Il ciliegio americano è un legno da riscoprire e rivalutare. Perché? Perché da una parte si lavora bene e dall’altra è ricavato da una delle latifoglie americane a più rapida crescita, il che è un bene per la gestione sostenibile del bosco.
Il guaio è che nell’industria del mobile di oggi, a differenza di qualche decennio fa, il ciliegio americano è largamente sotto utilizzato rispetto ad altre essenze ‘alla moda’, le quali hanno però un ciclo di vita più lungo e un impatto maggiore sull’equilibrio forestale.
Proprio la moda che ha messo in disparte l’American cherry sta mettendo a dura prova l’equilibrio delle foreste in USA. A dirlo è il presidente dell’American Hardwood Export Council: “Alla luce delle tendenze attuali, c’è chi pensa che i nostri boschi siano tutti fatti di quercia bianca e noce; ma la verità è che le cose non stanno così. E stabilire un equilibrio tra la domanda del mercato e la dinamica della foresta è essenziale per raggiungere una vera sostenibilità”.
Va bene che il rosso pallido rosato del ciliegio americano non incontra i gusti di oggi, anche se è stato molto e più volte apprezzato nei corsi e ricorsi della storia, ma l’industria forestale non può sopportare di essere vittima della moda. Per il semplice e determinante motivo che la sua programmazione di taglio e riforestazione abbraccia un arco temporale di cento anni. “E poi si tratta anche di offrire al consumatore la più ampia scelta possibile – dice ancora il presidente AHEC – e in questo senso non offrire al mercato una delle specie migliori e più interessanti come il cicliegio sarebbe un’occasione persa”.
Le mode cambiano, è normale. “Da parte nostra abbiamo già indicazioni che l’industria del mobile in Europa sta tornando a guardare al ciliegio americano come a una possibile scelta – sottolinea l’AHEC – e la nostra esperienza ci dice che quando una specie legnosa va di moda nel mobile determina un look che di lì a qualche anno diventa di moda anche in architettura”.
Qualcosa che lo fa pensare si è visto già durante la Design Week di Milano, dove il legno di ciliegio americano è stato protagonista della Rotunda Serotina, un’imponente struttura a torre realizzata senza l’uso di viti, chiodi e colla. Più che di una struttura si tratta di un pezzo unico di ebanisteria di 3,7 metri di diametro e altrettanti in altezza, progettato come distributore di cibo assemblando 3084 pezzi di legno separati e collegati da 1008 giunti.
Portando le scaffalature di tipo farmacia a un’altezza estrema senza dispositivi di fissaggio, l’opera dimostra le doti di durabilità, flessibilità e curvabilità al vapore del ciliegio americano. Un legno che si lavora bene al tornio e rende possibili dettagli arditi e raffinati, come la realizzazione di pioli quadrati caratteristici della falegnameria giapponese.
La Rotunda Serotina è stata progettata dagli architetti danesi/svedesi Kolman Boye e realizzata in collaborazione con i designer e i maestri artigiani dell’azienda inglese Benchmark usando unicamente legno di ciliegio americano. L’opera è stata esposta dal 14 al 18 aprile nella mostra Handmade organizzata dalla rivista Wallpaper alla Design Week di Milano.
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