Electronic Fruits Lamp è una lampada fatta con tubi, bottiglie di plastica, cavi elettrici e pezzi di schede elettroniche; la si potrebbe definire una creazione che ‘fa luce’ sulla stretta e delicata correlazione tra natura e rifiuti. Electronic Fruits Lamp, opera di Giorgia Smith, artista newyorkese, è anche una della vincitrici del concorso internazionale di pittura e design ‘Rifiuti in cerca d’autore’ organizzato dall’associazione Salerno in Arte. A lei è andato il premio Ecolight per la miglior opera realizzata con l’utilizzo di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE).
Il premio ‘Rifiuti in cerca d’autore’, imperniato sul tema ‘Cibarsi d’arte per non mangiare rifiuti’, prevedeva anche le sezioni pittura e design. La prima è stata vinta da ‘Fame Lussuriosa’ di Fabio Sabatino: un’opera che spinge alla riflessione sullo spreco. L’autore ha spiegato così il suo quadro: “la protagonista mangia i suoi capelli-cappello assecondando la tendenza odierna di vestirsi di cibo. Questa figura incarna l’antimito dello spreco, del consumo sfrenato, della smania onnivora di divorare e scartare ogni cosa, anche gli indumenti, in uno spreco clamoroso che non si addice affatto a un così grave clima di privazioni”.
Nella sezione design il primo premio è stato assegnato ex aequo a due opere: ‘Ufo-boite’ di Vincenzo Liguori e Sabrina Raimondi e ‘Appletime’ dell’artista brasiliano Josè Paulo de Moraes. La prima è una lampada da tavolo realizzata con oggetti del mondo della cucina, quali posate e contenitori per alimenti. “Non sono presenti scarti o frammenti degli oggetti di partenza; la nostra illuminazione è stata proprio l’idea di utilizzare gli oggetti nella loro completezza per poter conferire loro una destinazione d’uso assolutamente diversa da quella originaria. I vari oggetti utilizzati sono tutti composti da materiali riciclabili, quali vetro e alluminio, collocando così la nostra creazione all’interno di un nuovo ciclo vitale dalle infinite future possibilità di trasformazione e riutilizzo”, hanno spiegato gli autori.
L’altra opera vincirice, ‘Appletime’, è realizzata con cartone e un vecchio orologio e rappresenta un’originale mela, “un frutto usato molto come simbolo nell’industria, ma soprattutto ricordato come un alimento sano e che – come dice un vecchio adagio – toglie il medico di torno”, ha spiegato Josè Paulo de Moraes. Così, all’interno della mela trova spazio l’orologio, a significare la stretta relazione tra tempo e stili sani di vita.
Gli altri premiati sono: Donato Landi (premio Comune di Salerno), Luca Evangelista (premio Legambiente), Anonimo Napoletano (premio della critica sezione design), Pasquale Mastrangelo (premio della critica sezione pittura), Roberta Lazzarato (premio Luciana Marciano). Targhe di merito sono state consegnate a Donato Landi, Antonio Maresca, Vito Ungaro, Roberta Lazzarato, Nunzio Adamo, Marina Poletto Tosato, Lavinia Ceccarelli, Gavino Pedoni, Barbara Belliotti e Filippo Staiano.
Il tema ‘Cibarsi d’arte per non mangiare rifiuti’, ha impegnato gli artisti in una importante riflessione. Tra le oltre 100 opere presentate, la giuria ha faticato a scegliere quelle da selezionare per la fase finale. “La grande adesione che abbiamo registrato è segno dell’attenzione che il mondo artistico pone nei confronti dell’ambiente”, hanno sottolineato Olga Marciano e Giuseppe Gorga di Salerno in Arte, organizzatori del concorso.
La cerimonia di premiazione si è svolta venerdì 21 dicembre nel complesso monumentale Santa Sofia a Salerno. Qui resterà allestita fino a sabato 29 dicembre la mostra delle opere finaliste.