Città del futuro: come saranno
Immaginare la città del futuro significa immaginare la società del futuro e la vita che faranno i nostri eredi. Costruire e mettere dei presupposti intelligenti e studiati, per la città del futuro, vuol dire plasmarlo e dettare la direzione o per lo meno una idea di direzione che ad altri toccherà perseguire fino alla meta. La meta è il futuro, quindi il viaggio continua e generazione dopo generazione, a tutti noi tocca contribuire a quelle che saranno le città del futuro prendendo delle decisioni nel presente non miopi ma ragionate. Questo è un invito, detto in modo più esplicito, per non stare a pensare solo a ciò che è oggi è comodo ma anche a ciò che ha delle conseguenze migliori per chi vivrà sul nostro pianeta tra decenni.
Questa non è una trovata ambientalista estremista, lo dice la storia delle nostre civiltà che così accade, perché con le città sono sempre cambiate anche le società, influenzandosi reciprocamente. Pensiamo un secondo agli Egizi, ai Romani, ai Greci. Ora vediamo noi oggi, cosa possiamo fare.
Città del futuro: cosa sono
Le città del futuro letteralmente sono quelle che immaginiamo e progettiamo a seconda di ciò che pensiamo sia meglio, ma con questo termine si vuole di solito intendere quelle città che sono “avanti”. Città o aree metropolitane, perché molto grandi, che si mostrano a livello mondiale particolarmente funzionali, efficienti, salubri senza diventare troppo impersonali.
Deve essere chiaro che le città del futuro, intese in senso positivo come noi desideriamo avvenga, sono città che non scordano il passato, anzi, ne fanno tesoro e lo valorizzano.
Guai se una città del futuro perde la propria identità, la società del futuro ne uscirebbe fortemente danneggiata e non è ciò che si augurano la maggior parte degli architetti del domani. Scordiamoci però le sceme da film di fantascienza, per un attimo, e pensiamo davvero alla responsabilità che abbiamo nei confronti dei cittadini del futuro, quelli che abiteranno il mondo, l’Italia, Milano, Roma o Torino, tra secoli ma anche tra una cinquantina di anni. I nostri pronipoti, ad esempio.
Città del futuro guida
Un interessante testo per chi vuole approfondire questo tema sentendo la voce di chi progetta le città del futuro per lavoro, è “La città di domani. Come le reti stanno cambiando il futuro urbano”, gli autori sono ben noti e già realizzano alcune opere che fanno pregustare a noi comuni cittadini quella che sarà la nostra città del futuro. Mi riferisco al torinese Carlo Ratti e a Matthew Claudel, il libro è tradotto da E. Benghi e lo si trova facilmente su Amazon a 12 euro.
In questo libro ci sono molte considerazioni interessanti, a volte tecniche ma per la maggior parte delle volte di ampio respiro, che ci permettono di riflettere sul rapporto che esiste tra noi e la città, tra la nostra generazione, e le città, tra lo sviluppo delle nostre società e quelli urbanistico delle varie città di tutto il mondo. A volte sembrano tutte uguali, se se ne osservano certi aspetti, ma girato l’angolo ci si scontra con delle enormi differenze anche tra metropoli di uno stesso continente.
Tornando al libro di Ratti e Claudel, si parte dal raccontare le grandi trasformazioni tecnologiche in corso nel mondo delle reti e si vede che impatto hanno sulla città, poi ci fa viceversa, toccando con mano come le influenze sono incrociate e siamo tutti molto connessi. Nella teoria e nella pratica.
Le ricerche sulle città del futuro sono state fatte presso il Senseable City Lab del MIT da cui provengono entrambi gli autori che non si tirano indietro di fronte all’idea di esplorare le conseguenze dei paradigmi emergenti in ambiti come i trasporti, l’energia, i metodi di produzione, o la partecipazione civica. Ne esce quindi un libro che guarda al futuro in modo concreto, senza toni ne entusiastici né drammatici, perché il futuro delle città e le città del futuro, siamo noi a costruirle, nel presente.
Città del futuro periferie
Nelle periferie ultimamente si sente molto odore di futuro. Sembra un’utopia, ma non lo è. Sono sempre più comuni infatti gli esperimenti di città del futuro che trovano sede nelle periferie delle grandi città invece che nel centro. Dalle strade con asfalti speciali a sistemi di illuminazione a risparmio energetico, da nuovi edifici che sono anche delle community: tutto viene sperimentato in un quartiere lontano dal centro, forse per non rischiare? Non importa, quel che ci interessa è che le periferie siano protagoniste, nelle città del futuro, e non delle spettatrici disilluse.
Città del futuro come saranno
Non ci sarà uno standard, per le città del futuro, ciascuna se lo sta costruendo adesso, il proprio futuro, e lo si nota bene sentendo come si muovono gli investimenti immobiliari e non solo. In Italia si assiste all’aumento del divario tra città “avanti” come Milano e Torino, e che restano sempre più indietro, come la bella capitale, “Roma”, che non potrà sempre contare sul suo passato glorioso per campare.
Le città del futuro, quelle migliori, saranno meno inquinate e meno rumorose, con mezzi pubblici puntuali e una rete capillare di fermate. Saranno città accoglienti in cui il centro non è il solo ad essere importante, saranno città vivibili per tutti, anche per chi ha problemi di mobilità o patologie legate alla vista, a chi è piccolo e non vota ancora, ma voterà, e a chi è troppo anziano per fare lunghe passeggiate ma ha tutto il diritto di camminare, di vivere, di fare la spesa o rinnovare un documento.
Città del futuro: libri e film
Ecco qualche consiglio per sognare le città del futuro, ad occhi aperti. Tra i film consiglio Gattaca e Nirvana, ma anche il cartone Wall-E, davvero tutti molto istruttivi. Come libri, di narrativa, consiglio La fine dell’eternità, di Asimov, 1984, di Orwell, eternamente utile, e Il Cerchio, di David Eggers, tanto realista da farci tremore. Di quest’ultimo consiglio anche il film, “The Circle”. Per chi è interessato a questi temi “cittadini” ci sono due articoli da non perdere: Città resilienti e Vivibilità delle città italiane.
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Pubblicato da Marta Abbà il 15 Luglio 2018