Chow chow: il cane cinese con la lingua viola. Ma vi siete mai chiesti perché? Perchè cinese, è difficile dirlo, ma anche perché abbia la lingua viola resta un mistero. Un mistero che al chow chow stesso piace molto mantenere con il suo carattere deciso, decisamente leale ma riservato.
Quando c’è mistero, si creano leggende, metropolitane e, in questo caso soprattutto, asiatiche e mistiche. Ovviamente attorno alla lingua viola. C’è quella che racconta di un monaco gravemente malato che, non più in grado di raccogliere la legna per scaldarsi con il fuoco, nel bel mezzo di un gelido inverno, venne aiutato dai suoi cani. Ed erano proprio dei chow chow: se ne sono andati nel bosco per raccogliere del legno al suo posto ma ne trovarono dei ciocchi carbonizzati da un incendio. Ecco la lingua diventare, e restare per sempre viola, di generazione di chow chow in generazione.
Un’altra leggendaria ipotesi attorno alle lingua viola del chow chow tira in ballo addirittura il Budda. Lo vediamo intento a dipingere il cielo di blu in compagnia proprio di un chow chow che, sempre attento al proprio padrone, si mise anche a pulire con la lingua tutte le gocce di cielo cadute a terra, tingendosela per sempre di viola.
Tornando coi piedi per terra possiamo dire che il colore violaceo della lingua del chow chow è dato dalla presenza di cellule pigmentate, ovvero cellule che contengono elementi coloranti. Non si tratta di un risultato dell’evoluzione ma è una caratteristica somatica propria di questa razza. Gli esseri umani no, ma gli animali spesso hanno un cavo orale colorato o a macchie.
I chow chow, i cani cinesi dalla lingua viola, in verità non nascono neanche già così viola, in bocca, ma lo diventano in un paio di mesi. Tassativo, però, e guai se ciò non accade: il cane chow chow a cui restano macchie rosa non è considerato di razza pura.
Ci sono alcuni Shar Pei cinesi che presentano la lingua blu-nera, ma si tratta solo di certi esemplari, non di tutti i puri, come per i chow chow. Loro sono gli unici nel regno animale, assieme ad alcune tipologie di orsi a presentare questa particolarità. Qui una parte di paleontologi ha ipotizzato che possa esserci un legame di evoluzione e che i chow chow possano discendere dal lemicyon, animale a metà strada tra il cynoelesmus, l’antenato dei cani, ed il daphoneus, avo degli orsi. Ciò giustificherebbe i 44 denti dei chow chow, come gli orsi, invece dei soli 42 degli altri cani.
Chow Chow: cuccioli
Lingua viola sia, e resti tale, ma il chow chow è una razza di cane genealogicamente riconosciuta, anzi, è delle più antiche tanto che è difficile risalire all’origine, motivo per cui i cuccioli sono molto preziosi e ricercati, anche se non poi così rari.
In Cina divenne popolare addirittura 2000 anni fa, era molto apprezzato dagli imperatori per il suo fiuto e la grande forza, oltre che per la lingua certamente peculiare. Ma ai tempi, più pragmatici, i cinesi lo utilizzavano senza farsi troppe domande anche da cucciolo come cane da guardia di case e di barche, e come cane da da caccia di lupi e grossa selvaggina. Il chow chow si vede anche come cane da tiro al carretto e, servito a tavola. Sì, la pelliccia e la carne di questo cane come di altri, sono molto ricercate dai cinesi e dai coreani che spesso si mettono ad allevarlo apposta. Terribile se si vede quanto sono teneri i cuccioli, sembra impossibile che qualcuno abbia il coraggio di mangiarseli, eppure!
Il nome chow chow deriverebbe dal termine antico “chaou” o “tchaou” che indica i commercianti cinesi che si recavano in Europa per vendere la propria merce. E’ proprio grazie a loro che i primi esemplari di cane chow chow arrivarono in Inghilterra nel 1780, poi intorno al 1875 un esemplare venne introdotto addirittura nel Castello di Windsor.
Sempre in Inghilterra, primo Paese in Europa ad ospitarlo, il chow chow cominciò ad essere allevato, nel 1887, e nel 1894 ottenne il riconoscimento di razza canina. Altro ricnonoscimento importante, anche se non ufficiale, l’entrare nelle grazie dello zoologo Konrad Lorenz, autore del celebre libro “E l’uomo incontrò il cane”, e anche del padre della psicanalisi Sigmund Freud.
Chow chow nano
Il chow chow, cane cinese dalla lingua viola, è classificato tra i cani di tipo spitz e di tipo primitivo, morfologicamente come “Lupoide”. Varia dai 25 ai 38 Kg, i maschi sono alti circa 50 cm o poco più, le femmine poco meno, ma i chow chow sono in genere cani compatti e brevilinei, ben proporzionati e muscolosi. Ci sono anche delle versioni più piccole ma non si parla in generale di esemplari nani.
A caratterizzarli, oltre alla lingua viola, anche una folta criniera che regala a questa razza un simpatico aspetto leonino. Anche la sua camminata non passa inosservata: sembra sui trampoli il chow chow quando procede, sui polpastrelli, come un gatto, anche se mantiene, come proprio il gatto lo fa, un portamento fiero e dignitoso.
La coda del chow chow viene sempre portata sopra il dorso, i suoi occhi sono scuri, a mandorla, e piuttosto piccoli e limpidi, in una testa bella massiccia e pesante, come pesante è l’ossatura. Il pelo può essere lungo oppure corto, ma il primo è quello che nei chow chow è più frequente, nei colori rosso, fulvo, nero, blu, crema e bianco. Un chow chow bianco è raro, e con una lingua viola deve fare anche un certo effetto.
Chow chow: carattere
Nonostante questa caratteristica un po’ bizzarra, il chow chow è un cane tranquillo, leale ma indipendente e distaccato. Non si può dire che non sia di compagnia, seppur riservato: è un buon amico, un membro della famiglia, che si viva in una casa con giardino o in un appartamento.
Quanto al pelo, il chow chow, così leonino, è chiaro che esige una perenne cura e pulizia del pelo. Ci sono molte spazzole ottime da utilizzare, ma ci vuole costanza e quella non si compra. Costanza e amore, per spazzolarlo mentre, silenzioso, si gode le carezze.
Non abbaia quasi mai, mai a sproposito, quindi il nostro chow chow capirà che lo stiamo curando e facendo bello. Con gli altri cani il chow chow non è molto espansivo, ma certo vuole avere un bel aspetto comunque: ciò non significa che attaccherà bottone con i suoi simili, ma neanche che li aggredirà scontroso. La lingua viola, e non solo, rende il chow chow un cane tutto speciale, simpatico alla vista ma dal carattere tosto.
Chow chow: allevamenti
In Italia e in tutta Europa ci sono numerosi allevamenti di questa razza che però ha il suo prezzo essendo molto ricercata. E’ importante, se decidiamo di prendere un esemplare di chow chow, di esserne convinti e di essere consapevoli del fatto che questo cane ha bisogno di molte dure soprattutto per via del pelo che va assolutamente tenuto bene. Non solo pulito. Ha anche bisogno di moto per non appesantirsi.
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