Cimurro nel gatto: caratteristiche
Il cimurro del gatto non è diffuso come un tempo ma è bene conoscerlo per non correre alcun pericolo. Oggi la maggior parte dei gatti poltrisce comodamente nelle nostre case e ci sono meno occasioni in cui contrarre questa malattia, qualche decennio fa, soprattutto in campagna o lontano dai centri urbani, era molto più facile che i gatti entrassero e uscissero da casa. Capita ancora ma anche i più vagabondi, sono in media più curati.
Si tratta comunque di una malattia contagiosa per cui è meglio stare in guardia. I cani sono molto più facilmente vittime del cimurro, essendo più a zonzo, almeno per le loro passeggiatine quotidiane, ma come vedremo si tratta di due casi separati. Andiamo in ogni caso a conoscere meglio sintomi, cure e trucchi per prevenire questa malattia.
Cimurro nel gatto: caratteristiche
Nota con il nome scientifico di Panleucopenia felina, il cimurro di cui stiamo parlando è propriamente quello dei gatti e non ha nulla a che fare con il cimurro che colpisce i cani, a cui prima abbiamo accennato. Sono due virus diversi quelli chiamati in causa ed è necessario precisarlo, dato il nome ingannevole. Il cimurro dei gatti è tremendamente contagioso per cui anche se i casi sono diminuiti, è molto importante prendere tutte le precauzioni possibili per evitare il contagio.
Tutti i gatti entrano in contatto con il virus in questione perché è presente nell’ambiente ed è quindi inevitabile “incontrarlo”, ovvio che se l’animale è stato correttamente vaccinato, le proprietà di contrarre la malattia diminuiscono in modo significativo.
Il virus colpisce tutte le cellule del corpo del felino che si dividono in modo molto rapido, a partire da quelle dell’intestino e del midollo osseo. Gli esemplari più spesso a rischio sono i più piccoli, con meno di 5 mesi di vita, quelli che non sono vaccinati e quelli che stanno a contatto con gatti adulti.
Cimurro nel gatto: contagio uomo
Il cimurro dei gatti non può essere trasmesso all’uomo, in alcun modo. Vediamo allora come i gatti se lo passano tra loro, cosa che capita purtroppo molto facilmente. Il virus può essere eliminato attraverso l’urina, le feci o le secrezioni nasali. Ciò significa che quando un felino entra in contatto con un qualsiasi tipo di secrezione di un altro simile infetto, sangue compreso, rischia di ammalarsi. Quando i gatti vivono assieme, come delle colonie feline, ma anche in case con più mici presenti, le possibilità di contagio sono tantissime, quotidiane, se uno degli animali ha già contratto la malattia.
All’interno del corpo dell’animale il virus resta presente per periodi lunghissimi, in modo latente, anche per oltre un anno, nonostante il virus in sé possa essere eliminato in circa 24-48 ore. Questo è da tenere presente bene, è la ragione primaria per cui si evita il più possibile di far gironzolare il proprio gatto in giro per giardini e prati. E’ vero che togliere la libertà a questi animali è come privarli quasi di una zampa, ma è per il loro bene.
Molto spesso infatti un gatto domestico abituato a stare in giardino e nelle sue vicinanze può contrarre il virus entrando in contatto con un altro suo simile randagio. Non è finita. Questo virus riesce a sopravvivere anche in gabbie, ciotole, vestiti e scarpe quindi è davvero difficile liberarsene. Se abbiamo più gatti e uno prende la panleucopenia felina va portato immediatamente dal veterinario e vanno puliti bene tutti gli oggetti e gli ambienti.
Cimurro nel gatto: sintomi
Quando una gatta incinta è infetta rischia di partorire cuccioli con gravi problemi al cervelletto ma non è questa l’unica conseguenza del cimurro. I sintomi sono tantissimi e molto diversi l’uno dall’altro e allo stesso tempo simili a quelli di altre malattie. La diagnosi può non essere immediata. L’organo più colpito è sicuramente l’intestino ma i segnali possono essere osservati in tutto i corpo. Cerchiamo di farci attenzione perché prima lo si riconosce, più è facile salvare il proprio gatto dalla morte.
Apatia o tristezza prolungate, secrezioni nasali anomale, diarrea abbondante o con sangue, vomito e disidratazione, febbre e inappetenza. Tutti questi possono essere legati al cimurro e devono farci insospettire ma se la malattia è già in uno stato avanzato, allora l’animale può avere anche le convulsioni e iniziare ad auto ferirsi mordendosi la coda o varie parti del corpo.
Cimurro nel gatto: cura
Non esiste un farmaco che riesce ad eliminare questo virus, quindi non si può parlare di una vera e propria cura per il cimurro. Ciò che si può implementare è un trattamento che riesce ad alleviarne i sintomi in modo che il gatto possa soffrire meno ed eliminare il virus poco a poco. Quando un gatto malato, in cura, resiste più di 5 giorni, molto probabilmente riuscirà a sopravvivere ma in generale il rischio di morire di cimurro è molto alto. I gatti a cui viene diagnosticata la malattia vengono ricoverati, idratati con flebo e curati con antibiotici per le infezioni.
Cimurro nel gatto: prevenzione
Visto che l’esito delle cure non è scontato, meglio prevenire questa malattia terribile. Si parte dall’infanzia, perché dopo 12 settimane di immunità dovuti al latte materno, i gattini devono essere vaccinati contro il cimurro. Di solito è un passaggio previsto dal veterinario, basta seguire correttamente le sue istruzioni. E’ molto sbagliato pensare che se il gatto è domestico e casalingo, non corre alcun rischio. Può comunque restare contagiato da un virus che si annida in vestiti o scarpe, meglio non scommettere con il destino.
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Pubblicato da Marta Abbà il 9 Aprile 2019