiane per tutelare la salute pubblica della collettività. Lo ha dichiarato nei giorni scorsi la Codacons, a seguito della decisione di Lampedusa e di Linosa di permettere di fumare esclusivamente in apposite aree provviste di posacenere.

Come sottolineato dall’associazione, la diffusione delle no smoking beach sta interessando sempre più località italiane. I Comuni di Sassari e di Savona, per esempio, hanno proibito il fumo in spiaggia sanzionando duramente i trasgressori.

Sulla base di queste iniziative, la Codacons ha così lanciato il proprio appello: “Ci rivolgeremo al Ministero dell’Ambiente chiedendo un provvedimento di portata nazionale che normi e vieti espressamente il fumo sulle spiagge italiane”.

Le conseguenze del fumo per l’ambiente

Le sigarette non rappresentano solo un pericolo per la salute. Dal vizio del fumo derivano anche pesanti conseguenze per l’ambiente. Nel 2012, l’Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) ha stimato che solo nel nostro Paese vengono gettati ogni anno 51 miliardi di mozziconi. Questi resti di sigarette contengono ben 324 tonnellate di nicotina ma anche 1400 tonnellate di catrame e condensato. L’elenco delle sostanze nocive non finisce qui. Nei mozziconi ci sono benzene, idrocarburi policiclici aromatici, cromo e toluene.

A queste cifre impressionanti si affiancano quelle dell’intero Pianeta. Nel rapporto Tobacco and its Environmental Impact: an Overview pubblicato nel 2017 dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) si evidenzia come la pessima abitudine dei fumatori di gettare i mozziconi a terra porti “ogni anno a circa 680 milioni di chili di rifiuti di tabacco in tutto il mondo.” Come specificato dall’Oms questi rifiuti contengono anche oltre 7.000 sostanze chimiche che si insinuano e si accumulano nell’ambiente, finendo nelle nostre strade, nelle nostre fogne, nei nostri mari e rivelandosi estremamente tossiche per gli organismi acquatici.
Danni ambientali del fumoMa l’impronta ecologica del tabacco va ben oltre. Informazioni allarmanti si apprendono anche da un report presentato dall’Imperial College di Londra, in occasione della Conferenza sulla convenzione quadro dell’Oms per il controllo del tabacco (FCTC) del 2018. Dal documento si evince che la produzione di sigarette consumate annualmente nel mondo comporta l’uso di ben 22 miliardi di tonnellate di acqua e l’emissione di 84 milioni di tonnellate di CO2 l’anno. Di queste, circa 21 tonnellate di anidride carbonica derivano dalla coltivazione del tabacco, 45 dal suo trattamento e 16 dalla manifattura delle sigarette.

Dati che fanno riflettere. Ancora di più se uniti all’impatto che il consumo di tabacco produce sulla salute umana, rivestendo un ruolo decisivo nell’insorgenza di diverse patologie, alcune delle quali, ricordiamo, molto gravi e con decorso mortale.