Coda di topo: caratteristiche, proprietà e varietà
Il nome coda di topo non è particolarmente attraente per definire una pianta ma lo è. Fortunatamente ha anche altri nomi come Codina, Fleolo, Erba timotea. In altre lingue suona ancora meglio: in francese è chiamata ad esempio “Fléole des prés”, in inglese: “Timothy” oppure “Cat’s-tail”, in spagnolo il suo nome è molto simile a quello italiano – “Cola de topo”, mentre il tedesco è decisamente diverso, per lo meno per quanto riguarda il suono: “Wiesenlieschgras”.
La coda di topo nel mondo scientifico è detta Phleum pratense L., appartiene alla famiglia delle Gramineae ed è catalogata come specie spontanea, cresce in quasi tutta l’Europa ed è ormai diffusa in tutto il Mondo.
Coda di topo: caratteristiche
Questa pianta perenne dal nome poco poetico ha un’altezza che può variare dagli 80 centimetri al metro e mezzo. Tra le sue caratteristiche più evidenti c’è la presenza di un sistema radicale che si sviluppa in superficie, sempre in superficie si possono poi vedere alcuni cespi ma non molto fitti. Si tratta di cespi che portano dei corti rizomi, con culmi eretti dotati di bulbo basale.
Le foglie della coda di topo hanno un colore simile a quello delle foglie di ulivo e una forma allungata. A guardar bene sono anche leggermente a spirale e con delle nervature poco marcate. E’ evidente la ligula bianca ma non ci sono orecchiette. Il fiore della coda di topo non ha una forma particolarmente gradevole, non è il classico fiore da cogliere o da fotografare ma un semplice e modesto pannicolo a forma di spiga con base cilindrica, composto a sua volta da un gran numero di spighette che contengono semi globosi in grandi quantità. Sono dei semi davvero molto piccoli, se se ne prendono mille si arriva ad un peso di 0,4 g.
Coda di topo: proprietà
Questa pianta di rivela molto resistente alle basse temperature e a anche al terreno acido, in generale si ambienta con maggiore facilità in ambienti in cui prevale un clima umido e freddo. E’ importante che non si registrino sbalzi di temperatura e di grado di acidità eccessivi che potrebbero turbarne la crescita. Se il terreno è un po’ arido, questa pianta ha molta difficoltà ad adattarsi, lo stesso vale per terreni secchi o sabbiosi che la coda di topo non sopporta.
A livello di tempistica di crescita, fra le foraggere pratensi questa pianta di posiziona tra le più tardive anche se la gamma di precocità delle diverse cultivar copre tre settimane. Viste le sue caratteristiche di adattamento, la coda di topo gioca un ruolo davvero molto importante per la produzione foraggera in quelle zone in cui regna un clima particolarmente freddo, oppure in montagna, in aree alpine.
Questa graminacea ha vita piuttosto lunga per la sua categoria, vive fino a 8 anni. La sua produzione si concentra soprattutto al primo ricaccio, poi per il resto della stagione riposa. Quando passa dalla fase vegetativa a quella riproduttiva lo fa in modo graduale, questo è un grande vantaggio perché non si verificano problemi quando la si utilizza.
A livello di produzione, la coda di topo è al pari dell’erba mazzolina ma il foraggio che vi si ricava non è il top. Ha infatti uno scarso contenuto proteico anche se resta un alimento appetitoso.
Ci sono dei casi in cui questa graminacea viene impiegata in coltura pura, per assicurare produzioni tardive, ma molto spesso la si trova coltivata in consociazione, per via del fatto che non si rivela troppo aggressiva. Tra le piante a cui viene affiancata ci sono il finestrino e il trifoglio bianco e ibrido, meno adatta è l’erba medica che tende a soffocarla.
Coda di topo: varietà
Uno degli aspetti, non l’unico, che rende distinguibili le varietà di coda di topo è la precocità. Ne esistono numerose e si differenziano anche per il loro ritmo di vegetazione e per il tipo di utilizzo che se ne può fare, che varia dallo sfalcio al pascolamento.
La maggior parte delle cultivar di coda di topo sono originarie del Nord e del Centro dell’Europa, alcune arrivano poi dal Canada e dagli Stati Uniti. Per quanto riguarda la presenza di questa pianta nel nostro territorio, possiamo dire che nel Registro italiano ne figurano 7 varietà, di cui 3 nazionali e 3 polacche, la più diffusa è “Toro”, precoce e a utilizzazione bivalente. Guardando alle cultivar straniere più utilizzate in Europa, troviamo in cima alla classifica l’inglese “S48”, la canadese “Climax”, la belga “Comer” e la tedesca “Odenwalder”.
Coda di topo per la pesca
Prima di salutarci, una piccola parentesi sulla coda di topo di cui si parla tra appassionati di pesca. Proprio con questo nome infatti di va ad indicare anche un essenziale accessorio per la pesca a mosca, utilizzato per piazzare la mosca artificiale nella posizione scelta.
La pesca con la mosca è un tipo di pesca sportiva, viene definita così perché richiede l’uso di esche artificiali molto particolari, costruite imitando insetti che nascono e si sviluppano, si riproducono e muoiono nell’ambiente acquatico, ma anche insetti detti terrestrial, come formiche, cavallette, vespe ecc.
Nel mondo della pesca, tra esperti, si sa che esistono molte code di topo adatte a determinati usi e diverse anche per il peso. E’ molto importante però che, al di là del peso, una coda di topo abbia una superficie liscia e sinuosa e che abbia lunga durata.
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Pubblicato da Marta Abbà il 20 Gennaio 2019