Chernobyl, un disastro che è difficile da dimenticare e che ha lasciato forti conseguenze non solo sull’ambiente e sulla salute delle persone ma anche sul modo di pensare allora e oggi. Chernobyl viene rievocato tuttora quando si ragiona di nucleare, a volte strumentalmente, a volte a ragione, meglio conoscere quindi ciò che è avvenuto perché le rievocazioni strumentali o semplicemente grossolane non ci portino a credere qualcosa che non è. Capita anche con altre situazioni tragiche come i disastri ambientali o le esondazioni.
Chernobyl: disastro
Era il 26 aprile del 1986, ciò significa che le nuove generazioni, compresi molti cittadini di oltre 30 anni, non hanno vissuto il disastro, nemmeno a distanza come la sottoscritta e molti altri. E’ stato il più grave incidente mai verificatosi in una centrale nucleare e non è una valutazione soggettiva: è uno dei due incidenti classificati come catastrofici con il livello 7 e massimo della scala INES dell’IAEA, insieme all’incidente avvenuto nella centrale di Fukushima Dai-ichi nel marzo 2011.
Questo ce lo ricordiamo meglio, essendo più recente, ma probabilmente anche perché, con l’evoluzione dei media e dei social network, tutto il mondo ha potuto vedere immagini e avere aggiornamenti quasi real time. E’ chiaro che l’impatto emotivo cambia molto.
Torniamo al 26 aprile 1986. Il disastro di Chernobyl è avvenuto all’1.23 presso la centrale nucleare V.I. Lenin, situata in quella che all’epoca era una parte dell’URSS, ma che oggi è l’Ucraina settentrionale. La centrale si trova a 3 km dalla città di Pryp”jat’ e 18 km da quella di Černobyl’, a 16 km dal confine con la Bielorussia, poco più a Nord.
Chernobyl: film
C’è anche un film che porta nel proprio titolo questo disastro, rievocandolo, ma non è un documentario e nemmeno un film che, magari in modo romanzato, rievoca i fatti. Si tratta di un film horror del tutto inventato, si intitola “Chernobyl Diaries – La mutazione”, il regista è Brad Parker.
La trama racconta di un gruppo di giovani turisti che sceglie proprio Pripjat, la città ucraina che è stata lo scenario del disastro nel 1986, come meta. Certo con un gusto per l’horror, alla ricerca per scherzo, ma forse nemmeno molto, di fantasmi e ricordi dell’esplosione del reattore avvenuto nella centrale atomica.
Chernobyl: storia
Raccontare la storia di Chernobyl non è semplice per via del fatto che un disastro del genere non può che avere una serie di differenti ricostruzioni con diverse versioni e ipotesi di cause. Si è parlato di gravi mancanze da parte del personale, sia tecnico sia dirigente, ma anche di Non sono mancate anche delle potenti voci in merito alla gestione economica e amministrativa pessima dell’iproblemi relativi alla struttura e alla progettazione dell’impianto stesso.mpianto che possono aver influito sui fatti.
A Chernobyl, nel corso di un test definito “di sicurezza” sarebbero state violate numerose norme di sicurezza, e anche di buon senso. In seguito a questo, la potenza del nocciolo del reattore numero 4 della centrale avrebbe subito un improvviso, incontrollato e violento aumento della potenza che ha portato ad una impennata anche della temperatura.
Questa variazione di condizioni nel reattore ha causato la scissione dell’acqua di refrigerazione in idrogeno e ossigeno con pressioni così elevate da arrivare a rompere le tubazioni del sistema di raffreddamento del reattore.
L’idrogeno è entrato in contatto con la grafite incandescente e le barre di controllo con l’aria, dando luogo alla fortissima esplosione che rimbomba ancora oggi nelle nostre menti ripensando a quanto accaduto oltre 30 anni fa. All’esplosione sono seguiti lo scoperchiamento del reattore e un vasto incendio.
Chernobyl: malformazioni
Quando accade qualcosa del genere in una centrale nucleare è chiaro che non può restare un disastro “circoscritto”, infatti dopo l’esplosione e l’incendio, una nuvola di materiale radioattivo è fuoriuscita dal reattore andando a diffondersi sulle aree intorno alla centrale per chilometri e chilometri.
Le sostanze contenute nella nuvola hanno contaminato il territorio in modo pesante, difficile dare l’idea del reale impatto di questa nuvola che ancora aleggia nella memoria e nelle malformazioni subite dagli abitanti. Subito è stata fatta evacuare la cittadinanza, circa 336.000 persone ai tempi, presenti nei dintorni della centrale, ma trattandosi di nubi radioattive, il disastro non si è fermato.
Le sostanze contaminanti sono riuscite a raggiungere l’Europa orientale, la Finlandia e la Scandinavia con livelli di contaminazione man mano minori ma da non sottovalutare. Sono arrivate anche in Italia, in Francia, in Germania, in Svizzera, in Austria e nei Balcani, addirittura su alcune aree della costa orientale del Nord America dopo aver attraversato l’oceano.
Le conseguenze sulla popolazione sono state studiate e stimate, in un rapporto del Chernobyl Forum redatto da agenzie dell’ONU (OMS, UNSCEAR, IAEA e altre) si legge la cifra di 65 morti accertati e di più di 4.000 casi di tumore della tiroide fra quelli che avevano fra 0 e 18 anni al tempo del disastro, larga parte dei quali probabilmente attribuibili alle radiazioni.
Il bilancio, aggiornato, nel 2002 ha aggiunto 15 morti e oggi si stimano fino a 6.000.000 di decessi su scala mondiale nel corso di 70 anni perché vanno considerati tutti i tipi di tumori riconducibili al disastro, non solo quelli che più facilmente possiamo collegare per motivi geografici.
Chernobyl: mappa
Guardare la mappa di Chernobyl forse a noi non dice tanto, a meno che non abbiamo in programma una gita nei dintorni come i protagonisti del film. Forse aiuta a renderci conto di quando questa centrale fosse vicino ad insediamenti urbani. Per avere le idee più chiare, più che una mappa, serve un libro come questo, scritto da Paolo Parisi e acquistabile anche on line a 12 euro su Amazon. Per poter ricordare il disastro in modo più consapevole ogni 26 aprile.
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