Classe energetica piani di cottura a induzione
Classe energetica piani di cottura a induzione: info sui consumi e sull’etichetta energetica dei piani di cottura a induzione. Cose da sapere prima dell’acquisto.
Etichetta energetica o Energy Label
I piani di cottura a induzione non sono coperti da obbligo di etichetta energetica, per questo è davvero difficile districarsi sui consumi. In realtà, è facile capire quanto consuma un piano di cottura a induzione, ciò che è difficile, è paragonare i vari prodotti presenti sul mercato. I consumi ci dicono quanto assorbirà l’apparecchio ma non quanto è efficiente. Così, se state valutando l’acquisto di un piano di cottura a induzione… dovete affrontare qualche difficoltà in più perché l’energy label (etichetta energetica) non vi verrà incontro.
Classe energetica piani di cottura a induzione
Se manca l’energy label, mancano anche le classi di efficienza energetica. Non c’è da stupirci. In fondo, l’etichetta energetica (e quindi anche la classe energetica) è divenuta obbligatoria, per le asciugatrici, solo nel 2013.
Il 6 luglio 2016 è stata presentata, alla Commissione Europea, una nuova revisione dell’etichetta energetica degli elettrodomestici. Tale revisione mira a uniformare le classi energetiche dei vari elettrodomestici e andrà a introdurre oltre 20 categorie di nuovi dispositivi. In questa bozza preliminare dovrebbero esserci le indicazioni anche per i piani di cottura a induzione. Nonostante la prima bozza risalga al 2016, i produttori saranno obbligati a introdurre la classe energetica ai piani di cottura a induzione non prima della fine del 2018. Per essere sempre aggiornati sulle classi energetiche degli elettrodomestici e in modo particolare, sulla classe energetica dei piani di cottura a induzione, potete visitare la pagina web ufficiale dell’energy label: www.newemergylanel.com.
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Piani di cottura a induzione, consumi elettrici
In assenza dell’etichetta energetica, come possiamo capire quanto consuma una cucina a induzione? Al momento dell’acquisto, non potete conoscere la classe energetica ma potete sapere la potenza massima assorbita.
La potenza massima assorbita da una cucina a induzione mette a dura prova il classico contratto di fornitura elettrica a 3 kW. In genere, un piano di cottura a induzione può arrivare ad assorbire dai 3 agli 8 kW. I piani che assorbono solo 3,2 kW, generalmente sono a due o a singolo “fuoco”.
Sul mercato non mancano piani di cottura a induzione con tecnologia in grado di contenere i consumi. In questo caso, però, minori consumi non equivalgono a una maggiore efficienza del dispositivo, bensì a una minore potenza assorbita. Per intenderci, un po’ come le auto che in modalità “eco” consumano di meno ma vanno anche meno veloci… Per ulteriori informazioni: cucine a induzione, consumi.
I consumi energetici di un piano di cottura a induzione sono in stretta relazione all’uso dei “fornelli” attivi. Ogni fornello a induzione può essere regolato su varie intensità elettriche.
Per esempio, il tasto 1 della zona di cottura dal diametro di 21 cm, corrisponde a 100 Watt. Il tasto uno della piastra a induzione dal diametro di 14,5 cm, vede un assorbimento elettrico di 75 W. Il numero dei livelli di assorbimento (potenza) variano in base al produttore. In genere vanno da 1 – 12.
Cucina a induzione e contatore elettrico
Con il classico contatore da 3,3 kW, il rischio che la “corrente salti” è altissimo quando la cucina a induzione è in funzione. Non tutti sanno che dal 1 gennaio 2017, il costo dell’elettricità per singolo kilowatt non cambia più in base alla potenza dell’allaccio elettrico.
Fino a pochi anni fa, chi aveva un contatore più potente (da 4 , 6 o 7 kW) era costretto a pagare un costo maggiorato per singolo kilowatt, oggi i costi elettrici sono stati ammortizzati. Cambia solo la spesa fissa che, giustamente, aumenta all’aumentare della potenza.
Chi ha un piano di cucina a induzione dovrebbe attivare un allaccio a 6 kW. Per questo upgrade il fornitore chiede un costo uno tantum di circa 280 euro. In più vi sarà un rincaro in bolletta (quota fissa contrattuale) che varia a seconda del fornitore elettrico.
Pubblicato da Anna De Simone il 15 Aprile 2017