Cimice asiatica: gravi danni alla frutta italiana
Originaria della Cina e del Giappone, la cimice asiatica danneggia la frutta italiana. Si concentra nelle regioni del Nord, Emilia Romagna in primis, e sta facendo una vera e propria strage. L’impatto sul raccolto della regione che da sola produce il 70% delle pere italiane e il 30% di tutte le pere europee è immane. Forse non ci abbiamo mai badato, ma la maggior parte dei fruttivendoli sfoggia pere emiliane sui propri banconi, gran parte dell’industria che si occupa della produzione di conserve, succhi e marmellate, anche. A causa proprio della cimice asiatica, quest’anno invece che le solite 500mila tonnellate di raccolto ne avremo 250mila. E’ allarme, un allarme che ricorda molto quello della Xylella pugliese, che fa sorgere anche la curiosità, oltre all’esigenza per gli addetti al settore, di conoscere meglio le caratteristiche di questo insetto.
Cimice asiatica o marmorata
Il suo nome scientifico è Halyomorpha halys Stål, si tratta di un insetto della famiglia Pentatomidae che viene dall’Asia, in particolare da Cina, Giappone e Taiwan ma non vive solo lì. In Italia ne stiamo purtroppo riscontrando la presenza come anche negli Stati Uniti dove è stato accidentalmente introdotto a fine Novecento. Oggi danneggia i frutteti del Nord America proprio come fa con quelli del Nord Italia, Paese in cui si è presentato nel settembre 2012, in provincia di Modena.
In Asia questo insetto ha una sola generazione all’anno ma in altre zone con un clima favorevole, riesce ad arrivare anche a quattro. L’accoppiamento dura circa 10 minuti, le femmine possono accoppiarsi diverse volte di seguito e ogni volta depositano tra 100 e 500 uova.
Cimice asiatica: caratteristiche
Se non siamo coltivatori di pere e nemmeno degli esperti di insetti, molto probabilmente non abbiamo la più pallida idea di quale sia l’aspetto delle cimici asiatiche. Hanno la classica forma a scudo che caratterizza anche le cimici europee ed è lunga circa 1,7 centimetri. Il colore è molto particolare, assomiglia al marmo ma con le tonalità del marrone. Ci sono tante tonalità mescolate, anche di grigio, bianco sporco, nero, rame con l’aggiunta di macchie di colore bluastro.
Le antenne hanno delle curiose bande luminose alternate che rendono questo insetto molto ben riconoscibile, le zampe sono marroni con strisce o chiazze bianche. Una cimice ha sempre delle ghiandole odorifere, questa le ha sul lato inferiore del torace e sulla superficie dorsale dell’addome.
Cimice asiatica danneggia la frutta italiana
Il motivo per cui dedichiamo così tanta attenzione a questo animaletto è legato ai danni che sta facendo nei nostri frutteti. Non è certo una novità, però, che si tratti di insetto infestante altamente polifago che può causare problemi enormi sia alle coltivazioni di frutta che a quelle di verdura. Come in Italia si è concentrata sulle pere, negli altri paesi ha preso di mira degli specifici prodotti. In Giappone, ad esempio, quasi solo soia e frutta. Poi c’è il caso degli Stati Uniti dove a partire dalla fine di maggio o all’inizio di giugno devasta sia frutta che ortaggi: pesco, melo, fagiolino, soia, ciliegio, lampone e pero.
Vediamo come. Con il suo apparato boccale perfora le piante per nutristi creando dei fori e delle aree sui frutti che vanno poi in necrosi, compaiono anche delle macchiette sulle foglie e la pianta comincia a perdere semi.
Le cimici asiatiche possono entrare anche nelle case, sono domestiche molto più di altre comici e anelano alle calde temperature che le nostre abitazioni assicurano loro. Le potete trovare in autunno e in inverno, soprattutto, si mettono in uno stato di ibernazione e aspettano la fine dell’inverno. Se si risvegliano, però, girano per casa, attirate soprattutto dalle fonti di luce.
Cimice asiatica: come combatterla
In Italia, e non solo, si sta puntando molto sul contrasto naturale, introducendo all’interno dell’ecosistema invaso dalla cimice, il suo antagonista naturale, il Trissolcus japonicus, già usato in Cina con successo. E’ un imenottero parassitoide della famiglia Scelionidae, detto anche vespa samurai. Esistono delle alternative, con un impatto naturale però ben diverso. Ci sono ad esempio dei feromoni artificiali da usare come esca per trappole ma a volte non hanno successo perché questi insetti arrivano in in profondità sotto la superficie dei frutti.
Un altro problema riguarda la grande mobilità di questa cimice che è difficile seguire sul territorio, ogni volta che cambia zona e va ad insediarsi in una diversa coltivazione.
Cimice asiatica: allarme
Oggi l’allarme italiano ha il suo epicentro in Emilia Romagna ma riguarda anche il Veneto in cui ci sono diverse coltivazioni di pere, e il Nord Italia, per le tante coltivazioni di pesche, anche in Piemonte e in Lombardia. Ad oggi i danni hanno superato i 350 milioni di euro ma se non si riescono ad arginare, la cifra potrebbe aumentare velocemente.
Al contrario che con la Xylella, si sta agendo piuttosto velocemente e ci potrebbero essere maggiori speranze di limitare le perdite. Molti contano sull’aiuto della vespa samurai, ma non è così semplice perché l’iter della normativa non è immediato ma è necessario autorizzarne l’importazione, inoltre è necessario lasciare a questo insetto il tempo di ambientarsi in Italia, almeno 6 anni
Pubblicato da Marta Abbà il 4 Ottobre 2019