Cicuta virosa: pianta e proprietà
Cicuta virosa, e non è quella di Socrate, il cui nome è maggiore o Conium maculatum. La virosa, che possiamo chiamare anche acquatica, o se vogliamo fare gli internazionali, Water hemlock, è una pianta della stessa famiglia ma con differente grado di velenosità e diverse proprietà. E’ bene presentarla premettendo subito che subisce la fama della sorella cattiva. Si tratta di una pianta della famiglia delle Umbelliferae, i fraintendimenti con la maggiore sono iniziati già nel Medio Evo, la virosa, però, al contrario dell’altra, può essere considerata anche un rimedio omeopatico.
Cicuta virosa: pianta
In gergo popolare questa pianta è chiamata il prezzemolo degli idioti, ed effetti gli somiglia, tanto che, gli ignoranti, nel puro senso di coloro che ignorano, potrebbero scambiarla per tale. La cicuta virosa cresce vicino agli acquitrini, la tintura madre si ricava dalla sua radice, ma va cercata con determinazione perché si tratta di una rarità.
La si può riconoscere, anche rispetto alla cattiva sorella, per il fusto cilindrico cavo, non pruinoso come quello “dell’altra”,e alto 0.50- 1,50 m. L’odore emanato non è gradevole, assomiglia a quello del sedano e del prezzemolo, le foglie sono grandi, hanno un lungo picciolo e si dividono in foglie più piccole con il profilo dentellato.
I fiori sono piccoli e bianchi, formano degli ombrellini e spuntano solitamente tra giugno e luglio. Le aree dove possiamo trovare la cicuta virosa sono quelle submontane sparse in tutta la penisola, con la predilezione ovvia per i luoghi erbosi e umidi, oppure vicino al mare.
Cicuta virosa: proprietà
Con molta cautela si può utilizzare la cicuta virosa in presenza di alcune forme di epilessia (quindi meglio consultare il medico), in casi di dermatosi senza prurito, per lo più localizzate sul volto, di eczemi e di impetigine.
Come pianta dal punto di vista omeopatico può vantare proprietà calmanti che si rivelano utili in moltissime malattie.
È stata consigliata per nevralgie, tetano. epilessia, tosse canina, asma, tosse convulsive e per calmare i dolori del cancro. Per via esterna, sotto forma di cataplasmi, di impacchi o di pomate, la troviamo applicata anche da chi soffre di ulcerazioni fungose, adeniti cervicali, ulceri sifilitiche.
Contiene come la cicuta maggiore, 5 diversi alcaloidi: la coniina, la conidrina, la pseudoconidrina, la metilconicina e la coniceina. Le sue foglie contengono anche esperidina, carotina, un olio essenziale, potassio e magnesio, mentre i frutti acido acetico, malico, caffeico, amido, resine, sostanze peptiche ed un olio essenziale differente da quello delle foglie.
Cicuta veleno
Avvelena anche la cicuta virosa ma in modo più lieve e con modalità differenti. Nel caso della virosa l’avvelenamento comincia con crisi epilettoidi e tetaniche e la tossicità di questa pianta resta alquanto dubbia, non ancora bene dimostrata.
Come fin dai tempi più antichi sono note le proprietà medicamentose della cicuta, così lo sono anche quelle tossiche, già secoli fa era usata come narcotico, antispasmodico, antitetanico e antirabbico. Gli Ippocratici la usavano sia per via esterna che per via interna, i Greci preparavano con i frutti immaturi il veleno da somministrare ai condannati a morte.
La componente più nociva di questa pianta e la coniina, è l’alcaloide più attivo, soprattutto nella cicuta maggiore, ed agisce a livello delle sinapsi neuromuscolari. La cicuta è tossica sia per il bestiame sia per noi, non c’è erbivoro,anche tra i più ingordi e di bocca buona, che le si avvicina. Per farsi un’idea della potenza della cicuta come veleno, per un cavallo 2 chilogrammi di foglie sono letali, per una mucca, anche se pesante, basta mezzo chilo.
Cicuta maggiore
L’abbiamo citata finora, e anche parlandone male, proviamo a darle un po’ di dignità, per lo meno storica. La cicuta maggiore, detta Conium maculatum, è la cicuta di Socrate anche se in verità molto probabilmente fu un mix di veleni e non solo quello ricavato da questa pianta, ad ucciderlo.
Odore cattivissimo a parte, c’è chi dice che è lo stesso dell’urina dei topi – io non sono esperta, fortunatamente – la cicuta maggiore è una pianta biennale con un fusto ramoso che arriva fino a 2 m, spesso maculato di rosso, con foglie inferiori grandi e fiori bianchi raccolti in ombrelle. Cresce in Europa, Asia e Africa settentrionale preferendo i luoghi freschi e ombrosi, ad esempio gli spazi che si creano fra i ruderi.
L’avvelenamento porta ad una paralisi che progressivamente raggiunge tutti i muscoli volontari, partendo dagli arti inferiori: si muore per asfissia, quando a paralizzarsi sono i muscoli respiratori.
Cicuta: olio essenziale
Senza emulare Socrate, che possiamo citare senza per forza fare la sua stessa fine, ecco che possiamo utilizzare dell’olio essenziale di cicuta e abete sia per la cura della pelle sia per l’aroma terapia. Già mixato, in una boccetta da 10 ml, puro al 100% e a 5 auro.
Se vi è piaciuto questo articolo continuate a seguirmi anche su Twitter, Facebook, Google+, Pinterest e… altrove dovete scovarmi voi!
Altri nostri articoli correlati che vi potrebbero interessare:
- Piante medicinali: elenco completo e schede
- Arnica montana: proprietà e utilizzi
- Agrifoglio: proprietà e benefici
- Agrifoglio: pianta e coltivazione
- Mandragora: pianta e proprietà
Pubblicato da Marta Abbà il 3 Aprile 2016